Capitolo I

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In un grande quartiere di NewOrleans, abitava un ragazzino di nome Arthur Kirkland. Di umili origini inglesi, il giovane aveva sempre avuto uno spiccato senso dell'umorismo, chiamato da molti ~sarcasmo inglese~ e anche un atteggiamento molto raffinato.
Infatti non erano pochi i litigi tra lui e il suo miglior amico Yao Wang. Figlio adottivo di un ricco signore della città, molto ricco e viziato. Lui era il perfetto contrario di Arthur. Impulsivo, catatonico e anche molto fastidioso. O almeno così lo descriveva l'amico.
Un giorno Arthur, come quasi ogni pomeriggio, venne invitato dall'amico a casa sua, mentre la madre, essendo lei sarta, avrebbe lavorato a confezionare un bellissimo abito al padre di Yao.

Mentre la madre lavorava al vestito, i due ragazzi ne combinarono di tutte e di più, quasi distruggendo la camera da letto di Yao. Così, alla madre di Arthur venne la geniale idea di legger loro una fiaba presente nel libro di favole del ricco ragazzino.
I due bambini, accettata l'idea, decisero di stare calmi e di ascoltare la fiaba narrata dalla donna.
Quella storia parlava di una bellissima principessa che, un giorno qualunque, aveva perso la sua pallina dorata nel bosco, per poi capire che fosse finita dentro uno stagno. Quando andò a recuperarla, non riuscendoci, arrivò verso di lei un orribile ranocchio. Lei subito si disgustò e si scansò. Ma il ranocchio, che magicamente riusciva a parlare, fece un patto con lei. Lui avrebbe ripreso la palla dorata, mente lei lo avrebbe portato a casa sua, lo avrebbe fatto dormire nel suo letto, mangiato dal suo piatto e bevuto dal suo bicchiere. La ragazza subito accettò, ma, appena ripresa la palla, scappò via.
Il ranocchio però era stato più furbo. Infatti aveva seguito la bambina fino al castello. E spiegato ai sovrani con il suo fantastico dono, il perché si trovasse lì in quel momento, essi obbligarono la figlia a rispettare la parola data.

La ragazzina così dovette sopportarlo, ma, appena vide il ranocchio sbavare sul suo letto, lo ripudiò buttandolo a terra.

«Ci sono varie versioni. Una in particolare racconta che, una volta che il ranocchio rivela alla ragazza di essere un principe, lei lo bacia e ritorna ad avere sembianze umane. Questa è quella raccontata da questo libro di favole»

«Bleah Che schifo!»disse il giovane Arthur una volta che la madre finì di narrare la fiaba.

«Io... io invece sognerei di poter baciare un ranocchio per sposarmi con un principe!»mormorò l'amico Yao.

«Chi lo sa Arthur... magari anche tu, un giorno, dovrai baciare un brutto ranocchio!!»scherzò la madre facendo spaventare il povero bambino disgustato.
D'un tratto, nella stanza arrivò Ivan Braginski, il padre del bambino. L'uomo vide il vestito confezionato dalla madre di Arthur e, soddisfatto, pagò la donna, salutandola calorosamente.

Così i due si incamminarono verso casa, per poi arrivare circa mezz'ora dopo prendendo il tram.

«Ehi, Papà!»salutò il piccolo Arthur, non appena arrivò a casa.

«ciao, figliolo!»lo salutò il padre, stranamente già tornato dal lavoro. Lui era stato arruolato come soldato e ogni giorno arrivava a casa molto stanco. L'unica cosa che lo faceva sorridere era veder felice il suo Arthur.

«Bene ragazzi, credo sia l'ora di rientrare a casa, no?»Domandò la madre.

«Che ne dici di preparare del tè e pasticcini, piccolo Arthur?»Chiese il padre al bambino, tenendolo in braccio e strizzandogli
scherzosamente l'orecchio.

«Sì! E ovviamente lo offriremo a tutto il vicinato!»disse Arthur, facendo echeggiare la sua voce per l'intero quartiere, incuriosendo tutti i vicini.

«Certo!»

Così si misero da fare e dopo, finito di preparare il tè, lo offrirono a chiunque andasse di provarlo. 

Si fece sera. Arthur fu costretto a mettersi il pigiama e farsi rimboccare le coperte dai genitori. Non aveva affatto voglia di dormire, specialmente se pensava allo schifo che ebbe dovuto ascoltare a casa dell'amico. Disgustava qualsiasi cosa viscida. Da un comune insetto a rane e rospi.
Quando i genitori uscirono dalla sua stanza, pensando che il loro bambino si fosse già addormentato, Arthur scese dal letto e iniziò ad osservare le stelle.
Spesso suo padre gli aveva detto che se avesse espresso un desiderio, guardando una stella cadente, i suoi sogni si sarebbero avverati.
Appena ne vide una, non ci pensò due volte a desiderare un locale del tè pomeridiano. Da sempre sogno del padre, che a causa della guerra non ha mai potuto aprire.

Dopo aver espresso ciò, il bambino si rimise a dormire sotto le coperte... sicuro che prima o poi il suo sogno si sarebbe avverato.

Il Principe e il Ranocchio ~FrUk~Where stories live. Discover now