l'odio per caffè

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Sedeva sotto un lampione, le mani in grembo e il viso rivolto verso la luce. Sospirò, le mani gli tremavano, strinse i palmi l'uno contro l'altro e si morse l'interno della guancia. YoonGi non era pronto, lo sapeva, ma voleva farlo.
Diamine, quella testa di cazzo aveva ragione.
Si passò con forze le dita tra i capelli, si odiò con tutto sè stesso e poi lo fece ancora e ancora.
Il respiro si faceva pesante e il buio quasi faceva paura, le ginocchia tremanti e su di esse il segno dei gomiti.
Le dita finirono poi, per disegnare cerchi in aria mentre deciso camminava verso casa dal più piccolo.
Ora glielo dico io, si ripeteva, 'sei solo un codardo'.
Poi correva, si fermava e sferrava pugni alla parete. Le nocche si arrossavano e quelle della mano destra sanguinavano.

Devi imparare a controllare la rabbia Min YoonGi, gli diceva passando sulla sua guancia un batuffolo imbevuto di acqua ossigenata, altrimenti ti capiteranno cose brutte amore mio.

Chiuse gli occhi e per qualche secondo appoggiò la testa sul muro bianco di un vialetto qualsiasi. 504 ore bastavano per non dargliela vinta.
O forse no. Ad ogni modo, lui correva e cercava di non guardarsi alle spalle.
Non pioveva ma sperava accadesse, avrebbe donato un'aria più triste e romatica a tutto ciò.
Invece la luna splendeva nel cielo e lui la prendeva a parole nei suoi pensieri. Un odore di caffè invadeva un viale intero e sentiva il vomito risalire e sfiorargli la lingua.
Deglutiva e andava avanti. Odiava il caffè.

Poi si fermò, di nuovo, appoggiandosi ad un palo della luce. Scoppiò a ridere e velocemente si infilò nello spazio sottile lasciato per sbaglio da qualcuno, del portone blu del palazzo di Kim NamJoon. Quatro piano a sinistra.
Guardò l'ascensore, poi le scale e poi ancora l'ascensore.

Corse su per le scale, l'adrenalina gli faceva tremare il labbro inferiore. A colazione aveva mangiato brutti pensieri e bevuto succo di rabbia e tristezza, ora tutto volevo uscire dal suo corpo.
Bussò, due volte con le nocche arrossate, alla porta di Kim NamJoon, quarto piano a sinistra.

Caffè. Ricacciò giù la voglia di vomitare.
Gli era venuto lo schifo per quei chicci e nemmeno lui sapeva perchè.

Il ragazzo aprì la porta e cob un calcio, buttò Sugar in casa per non farlo scappare.
Poi alzò lo sguardo. Ho vinto.
«Cosa vuoi YoonGi?»
Sai benissimo cosa voglio testa di cazzo, ma rimase in silenzio a guardarlo.
NamJoon ghignò, si passò una mano tra i capelli nervosamente. Tenne lo sguardo sui suoi piedi scalzi e infilò le mani nelle tasche dei pantaloni, non lo alzò quando iniziò a parlare.
«Avevo ragione vedi-»
«Sei solo un coglione. Esci con me e facciamola finita, visto che tu non me lo chiederai mai»

NamJoon picchiettò le dita sul proprio braccio, guardò la maglia di YoonGi mordendosi un labbro.
«Sei un cretino»
YoonGi sorrise, illuminando quel pianerottolo.
«Alle sette giù da me, dopo domani»
poi lo baciò.
Sei fottuto Kim NamJoon.

RE DEL BLU RE DEL MAIWhere stories live. Discover now