20. Autocontrollo

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«A volte i desideri più grandi
diventano l'esatto opposto
e ci lacerano l'animo
facendolo in brandelli»
Anon

«A volte i desideri più grandidiventano l'esatto oppostoe ci lacerano l'animo facendolo in brandelli»Anon

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E m i l y

Un rumore assordante ci colse alla sprovvista, cessando quell'atmosfera di calma che s'era instaurata sin dalla mattina. Proveniva dal piano superiore, ne ero certa, e il fatto che si sentisse in modo così amplificato non prometteva nulla di positivo. Durante la scalinata percepivo i suoni in modo più limpido e chiaro, fino a riconoscere la voce di Jeremy mentre sbraitava contro il figlio.

Non sentivo alcuna reazione da parte sua, e questo mi spinse ad interferire nella questione, nonostante non fosse minimamente un mio diritto. Ero pronta per interrompere il monotono spettacolo che l'uomo era solito mettere in scena per ridicolizzare il suo stesso consanguineo, ma la visione di Jaxon e Jazmyn, terrorizzati a causa dell'egoismo di Jeremy, mi fece rivalutare quali fossero le giuste azioni da compiere.

"Signor Bieber, penso sia il caso di continuare questo confronto in giusta sede e non qui", dissi, interrompendolo all'istante.

"Sono convinto che tu fossi a piena conoscenza di questa stupida offerta di lavoro. Anzi, penso sia stata proprio tu a spronarlo, oppure mi sbaglio?", chiese, permettendosi di usare un tono indiscreto ed eccessivamente arrogante. L'avrei ripagato con la stessa moneta, se era questo che tanto desiderava.

"No, in realtà ha completamente ragione. C'è, per caso, qualcosa che non apprezza di tutto ciò?", ribattei, appoggiando il braccio sinistro sullo scaffale, rischiando di far cadere gli oggetti che erano riposti sopra ad esso. Non mi importava se risultavo infantile e poco professionale, non ero stata io a creare quella situazione.

"Sapevo che frequentarlo ti avrebbe rovinato, guarda come ti sei ridotta", confessò, rilasciando una risata amareggiata.

"Non permetterti mai più di parlarle in quel modo, è chiaro?" Non l'avevo ancora sentito proferire parola, e non m'immaginavo che avrebbe scelto proprio quell'istante per farlo. Aveva la fronte aggrottata, la carnagione andava sempre di più arrossandosi. Era quasi irriconoscibile.

"Tu non hai alcun diritto di dirmi cosa devo fare, abbi l'intelligenza di tacere per una volta. Se solo avessi preso un minimo da tuo fratello ora non saremmo finiti in queste condizioni".

Non fece in tempo a concludere la frase che vidi la figura di Jason nascondersi dall'altra parte del corridoio, mentre sul suo viso appariva la solita espressione divertita.

"Jason, nostro salvatore, è a dir poco meraviglioso poterti vedere dopo tutti questi giorni in cui sei completamente sparito. Però ora, ti prego, fa' ridere pure me, che non trovo alcun sentimento se non rabbia perché nessuno capisce che sei tutto fuorché una persona perbene", ammisi, dopo essermi accertata che i bambini se ne fossero andati.

Mi voltai verso Justin, consapevole delle parole che mi avrebbe rivolto in seguito, e mi limitai a mimare debolmente con le labbra un semplice: 'dovevo, mi dispiace'.

Fix You » jdb [wattys 2018] ; [completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora