soldi falsi

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Tac!Tac!
La pioggia batteva sulla finestra dai bordi di legno rosso, NamJoon dietro di essa guardava la strada.
Teneva il viso appoggiato sul palno aperto, una tazza di caffè sotto il suo viso riempiva le narici di un amaro profumo.
Sbuffò, alzò gli occhi al cielo e si lasciò cadere sul divano.
Un gatto dal pelo nero scivolò tra le sue gambe iniziando a strisciarsi si di lui.
NamJoon lo guardò, il suo lucente pelo nero sembrava riflettere la pioggia.

Sugar, così si chiamava. Il ragazzo l'aveva portato a casa una sera, dopo un paio di canne, ricordava solo questo. Poi il suo piscio sul tappeto e gli occhi rossi.
Sugar era uno stronzo, puzzava e NamJoon cercava di lavarlo almeno tre volte al mese, ma ci riusciva mezza. Così lo spruzzava sempre di acqua e sapone facendolo incazzare, almeno profumava.

I suoi jeans strappati nascevano sani poi li portava a casa e Sugar, incazzato per l'acqua, li strappava con le unghie. NamJoon aveva risparmiato molto sui jeans, il prezzo di quelli semplici si era abbassato mentre quelli già strappati avevano un prezzo alto.
Si leccò il labbro inferiore screpolato, sbuffò e il suo telefono prese a suonare.
Afferrò l'oggetto dal tavolino di fronte a lui e guardò il numero.
«YoonGi» mormorò.
Accettò la telefonata.

«Nam! Dove abiti? Mi annoio, sono già fuori casa»
«Come hai avuto il mio numero?» chiese NamJoon, guardando confuso lo schermo spento della Tv.
«NamJoon, abbiamo limonato sui sedili di un taxi e hai detto 'Non sono uno stronzo!' poi mi hai passato un biglietto con il tuo numero.
Quindi? Dove abiti?»
NamJoon ridacchiò, diede l'indirizzo al ragazzo e chiuse il telefono. Astuto, si diede un auto-cinque congratulandosi.

Qualche minuto dopo, un Min YoonGi bussò al suo citofono. Andò ad aprire e poi, instintivamente, si aggiustò i capelli tinti di grigio e sistemò la maglia a righe rosse nei jeans.
Si ritrovò poi, sulla soglia, un ragazzo basso completamente fradicio con la giacca di pelle consumata che gli copriva anche le dita.

«Non ti piacciono gli ombrelli?»
YoonGi scosse la testa, sorrise ed entrò. NamJoon passò per il bagno e avvolse un'asciugamano intorno alla testa del più basso.
YoonGi fece cadere la giacca a terra e si strofinò con forza i capelli, facendo gocciolare i suoi jeans a terra.
«Spogliati e metti qualcosa di asciutto, i vestiti sono appesi lì»

YoonGi lo ignorò, schioccò la lingua.
«Voglio un succo, alla mela.O forse una birra al limone»
NamJoon lo guardò.
«Non ho nè l'una nè l'altra cosa»
Si appoggiò alla parete giallo ocra del suo salone guardando come la pioggia sul vetro della finestra, illuminata dai lampioni, creasse delle ombre sottili lungo il corpo di YoonGi.
«Esistono i supermercati»

NamJoon si ritrovò sotto la pioggia, un ombrello rotto e un quarto d'ora di tragitto verso un supermercato. Si fermò altri dieci minuti dopo aver comprato quello che YoonGi desiderava, fumando una sigaretta sotto il tetto del porticato di una bella villa senza padroni.

Quando tornò a casa, la scena che trovò gli provocò una piccola risata: c'era una bacinella al centro del tappeto rossiccio del suo salone, acqua insaponata dentro e una spazzola. Min YoonGi, seduto di fianco ad essa, guardava il tappeto bagnato sorridendo. Indossava una maglia di NamJoon e un paio di suoi bermuda, la sua guancia destra graffiata.
Quello stronzo di Sugar camminava in giro, pulito e profumato come una rosa bagnata di rugiada mattutina.
«Giochiamo al Monopoly?» il bruno sorrise, scoprendo i suoi denti bianchissimi.

Vinse, NamJoon nemmeno sapeva di avere un Monopoly.
«Ho vinto! Alla faccia tua NamJoon»
Ma lasciò la frase a metà, le sue labbra furono bloccate da quelle del più alto.
Era troppo adorabile, non poteva rinunciare ad un'altra pomiciata sul divano graffiato di casa sua.

RE DEL BLU RE DEL MAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora