10. HARRISON

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La guardo andarsene per l'ennesima volta e sospiro frustrato. Dovrei essere più gentile con lei ma non ci riesco, non con il casino che ho in testa. Quella ragazza ha un qualcosa che non mi so spiegare, crea confusione nella mia testa, come se non ce ne fosse già abbastanza.

La verità è che mi sento terribilmente in colpa verso Heaven, le sto nascondendo una crudele verità.
So che prima o poi dovrò dirglielo, ma per ora non ho intenzione di parlargliene. Ho intenzione di godermi il suo bel sorriso ancora per un po'.

Passo una buona mezz'ora a guidare nel traffico di Los Angeles per arrivare alla mia destinazione: Santa Monica. Mi sento tremendamente in colpa per non essere andato a trovarla per così tanto tempo.

Arrivato a destinazione scendo dalla macchina e inizio ad addentrarmi nel verde del cimitero. Ogni cosa è proprio come la ricordavo, apparte qualche tomba in più.
Sto sempre male quando vedo tombe di bambini piccoli e persone giovani, mi chiedo il perché, ma purtroppo non sono mai riuscito a trovare una risposta. Il mondo è crudele.

Avanzo ancora un po' guardandomi attorno e quando arrivo davanti alla sua tomba, calde lacrime rigano le mie guancie.
Eri così giovane e piena di vita, Jennifer.

Ci passavamo quattro anni di differenza mia sorella ed io, lei era la più grande ed era la cocca della mamma. Adesso avrebbe dovuto avere ventiquattro anni se fosse ancora in vita. Ricordo che da piccolo avevo una paura tremenda del buio e quasi ogni sera mi intrufolavo nella camera di Jen per dormire con lei. Arrivato all'età di dieci anni, lei mi disse che stavo diventando grande e che non dovevo avere più paura del buio perché i mostri non esistono.
Una volta mi disse che i veri mostri siamo noi... quando purtroppo non sapeva ancora quanto fosse vero.

Siamo capaci di fare cose terribili e aveva ragione: mia sorella si trova sotto terra per mano di qualcuno, è questo quello che è successo la sera del Prom di due anni fa che ha segnato per sempre la mia vita. Mi sono chiuso in me stesso, senza Jennifer non era più la stessa cosa. Invece di fare l'uomo e tenere duro per mia madre, nemmeno le rivolgevo la parola. Stavo ogni giorno chiuso dentro alla mia stanza, abbassavo la tapparella e rimanevo al buio, la cosa che più mi terrorizzava quando ero un bambino. Solamente così riuscivo a sentire Jen ancora vicina a me, al buio potevo immaginare che lei fosse lì sul letto con me a sussurrarmi parole confortanti e a farmi coraggio. In quei momenti immaginavo di tornare indietro nel tempo, di tornare bambino.

Mi abbasso davanti alla sua tomba e poso un bacio sopra alla foto. Mi asciugo le lacrime anche se inutilmente, perché tanto so che continueranno a scorrere ma non mi importa.

«Ciao Jen.» sussurro con la voce incrinata dal pianto. «Mi dispiace tanto per non essere passato in quest'ultimo periodo, spero tanto tu possa perdonarmi. Non so se ci stai male oppure no, in entrambi i casi non volevo ferirti. Sai, qualche giorno fa ho incontrato Heaven, non ti ho mai parlato di lei lo so, ma è la ragazza che avevo invitato al Prom quella sera...» mi interrompo senza nominare cosa successe. «Lei ti somiglia molto, sono sicuro che ti piacerebbe. È forte ma allo stesso tempo insicura. Abbassa sempre il viso ed arrossisce non appena le si fa un complimento. Non ho molto da raccontarti sul suo conto, apparte il fatto che ha catturato la mia attenzione. È mio compito proteggerla, come non sono riuscito a fare con te Jennifer. Mi incolpo ogni giorno per questo, se solo tu me ne avessi... parlato, se avessi saputo qualcosa al riguardo avrei fatto qualsiasi cosa pur di proteggerti. Mi dispiace tantissimo Jennifer. Non so dove sei adesso, ma sento che mi sei sempre ad un millimetro dal cuore. Mi manchi tantissimo. Ti prometto che sarò forte per te e ti vendicherò sorella. Ti amo infinitamente e spero tanto tu possa sentirlo, ovunque tu sia.» Concludo visibilmente sfasato.

Non c'è modo di fermare le mie lacrime, è come se uscisse una buona parte del dolore che mi porto sempre dentro, loro parlano al posto mio. Le lacrime sono più facili da versare che da spiegare. Tutto ciò che se ne va è un dolore che rimane. Non posso farci niente, so che mia sorella Jen vorrebbe vedermi sorridere e vivere la mia vita perchè la sua purtroppo è durata troppo poco. 

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