Non si può negare che in questo periodo su molti fronti sia attiva la polemica a proposito della correttezza grammaticale e formale. Da tutte le parti siamo bombardati da notizie su come il congiuntivo stia morendo, le virgole non le sappia più usare nessuno, il punto e virgola sia ormai estinto e le forme verbali corrette stiano subendo un processo di abbattimento.
Se noi adottassimo un punto di vista estremamente semplicistico sulla questione potremmo dire che, come al solito, è tutta colpa dell'inglese. Quante cose abbiamo preso in prestito e mai più ridato indietro!
Il mio scopo, tuttavia, non è quello di fare una dissertazione di tipo linguistico.
Correggiamo il tiro e lo stile: ho visto su facebook un post dove un individuo esprimeva la propria opinione in poposito ai puristi della grammatica che, all'interno di iniziative come gli scambi di letture, esprimevano la propria opinione negativa a causa della scarsa qualità dello scritto in questione. La data persona, su cui, badate bene, non sto esprimendo nè un commento positivo nè negativo, sosteneva che in presenza di una trama solida, di personaggi ben scritti e di uno stile avvincente, si potrebbe soprassedere a imperfezioni di tipo formale o a strutture narrative non ortodosse.
Verrebbe istintivo tirare fuori il crocifisso, il forcone e accendere la propria torcia da contadino: è quello che ci piace fare in quanto italiani e in quanto persone con un'educazione che rientra nella norma. Sputare sulla grammatica? Non sia mai! Ignorante! Analfabeta! Eppure pensateci bene: perchè la correttezza grammaticale dovrebbe influire negativamente su qualcosa di interessante? Perchè ci arrocchiamo ad ideali di stile e letteratura se non sappiamo nemmeno cosa sia?
Ditemi: cos'è la letteratura? Cos'è lo stile? Cos'è un classico? Chi decide cosa è un classico e chi decide cosa è letteratura? Rispondetemi voi perchè io una risposta non la ho. La verità è che non lo sappiamo.
Entrambi sono dei concetti i cui confini si perdono molto facilmente nella zona della definizione. Nel mondo della scrittura e della lettura esiste una sola verità assoluta: il lettore è re.
Puoi essere lo scrittore più ricco del mondo, avere la grammatica che prevedere l'Accademia della Crusca, ma se il pubblico ha deciso che non gli piaci non venderai.
È tutto un giorno di domanda e offerta. Ora interroghiamoci sul perchè la gente si iscriva a Wattpad: per leggere e per scrivere, okay. Ma che tipo di lettura e tipo di scritta? Una lettura d'evasione, disimpegnata e per passare il tempo. Una persona che leggere così (che, ripeto, non sto dicendo che è sbagliato) non si cura dei riferimenti intratestuali, delle alliterazioni, degli ossimori o delle figure retoriche in generale. Un lettore/lettrice di questo tipo leggere per vedere la storia svolgersi sotto i suoi occhi in tempi ragionevoli.
Un lettore conscio invece, che è l'opposto del lettore d'evasione, cerca gli elementi sopracitati nel testo che sta leggendo e si impegna a fare mano a mano il circolo ermeneutico che lo scrittore aveva in mente in primo luogo.
Il lettore d'evasione non torna indietro a rileggere per verificare un'ipotesi sorta alla mente in un dato passaggio, il lettore conscio invece sì.
Ora: ad ognuno il suo. Se il vostro scopo è fare pura letteratura d'evasione, allora non c'è problema. Fate tutti gli errori che volete, basta che non inficino la comunicazione o che voi non li giustifichiate, cosa che sarebbe pressocchè assurda. Non dovreste, inoltre, lamentarvi se il lettore decide di farvelo notare. È nei suoi diritti, dato che ci troviamo su una piattaforma pubblica.
La stessa cosa vale al contrario: un lettore d'evasione può andare a leggersi un romanzo non d'evasione. Tutti siamo entrambi i lettori anche a poche ore di distanza. Un momento siamo lettori consci e poi, due secondi dopo ci trasformiamo in lettori d'evasione.
Tuttavia, soffermiamoci a considerare cosa sia il valore della forma.
La forma è la bellezza, e la cura della forma è, di conseguenza, cura della bellezza che si comunica al proprio lettore. Presentare uno scritto pieno di errori può essere una scelta (da me personalmente non condivisa) ma finchè la comunicazione prevale, allora è comunque un testo. Se ci si pone, però, il problema di giudicarne la bellezza, ci potremmo trovare in difficoltà.
Immaginate la vostra opera d'arte figurativa preferita, sia essa un palazzo, un dipinto o una statua. Prendiamo il teatro del Palladio, i Coniugi Arnolfini e il Laocoonte (o magari una di quelle belle statue di Balla). L'armonia non è sempre il tratto dominante ma è innegabile vedere la volontà e il pensiero dell'artista dietro ogni pietra, tratto o curva. La mente viene protesa in quell'immenso sforzo che è il processo creativo per formare, plasmare e decisamente (mi scuserete la ripetizione) creare qualcosa che prima non c'era, in una forma che non esisteva e con un materiale che naturalmente non sarebbe in quella forma.
Pieghiamo carta e inchiostro al nostro volere ragionando sulle virgole e sulle assonanze, spaccandoci la testa per comunicare qualcosa. Anche il NON esprimere un concetto può far si che la volontà dell'autore sia evidente, fino ad arrivare all'ultima grande contemplazione della bellezza (in diversi gradi, ovviamente).
Questa è la differenza tra comunicazione e forma: vuoi che la tua storia comunichi? Allora fai quello che vuoi con la grammatica, lo spelling e le scelte lessicali. Vuoi che la tua storia abbia forma e bellezza nel suo essere espressione del vertice della coscienza della natura? Bene, rimboccati le maniche, tergiti il sudore dalla fronte e prega Dio perchè ne avrai bisogno. La mente umana sa essere dura come il marmo quando proviamo a estrarre da essa le idee.
Ma come Michelangelo estraendo i prigioni dalla pietra ha toccato uno dei punti più alti della scultura rinascimentale, non è detto che noi, tentando di estrarre i pensieri dalla nostra mente non possiamo puntare in alto.
- Fraffocrate is back

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Classy Demolishers - come NON scrivere un romanzo
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