74. Quando i riflettori si spengono - III Parte

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Il mio nome sembrava non fare parte di quella lista. Poi ci fu il quarto e dopo, finalmente, Michaela mi richiamò sulla passerella, dove solo qualche ora prima avevo sfilato. Sconvolta mi resi conto di non essere l'unica, a fianco a me c'era anche Claire e Kui, il ragazzo coreano. Questo significava che uno di noi tre aveva vinto il contest?

Fissai mia madre, mio nonno e ancora mia madre, sperando di ritrovare un briciolo di forza per superare anche quell'ultimo scoglio. Poi guardai gli occhi rassicuranti del mio migliore amico e gli sorrisi, sapevo che stava facendo silenziosamente il tifo per me.

«Il terzo classificato di questa sfilata è...» Michaela si prese qualche minuto di pausa, un minuto dove l'ansia era ormai alle stelle e non sapevo più a cosa affidarmi, se non alla curiosità di scoprire in quale posizione mi avessero collocata i giudici. «Al terzo posto c'è la nostra Claire Stuart, che si aggiudica una grossa somma di denaro, utile per finanziare i suoi studi e le sue prossime creazioni. Facciamole un applauso per il suo stile originale e per la sua tenacia, complimenti Claire!»

Applaudii incredula, ma non del tutto sorpresa. Si era dimostrata una degna rivale, un giorno magari l'avrei vista con occhi differenti, ma non in quel momento.

Seguirono altri minuti in cui Michaela spiegò brevemente il nostro percorso, Kui si avvicinò a me per stringermi la mano e stranamente lo lasciai fare, come se fosse il gesto più naturale da aspettarsi in un'occasione del genere. Ci scambiammo uno sguardo carico di tensione, eravamo entrambi sulla stessa barca. Entrambi speravamo in una vittoria, era ipocrita pensare il contrario, ma sapevo che chiunque avesse vinto tra noi due se lo sarebbe meritato. Gli abiti di Kui avevano quel qualcosa in più che li rendevano senza dubbio i migliori.

Chiusi gli occhi e ascoltai le parole della padrona di casa con i battiti del cuore che bussavano violenti contro la cassa toracica. La testa iniziò a girarmi nell'istante preciso in cui compresi di non essere la vincitrice. Dovevo aspettarmelo, ma un pizzico di delusione solleticò il mio stomaco, ricordandomi quanto fossi stata vicina a sfiorare l'apice di quella classifica. Riaprii le palpebre e ritrovai di nuovo il sorriso dei miei cari, non avevo vinto, ma quando la gioia si impadronì di nuovo del mio corpo, tirai un sospiro di sollievo.

«Al secondo posto troviamo i modelli dallo stile delicato della nostra timida Belle Reyes. Conosco questa ragazza da un po' di mesi e posso assicurarvi che ha tanto da offrire al mondo della moda ed è per questo che non vedo l'ora di intervistarla nella mia prossima rubrica dedicata ai stilisti emergenti, ma non è finita qui... L'aspettano sei mesi di stage in una delle case di moda più famose dell'America, quella della nostra amatissima Vera Wang. I miei più sentiti complimenti, Belle.»

Alla fine di quel discorso, Michaela mi abbracciò dolcemente, lacrime involontarie coprirono il mio viso, liberandomi dalla serie di emozioni che avevo imprigionato dentro di me per tutta la serata. Ero davvero commossa per ciò che mi stava accadendo, il mio sguardo volò ancora su mia madre e mio nonno, che nel frattempo si erano alzati per applaudirmi fragorosamente. Sorrisi felice all'idea di dover fare stage in un'azienda di moda prestigiosa. Questa per me rappresentava una grande opportunità di crescita professionale e non avrei permesso più a nessuno ostacolo di frenarmi dal realizzare il mio grande sogno.

«Grazie» mormorai all'amica di Norah, mentre si staccava da me per raggiungere un Kui pietrificato e non potevo dargli torto, era lui il vincitore, l'unico vero vincitore del concorso.

Indietreggiai di qualche passo per permettere a Michaela di premiarlo. Claire si accostò a me e insieme rimanemmo sulla passerella ad ascoltare il discorso finale; scorsi la ragazza lanciarmi diverse volte occhiate colpevoli, ma cercai di non concentrarmi troppo su di lei. Ero così felice per il mio secondo posto che francamente non m'importava più dell'incidente accaduto a inizio sfilata né di come mi aveva trattata sua zia. Da quel giorno la mia vita sarebbe letteralmente cambiata e non volevo più pensare al passato. Non più...

La Ragazza che cuciva sogniWhere stories live. Discover now