19. Colazione in famiglia

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Il sabato avevo la giornata libera, così ne approfittai per riposare e svegliarmi più tardi. Non che avessi molto sonno, ma mi piaceva restare nel letto a poltrire per ore. Il silenzio e il buio erano rilassanti, mi permettevano di meditare su nuove possibili creazioni.

Come ogni altra ragazza della mia età avevo le mie insicurezze, ma questo non mi frenava, ero ugualmente determinata a raggiungere i miei obiettivi. Ci tenevo molto a realizzarli, in fondo mi trovavo a New York proprio per quel motivo: farmi strada nel mondo della moda. Desideravo creare una linea tutta mia di vestiti. Vestiti che valorizzassero il corpo femminile, che fossero eleganti e particolari.

Purtroppo però, in quel momento, la mia mente era concentrata su altro, stava ripercorrendo la discussione avuta con Mathieu. Sapevo che continuare a pensarci mi avrebbe distratta solo dai miei obiettivi principali, ma tenerlo così vicino non mi aiutava a distogliere l'attenzione da lui.

La sera prima era arrivata anche Yvonne dall'università e Louise per scacciare via la rabbia ci aveva riunite entrambe in cucina, per aiutarla a preparare un plum-cake al cioccolato fondente e dei biscotti all'arancia. Avevamo trascorso l'intera serata tra ciotole, farina e racconti di diverso tipo. Quella casa, dapprima silenziosa, aveva pian piano iniziato a prendere vita con il rumore delle nostre chiacchiere e risate.

Quel clima famigliare per me era del tutto nuovo. Non avevo né fratelli e né sorelle, ma Yvonne e Louise mi facevano sentire come un membro della loro famiglia ed ero grata per tutto quel calore. Non potevo dire lo stesso su Mathieu... capivo il suo disprezzo nei miei confronti, ma era davvero esagerato da parte sua mantenere del rancore.

Aveva trascorso l'intero venerdì sera a fissarmi in malo modo e a prendersela con il mondo intero, senza ottenere nessuna reazione in cambio né da me e né da sua madre. Stanco poi della nostra indifferenza, aveva preso le sue cose ed era andato via, rientrando solo in tarda notte.

Mentre scendevo le scale, percepii da lontano le voci allegre di Yvonne e Louise. Nathan doveva essere uscito presto per lavoro e Mathieu probabilmente dormiva ancora. Entrai in cucina salutandole.

«Belle, tesoro, siediti e mangia un pezzo di plum-cake con noi.» Sorrisi a Louise e mi accomodai accanto a Yvonne.

«Grazie.» Mi rivolsi poi alla ragazza dai lunghi capelli corvini di fianco a me: «Tua madre è una chef, ogni giorno sforna dolci nuovi.»

«Non farti sentire troppo, potrebbe montarsi la testa!» Scoppiammo a ridere e Louise, che era intenta a pulire la cucina, ci lanciò un'espressione divertita.

Mentre mi allungavo per prendere la caraffa con il latte, entrò in cucina anche Mathieu. Aveva il viso stanco e gli occhi scavati, non mi sorpresi, era tornato verso le tre del mattino. Mi avevano svegliato i suoi passi pesanti e il continuo aprire e chiudere porte tra lo studio e il bagno.

Restando in silenzio, versai il latte nella tazza. Nell'aria c'era parecchia tensione, ma cercai di non pensarci troppo. Mathieu accennò un saluto forzato e si sedette di fronte a me con fare seccato, era ancora offeso e stava cercando in tutti i modi di farmi sentire un peso.

A spezzare quel clima gelido ci pensò Yvonne, gli tagliò una fettina di dolce e gliela passò con gentilezza. Non avevo un fratello, ma non ci voleva un mago per notare la loro complicità. Si scambiavano sguardi eloquenti e, nonostante fossi la benvenuta sia per Louise e sia per Yvonne, sapevo che quest'ultima avrebbe scelto in ogni caso di stare dalla parte del fratello. Non potevo darle torto, al suo posto forse avrei fatto lo stesso.

«Sei rientrato tardi ieri notte.» Louise ruppe il silenzio e si mise a sedere anche lei a tavola, mancava solo Nathan e in un certo senso lo invidiai.

La Ragazza che cuciva sogniWhere stories live. Discover now