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-Alice-

Non lo guardò. Quegli occhi mi imbarazzano.

-hai origini italiane?-

Mi chiede, continuando a fissarmi.
Annuisco.

-si i miei nonni erano toscani.-

Tengo lo sguardo fisso al libro, iniziò a scarabocchiare, ma la penna non gioca con la mia squadra. Lui si accorge, e mi passa una penna, appena ci sforiamo con le mani avverto un brivido.

-dove abiti?-

Continua a farmi domande, fregandosene della professoressa, che nel frattempo spiega.
Volgo lo sguardo verso di lui, come a dire finiscila.
Apro il mio astuccio e ne estraggo un'altra penna, non voglio usare la sua,e faccio finta di prendere appunti. Guardò fissa la prof, con la coda dell'occhio seguo i suoi movimenti, si sistema sul banco, con una mano sulla guancia e mi fissa.

-la prof è di la-
-lo so, ti infastidisco?-
-no-

Ma sto mentendo.
Ad un certo punto la prof che non ne può più del nostro brusio, da un colpo sulla cattedra.

-signorina brown, cosa c'è tanto da parlare, può rendere partecipe anche noi, in questo aperitivo?-
-ehm, prof, ma io non stavo dicendo niente.-
-visto che ha così tanta voglia di parlare venga alla lavagna, così vediamo subito come ha trascorso questa estate.-

Okay, questa giornata continuava di male, in peggio. Con malavoglia, mi alzo dalla sedia, lanciandoun'occhiata di fuoco ad adam.

-allora signorina, parlami di un argomento a scelta. Una parte della storia che le piace di più.-

Ci penso un attimo. Poi la lampadina nel mio cervello si accende.

-il periodo storico, che ho amato di più sicuramente lo posso collocare alla nascita dei queen.-

L'intera classe ride. E so già, che tempo tre due uno si scatena l'inferno.
La prof è tutta rossa. Sta per scoppiare.

-signorina brown, visto che trova divertente questa storia. Vediamo come trova divertente passare la prossima ora e mezza fuori dalla classe, mettendo una nota sul registro.-

Penso alla mamma, e alla strigliata che mi farà.

- e adesso fuori-

Esco dalla classe. In un primo momento scoppiò a ridere, poi però mi vergogno di me stessa, prendere una nota il primo giorno, andava bene anche prenderla da secondo in poi. E ora che faccio? Caffè caffè. Quello che non ho potuto prendere per via di quel casino.

Cammino verso le macchinette, e sto pensando a quegli occhi. Ma poi perché mi stava fissando così? Infilo i soldi nella macchinetta, ma non succede nulla. Non parte. Tocco tutti i tasti. Forse la mando in blocco, perché inizia a fare uno strano rumore. Ma questa cos'è una cospirazione contro di me? E per caso venerdì diciassette? Manca solo che arrivi qualche personaggio dei film horror e oggi siamo al completo.

Mentre parlo con me stessa. Non mi rendo conto, che qualcuno si è avvicinato. Solo quando sento un tonfo alla macchinetta, ed essa parte, guardò per vedere chi è il mio salvatore.
Deglutisco. E lui. Adam.

-si dice grazie.-
-nessuno a chiesto il tuo aiuto.-

Scoppia a ridere.

-me lo chiederai prima o poi, fidati. Ci si vede in classe brownies.-

Detto questo, mi sfiora il braccio. Gira i tacchi e se ne va.
Mi tocco nello stesso punto, dove mi ha sfiorato. Ho la pelle d'oca. Mentre lo guardò andare via, suona la fine dell'ora. Ma mi ha chiamato davvero brownies?

Da quando ti ho incontratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora