capitolo 4

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Un dolore allucinante mi trafigge la testa mi sveglio in una stanza bianca, la carta da parati era rosa con delle piccole margheritine gialle, giacevo in un grosso e morbido letto d'ospedale. 

Il rumore della macchina del cuore mi rimbombava nelle orecchie, ad un tratto qualcuno bussò alla porta e quando si aprì il cuore mi si colmò subito di felicità nel vedere mio padre con un enorme mazzo di papaveri, i miei fiori preferiti!

Lui mi sorride entrando e dietro di lui vi è mia madre che stringe forte a  se il peluche di quando ero bambina, il Signor Zampa, un piccolo lupacchiotto con grandi occhi azzurri e una folta pelliccia bianca e grigia; io e quel peluche ne abbiamo passate tante insieme ma soprattutto, ogni volta che ero triste o, ero malata con un suo abbraccio passava tutto... avevo dimenticato di averlo ancora, e alla vista di mia madre che lo stringeva forte al seno piangendo di gioia mi fece emozionare.
- Mamma, Papà! - - Phobe, non sforzarti... il dottore ha detto che potrai tornare presto a casa - 

- Dov'è Stacy? - - Si trova nella stanza accanto, purtroppo è in coma, ma i dottori dicono che presto si riprenderà - 

era tutta colpa mia, avevo fatto io quel casino, anche se continuavo a non capire che cosa fosse successo, non smettevo di pensare a quei penetranti occhi neri. 

Ero esausta nonostante avessi dormito per non so quanto tempo infatti mi addormentai in fretta.

Quando mi svegliai era pomeriggio, presumo, ero distesa ma qualcosa mi costrinse a sedermi, qualcuno aveva bussato alla mia porta, era il professor Thompson... 

-Posso?!- annuì io leggermente 

-Come stai? - 

- Abbastanza bene, tralasciando il particolare che mi trovo in ospedale senza sapere che cosa sia successo di preciso in quel bagno- 

-Capisco, domanda sbagliata, sai volevo farti qualche domanda a proposito di ciò che è successo in quel bagno... So che potrà essere doloroso ma è essenziale- 

- Certo, ma come ho già detto alla polizia, sono entrata nel bagno delle ragazze notando che vi era un odore strano che prov...- 

- Un odore tipo zolfo? - 

-Ehm...presumo di si- a quella mia risposta i suoi occhi verdi si spalancarono 

- Va tutto bene Signor Thompson?-

 - Si si, nulla di importante. Continua pure- 

-okay, sono entrata nel bagno trovando davanti allo specchio Stacy, e poi ho dei ricordi vaghi - Ho mentito. Non avrei mai potuto dire la verità su ciò che era realmente successo anche perché, nessuno mi avrebbe creduto, neppure io ci credevo. Ma in qualche modo il ragazzo capì che stavo mentendo e mi rassicurò sul fatto che potevo fidarmi di lui e che lui mi avrebbe creduto, così cedetti, e raccontai tutti per filo e per segno, lui però mi credette 

- Ora è meglio che ti lasci riposare - farfugliò il ragazzo 

 - Lei mi crede? - 

- Certo Phobe, hey senti per qualsiasi cosa chiamami, io starò qui fuori - disse chiudendosi la porta alle spalle.

Era notte, notte fonda presumo. Il bagliore della luna entrava dalle poche fessure delle tende color bianco panna di quella triste stanza  d'ospedale, e poi c'era il silenzio, quel silenzio inquietante che venne spezzato da un infermiere che entrò nella mia camera con una siringa alla mano 

- Il dottore mi ha richiesto di darti un sedativo per dormire meglio - 

- La ringraziò ma non...- non mi lasciò finire la frase che mi fece penetrare l'ago della siringa nel collo. Cominciavo a vedere tutto sfocato, ero assonata finché non mi riaddormentai.

ANOTHER ME  // SupernaturalWhere stories live. Discover now