Capitolo VII

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Intanto il resto del gruppo raggiunse con poca fatica la casa di Donna Beta.
Le altre lucciole erano granché spaventate da quella dimora, infatti la donna che abitava in quel luogo era abbastanza lunatica e frenetica. Così Feliks disse loro che potevano pure tornare a casa e... così fecero.
Rimasero solo i due ranocchi, Alfred e Feliks che aspettavano il momento giusto per bussare alla porta.

Dopo aver sentito di tutto provenire dalla grande casa sull'albero- come padelle rumorose e vestiti volati dalla finestra- Alfred decise di bussare, per poi essere aperto pochi secondi dopo.

Ad aprirgli fu una donna non troppo alta, aveva i capelli castani chiaro e gli occhi verdi. Uno sguardo parecchio irritato ma anche frustante.

«Ciao... Elizabeta?» salutò incerto il coccodrillo.

Lei lo squadrò per un poco, seguendo poi con gli altri.

«Ah ciao Alfred! Da quanto non vieni a trovarmi! E loro chi sono?» Sembrava essere più tranquilla di prima.

«Ehm... conosci Feliks. Loro invece sono i miei nuovi amici, Arthur e Francis!»
La donna avvertì subito un'aura negativa. Aveva capito che non fossero dei veri anfibi e che molto probabilmente avevano bisogno del suo miracoloso aiuto.

Dopo di che la donna invitò loro a entrare e subito dopo prese la sua padella con fare minaccioso.

«Quindi... fatemi capire una cosa: siete stai maledetti?» Domandò incuriosita.

«Sì Madame!» Rispose Francis.

«Sì Beta, sono stati maledetti da Gilbert...» si intromise Feliks iniziando a partecipare alla conversazione.

La donna un po' amareggiata decise di riprendersi e di aiutare i due sciagurati.
«Nessun problema! Vi aiuterò io!»
Nessun presente oltre lei poteva sapere cosa avesse in mente. Ma la fecero parlare senza interruzioni.

«Prima di tutto devo sapere chi vi ha lanciato questa maledizione.»

Dopo di che i ranocchi spiegarono brevemente cosa fosse successo, lei non fu tanto felice di aver capito chi fosse lo stregone ad averli maledetti, ma capì subito dove sarebbe voluto arrivare e appena dopo disse loro cosa fare.

Sbatté la padella in faccia a Francis e subito dopo la buttò nel calderone che stava bollendo chissà che cosa.

«Ahia! Perché lo hai fatto?!» Chiese confuso e stordito lui.

«Visto che in questo momento non hai una ciocca di capelli con te, sbatterti la padella in faccia era il minimo che potessi fare!»
Arthur guardò prima la donna poi il compagno di viaggio, approvando il gesto.

«Ahhh!! Ho capito!» Disse euforica la donna appena trovò il modo per risolvere la faccenda.

«Che cosa?» Chiesero tutti all'unisono.

«Per ritornare a casa umani e salvi, tu!Francis! Dovrai baciare una principessa! E così anche Arthur tornerà umano!»

«Dici davvero?! E dove la trovo una principessa?!?»

"Non ci vorrà molto Francis!" Rispose al posto della donna Arthur:"Il mio amico Yao sarà un principe per tutto il martedì grasso! Elizabeta, può andare bene anche un principe maschio?"

«Mmm... l'importante è che sia reale. Se suo padre è stato eletto re, il tuo amico sarà sicuramente un principe!»

«Va bene...» rispose Francis con un volto non troppo triste, non gli sarebbe dispiaciuto più di tanto.

Il gruppo lasciò in pace la povera donna che, dimenticandosi di dirgli altro urlò:«Ah ranocchi! Mi son dimenticata di avvisarvi che allo scoccare della mezzanotte del martedì grasso il vostro amico non sarà più principe! Affrettatevi!»

«Ragazzi, non sentite uno strano rumore?" Si allarmò Alfred appena arrivati alle sponde del lago.
Si sentiva uno strano fruscio... quasi inquietante.
Dopo che il gruppo si fermò, uno stormo di pulcini terribilmente mostruosi e dagli occhi insanguinati sbucò dal nulla. Ovviamente cercavano di riprendere il Principe  e quasi ci riuscirono.
Arthur, capendo che, se avessero preso Francis lui non sarebbe più tornato umano, attaccò uno di quei pennuti che sembravano essere inarrestabili e... per sua sfortuna si ferì ad una zampa posteriore.
Neanche per Alfred fu facile fermarli, quegli uccelli erano davvero aggressivi e violenti, sembravano voler mordere ogni cosa toccassero. Feliks con un fischiettio radunò i suoi parenti lucciole e con una grande quantità di luce proveniente da loro, riuscirono a mandare via i pulcini, quasi accecati.

«Ho capito! È stato Gilbert ne sono sicuro!» Urlò il Principe appena notò che Arthur si era ferito a causa loro.

«Dobbiamo trovare Yao al più presto o rimarremo delle rane per sempre...!» Disse Arthur mentre si rialzò e scansandosi Francis continuò:«Venite amici, so dove dobbiamo andare.» Tutti lo seguirono verso la palude. Dovevano trovare il modo più veloce per ritornare a villa Braginski.

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