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Questa giornata è estenuante. E aver scoperto che Adam è il mio nuovo vicino, mi ha un po' destabilizzato.

Ma il peggio deve ancora arrivare. La strigliata di mamma. Sicuramente le sarà arrivata la comunicazione via e-mail della mia grande giornata.

Infatti come arriva a casa, inizia ad urlare a destra e sinistra. Mi sta cercando. Ed io in questo momento vorrei un gesso magico, per poter aprire un varco nel muro e potermi salvare dalla distruzione.

-alice, alice-
-si mamma?-
-alice brown, scendi subito.-

Ok quando mi chiama per nome e cognome, so già che è furiosa.
Cerco di tenere un tono dolce e quasi infantile.
Scendo le scale, pronta per la mia fine.

-mammina, ben tornata, come è andata oggi a lavoro?-
-benissimo, se non fosse per il fatto che mi è arrivata un'e-mail dalla tua scuola, ma io dico alice come si fa a prendere una nota il primo giorno di scuola, voglio una spiegazione-
-ecco mamma sai..-
-anzi, alice me la darai davanti a tuo padre stasera a cena-

Sono avvilita, e mentre salgo le scale spero in un miracolo, cioè che la mia punizione non sia molto brutta.

L'ora di cena mi investe, come un treno ad alta velocità. Arriva troppo presto. E si porta dietro la mia autocommiserazione.

Mia madre, sbatte la forchetta da una parte all'altra, e nervosa; mentre mio padre e la beatitudine in persona.

-allora alice, tua madre mi ha aggiornato, vuoi raccontarci un po' come sono andate le cose?-

E così iniziò a raccontare. Racconto tutto, quella serie di sfortunati eventi, che mi sono capitati. Tralasciando i miei nuovi vicini. Alla fine, la mamma ha la bocca aperta, credo che la risposta che ho dato alla mia prof  l'abbia fatta proprio incazzare.

Il silenzio regna sovrano. Poi mio padre prende parola.

-be comunque.. io invece avrei risposto Elvis-

E si alza dalla sedia e inizia ad intonare una canzone, facendo un ballettino pazzo.
Io scoppio a ridere. Che mi fa male la pancia da quanto sto ridendo.
Mia madre e adirata.

-Kevin, ma ti sembra questo l'esempio da fare a tua figlia?-
-dai Ann, ma lo sai che quella di storia ce l'ha con lei-
-quindi rimarrà impunita e questo che vuoi dire?-
-e il suo primo giorno-

E il momento per svignarsela. Per questa volta passo. E li lascio al loro dibattito, che sicuramente finirà con il parlare di quando loro andavano al college e faranno pace.
Entrò in stanza, guardò il cellulare, e trovo cinque chiamate. E dei messaggi. Sono di Ryan.

-amore perché non rispondi?-
-amore i tuoi sono molto incazzati?-
-amore mi stai facendo preoccupare.-
-amore se non mi rispondi entro cinque minuti, vengo da te-
-sto venendo a casa tua-

Mio Dio, quando si comporta così mi fa irritare. Con il cellulare ancora in mano, sento il suono di una chitarra è una voce che canta.
Spio dalla finestra. Non posso crederci. Adam ha la camera proprio di fronte alla mia. Cerco di non farmi vedere, ma maldestra come sono, inciampo e finisco sbattendo la fronte alla finestra.
Ovviamente lui, che ha la finestra aperta sentendo il baccano guarda verso di me.

Lascia la chitarra sul letto, e si avvicina. Mi fa un cenno con la mano per aprire la finestra.

-ehi brownies, che facevi? Mi spiavi?-
-io no no. Stavo chiudendo le tende e sono inciampata. E poi non mi chiamo brownies.-

Da quando ti ho incontratoWhere stories live. Discover now