Capitolo 25 Allyson

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Una parola, un suono, il calore di una voce, capace di aprirti un mondo intero.

Quando chiudo la chiamata, un sorriso spontaneo compare sulle mie labbra. Ho pensato e ripensato almeno un miliardo di volte a noi, a tutto quello che Damon aveva fatto per me; chi conosce Damon Sanders sa che lui non è il ragazzo dalle frasi romantiche, dai gesti plateali e da tutte quelle cose che lui definisce "stronzate". Ma non sono le rose seminate per casa, la lettera o la collana che indosso da quando me l'ha regalata a farmi pensare a come affrontare l'ennesima bomba che ci è scoppiata tra le mani, è stato tutto ciò che abbiamo affrontato. L'ho visto consumare la sua vita giorno per giorno e malgrado fosse difficile stargli vicina, non mi sono arresa; ma non l'ha fatto nemmeno lui, quando primo fra tutti si è reso conto che anche i fantasmi del mio passato stavano tornando a tormentare i miei giorni. Ci siamo salvati a vicenda, forse è questa la definizione di Noi che riesco a dare. Volevo voltare realmente pagina, l'ho imposto così tante volte a me stessa, ma ogni foglio bianco che provavo a scrivere portava comunque il suo nome. Dicono che quando incontri il vero amore è per sempre; non credo a questa teoria e vivo con la prova tangente di tutto ciò, mio padre. Non l'ho più visto con nessun'altra donna, dopo la mamma, e credo che sia ancora il suo amore per lei a non permettergli di continuare a vivere la sua vita; io voglio essere certa di poter mettere la parola "fine" se mai quel giorno arrivasse. Non voglio far decidere agli eventi o ai problemi che ci strappano l'aria che ci avvolge, voglio decidere io per me e voglio che lui decida per sé. Per questo voglio come resettare tutto. Fermare il tempo anche se non si può, ma voglio poter credere di poterlo farlo sul serio. Non cancello le lacrime o le umiliazioni che sono uscite dalla sua bocca, che mi hanno sepolta in una fossa dalla quale credevo di non poter uscire fuori. Decido di metterle da parte e, per una volta, lascio che siano i colori a predominare sulle ombre. Forse sbaglio, magari mi sto illudendo ancora una volta, ma non riesco a ignorare come solo il suo sguardo mi faccia sentire ogni qualvolta si posi sul mio corpo.

«È andata bene, deduco dal tuo sorriso», commenta Kam mentre mi accompagna a casa.

Annuisco e mi volto a guardarlo intento alla guida.

«Grazie», dico, i suoi occhi per un istante incrociano i miei e la sua mano si posa sulla mia.

«Devi solo ringraziare te stessa per aver trovato il coraggio di darvi un'altra possibilità», questa volta deve essere diverso, prometto quasi a me stessa. «Sono fiero di te», aggiunge stringendomi la mano.

Sorrido a quel suo gesto da fratello maggiore ed è esattamente il legame che sento con lui; non ha importanza se nelle vene non scorre lo stesso sangue per creare un legame indissolubile e questa, al momento, è l'unica certezza che ho. So che anche tra dieci anni potrò voltarmi indietro trovando gli occhi azzurri di Kam che mi rassicurano e che, con una spinta sulla schiena, mi indicano ancora una volta la strada da percorrere. È questo che fanno gli amici.

«Devo ancora parlare con Jenna e Cristal, credi che...», scuote il capo senza darmi il tempo di terminare la frase.

«Credo che saranno contente per te come lo sono io. Hai scelto col cuore e anche se le cose non dovessero andare come desideri, cosa che non ti auguro di certo, avrai seguito i tuoi sentimenti, gli stessi che portano un solo nome...», sorrido e all'unisono esclamiamo: «Damon Sanders».

Scaccio dalla testa tutte le domande che mi hanno tormentata fino a varcare la porta della sua camera e mi concentro sul presente, non sul futuro, e nemmeno sul passato, ma solo sull'oggi e sul domani imminente.

«Dormi bene, principessa,» dice Kam sporgendosi verso di me per darmi un bacio sulla tempia.

«Salutami Chaise», dico poco prima di scendere dall'auto; lui annuisce fiero, sapendo di trovarlo a casa al suo ritorno. Non abita a tutti gli effetti da Kam, ancora, ma è solo questione di tempo e io non potrei esserne più felice. Mi aspetta finché non varco il portico e non chiudo la porta alle mie spalle. Sfilo il telefono dalla borsa, mi mordo il labbro e compongo il numero senza pensarci.

Un Amore Proibito 2 - Vite LontaneWhere stories live. Discover now