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Le pareti interne della scatola sono di un rosa chiaro. L'interno è un po' rovinato dal tempo, e questo è un segno che mi fa capire che devono essere davvero tanti anni che mia madre ha questa scatola.

Vari fogli, documenti e fotografie sono messi ordinatamente dentro ad essa.

Prendo in mano una delle foto e noto che è un'ecografia con scritta affianco la data in cui è stata fatta.

C'è un'altra ecografia, ma in questa oltre che ad esserci scritta la data, sul bordo bianco c'è scritto Heaven.

«Sono io» dico ad Harry mostrandogli la foto.

Lui sorride e me la tira via di mano per guardarla meglio.
«Ti amavo già anche quando eri ancora dentro alla pancia di tua madre» mormora ridacchiando.

Gli do un buffetto sul braccio e gli tolgo la foto dalle mani.

Ci sono altre varie ecografie che Harry ed io guardiamo stupiti.

Ci sono tutti i documenti della gravidanza di mia madre, le analisi e i referti. Li tolgo dalla scatola e li poso tutti sulla scrivania facendo attenzione a lasciarli nell'ordine in cui erano disposti.

Dentro alla scatola rimane un sacchetto di plastica con all'interno i due bracciali dell'ospedale: uno è grande come il mio polso ed è quello di mia madre, invece l'altro è così piccolo che riescono solamente ad entrarci due delle dita di Harry, e quello era il mio.

Sorrido stupita per tutta questa roba: mia madre ha conservato proprio tutto.

Sul fondo della cassa c'è una lettera ingiallita con scritto sopra il mio nome. La prendo e la apro con molta cura per paura che possa sgretolarsi fra le mie mani.

12/04/1997

Cara Heaven,
Sono la tua mamma, sì.
Probabilmente quando leggerai questa lettera sarai già grande ed avrai un figlio.
Ti scrivo queste poche righe per spiegarti il motivo di questo insolito regalo. Tua nonna Danielle, ha avuto questa iniziativa e l'ha chiamata la scatola dei ricordi, in questa ci sono i momenti più importanti fra noi due, quelli più intimi e quelli che non riuscirai a ricordare perché eri solamente una bambina che dormiva fra le mie braccia.
Adesso sono al settimo mese e tu continui a muoverti non facendomi dormire la notte con i tuoi numerosi calci. Non so come sarai, non so come saranno i tuoi capelli o di che colore saranno i tuoi occhi, ma so già che ti amerò più di oggi. Ogni giorno il mio amore per te cresce e diventa indissolubile, infinito.
Perdonami se a volte sbaglierò, ce la metterò tutta per essere una brava madre per te e ti proteggerò da qualsiasi cosa anche a costo della mia stessa vita. Sei la cosa più bella della mia vita, oggi, domani e per sempre.
Nessuno capirà mai l'amore che provo per te, sei l'unica che sa come batte il mio cuore da dentro.

Ti aspetto Heaven, tra due mesi sarai fra le mie braccia.

Ti amo. Mamma xxxxxx

Con le lacrime agli occhi chiudo la lettera e mi lascio coccolare dalle braccia Harry.

Ti ho perdonata mamma.
Ti ho perdonata da tanto ormai.

Mia madre ha mantenuto la sua promessa, mi ha sempre protetta ad ogni costo da mio padre, anche se io non lo capivo. L'ho odiata, l'ho odiata da morire credendo che non mi volesse e che non mi amasse... mentre l'unica cosa che ha fatto è stata proteggermi dal mostro che avevamo in casa subendone le conseguenze e standomi lontana.

«È tutto ok» bisbiglia Harry fra i miei capelli. «Non sentirti in colpa Heaven, tua madre è una grande donna e ti ama infinitamente»

Annuisco contro al suo petto e mi prendo del tempo per continuare ad abbracciarlo e ad inspirare il suo odore. Questa è casa mia.

Il pianto di Darcy ci fa staccare dal nostro abbraccio ed entrambi andiamo sul letto da nostra figlia.

Appena la prendo in braccio, Darcy mi fa un sorriso con tanto di fossette, e questo basta a cancellare la tristezza di qualche istante fa.
È adorabile, uguale a suo padre.

A volte mi chiedo se sia veramente mia figlia questa bellissima bambina.

«Darcy sei una ruffiana» mormora Harry facendo il finto offeso. Darcy non è voluta stare in braccio a lui questa volta.

«Non dirle queste cose» lo rimprovero scherzando.

Harry si avvicina a Darcy con il viso, facendo delle facce buffe per farla ridere, e ci riesce benissimo.
Harry è nato per fare il pagliaccio.
Mentre continua a fare lo stupido per far ridere nostra figlia, lei allunga una manina verso i suoi capelli e alla fine gli tira una ciocca facendo fare una smorfia ad Harry.

«Impari in fretta piccola peste. Sei proprio come tua madre» borbotta Harry scherzosamente.

Tutti e tre rimaniamo lì su quel letto, e non ho mai visto niente di più bello in tutta la mia vita. La mia felicità adesso dipende solo da loro.
Qualsiasi cosa accadrà, qualsiasi problema avrò in futuro, saprò che in questo mondo ci sarà sempre questo piccolo spazio di noi in cui potermi rifugiare per poter tornare a sorridere.

EVENING Where stories live. Discover now