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Apro gli occhi. La luce filtra, dagli infissi delle tapparelle. Mi sento la bocca impastata. Ho davvero molta sete. Mi sto guardando intorno, e qualcosa non quadra. Sento un'altro respiro nella stanza. Ho paura. Mi giro per guardare chi c'è al mio fianco. È becca. Faccio mente locale. Sono rimasta a dormire da becca.

Ma come faccio a dimenticarmi sempre tutto! Scendo dal letto, e in punta di piedi cammino fino alla porta. Esco. E sono senza pantaloncini. Se rientrò potrei svegliare becca. Quindi faccio la prova del nove. Tossisco un po'. Aspetto, ma non sento ne voci ne rumori dal piano superiore ne da quello inferiore. Non c'è nessuno. So che dovrei rientrare a mettermi il pantaloncino, ma ho una maxi maglia addosso. E poi bere un po' di acqua e la mia priorità in questo momento.

Scendo gli scalini. In casa regna il silenzio. Mi guardò circospetta. Aspettandomi che da un momento all'altro qualcuno possa vedermi. Entro in cucina, e subito mi fiondo sul frigorifero. Bevo un bel bicchiere d'acqua, e mi sento rinata.

Rovisto alla ricerca di cibo spazzatura da ingurgitare. E finalmente trovo del burro di arachidi, apro un po' di antine prima di trovare del pane morbido. Metto a fare delle uova con il bacon. E mentre aspetto che si cucinino accendo il cellulare.

Nel giro di un minuto mi arrivano duecento notifiche tra messaggi e avvisi di chiamate.

Respiro profondamente.

Tra i mille messaggi dei miei amici, e di mia madre ho un messaggio di Ryan in segreteria.
Digito il numero e l'ascolto, dopo aver seguito la voce guida. E di stamattina.

-Alice io vorrei sapere dove cazzo sei finita. Stanotte mi hai chiuso il telefono in faccia, ora hai il cellulare spento. Ti aspetto dopo gli allenamenti a casa mia. E credimi che mi dovrai dare delle spiegazioni.-

Sbuffo. Alle sei sarà a casa e devo andarci anche se non ho voglia. Infilo i miei auricolari alle orecchie e faccio partire faded di Alan Walker. Mi guardò di nuovo intorno, accertandomi che non ci sia nessuno e mentre aspetto che le mie uova siano pronte, mi muovo a passo di danza. È un anno che non ballo, seriamente, da quando ho lasciato la danza, dopo una brutta caduta.

Faccio una giravolta e alla seconda vedo adam.
Mi fermo all'istante.

-brownies buongiorno, come siamo spumeggianti di prima mattina-
-da quanto tempo sei lì?-
-da un po'-

Mi avvicino ai fornelli. Sperando di placare il mio profondo imbarazzo di quel momento.
Giro le uova, sono nervosa. Molto nervosa. Sento solo il rumore dei suoi passi. Si ferma proprio affianco a me, mi toglie il mestolo dalle mani.

-sono cotte-

E spegne il fornello. Ogni volta che sono vicina a lui, ho quella sensazione, che mi parte dentro. È un brivido.

Mi allontano, con la scusa di prendere due piatti. Glieli passo, e li riempie. Ci accomodiamo. Sulla penisola centrale della cucina. Uno di fianco all'altro, senza dire una parola. In questo momento solo il rumore delle forchette ci accompagna. Arriviamo alla fine di questa colazione, che chiamerei pranzo visto l'orario. Prendo i piatti per metterli nel lavandino. Appena toccano il lavandino. Mi prende con forza e mi bacia.

Con una forza che equivale a quella di hulk, mi fa sedere sul bancone della cucina, posizionandosi in mezzo alle mie gambe. Lasciando scoperte le mie mutandine. Inizia ad infilarmi le mani sotto la maglietta. Continuando a baciarmi con foga. È una sensazione meravigliosa non lo posso negare. Metto le braccia intorno al suo collo e lo stringo a me, forte, quasi da non riuscire più a respirare. Ci stiamo surriscaldando, siamo fuoco. Sento il bisogno di averlo.

E mentre le nostre lingue, si stanno intrecciando e giocando tra di loro, il campanello suona.
Salto subito in aria.

-merda. Ma chi è?-

Si scosta da me. Lasciandomi li. Sto cercando di riprendermi da quel momento, quando sento la voce di mio fratello.

-ehi amico, mia sorella e sveglia?-
-si abbiamo appena finito di fare colazione.-

Con un salto, scendo dalla cucina. E mi vado a sedere, prendendo in mano il cellulare e faccio finta di smanettarlo.
Mio fratello entra in cucina.

-ehi sorellina-
-fratellino-

Mi da un bacio sulla fronte.

-tommy vuoi qualcosa da mangiare?-
-un panino andrà bene-

Tutti e due si girano verso di me. Ma questa è una congiura.

-perché mi guardate così?-
-per il panino-
-cosa?-
-c'è lo fai?-

Questi due vanno troppo d'accordo. Mi alzo dalla sedia. E mi muovo come se avessi dei pattini al posto dei piedi, per prendere gli ingredienti.

-ne fai tre?-
-becca anche tu-
-si grazie e buongiorno a tutti-

Si siede subito di fianco a mio fratello. Si lanciano degli sguardi. E mio fratello sembra proprio imbambolato da lei. È bellissima.

Porgo ai tre il loro panino, ma le loro richieste, non sono finite.

-ci fai un bel caffè anche-

Il mio sguardo torvo fa intendere che mi stanno facendo perdere la pazienza. Scoppiano a ridere.

-senti sorellina, devi venire a casa, devo spiegare il motivo per cui sono qui.-

Sento puzza di bruciato. E non è il caffè. Mio fratello avrà combinato qualche guaio.

-sistematevi il caffè che io vado a vestirmi-

Salgo le scale e mi fiondo in bagno. Passa una mezz'ora prima che io sia pronta. E mentre sto prendendo le mie cose adam entra in camera.

-te ne vai?-
-eh si, hai sentito mio fratello, ha bisogno di me. Credo che abbia combinato qualche guaio.-

Sembra pensieroso dopo questa mia risposta.
Si avvicina a me e mi accarezza il viso.

-più tardi torni?-

Faccio no con la testa.

-tanto verrai-

E mi morde le labbra, ed esce dalla stanza. Mi lascia sempre così. Con la sua incredibile modestia.

Note autore

Ciao amici di Wattpad come state innanzitutto? Vi sono mancati i personaggi delle mie storie? Ho avuto un po' di cose da fare ma vi prometto che cercherò di tornare di aggiornare.

Detto questo, se questo capitolo vi è piaciuto, mi farebbe piacere leggere i vostri commenti.

Vi abbraccio.

❤️❤️❤️

Da quando ti ho incontratoWhere stories live. Discover now