9.Gli strani occhi

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~Nico

Percy continuava a parlarmi da mezz'ora di quanto Annabeth fosse carina e insopportabile.
Mi piaceva parlare con lui, anche se parlava della persona di cui era innamorato.
Sentimmo dei passettini e vedemmo entrare nella mia cabina una bambinetta bionda, gli occhi azzurri e la faccia sporca di una sostanza marrone.
Si avvicinò a Percy e gli mostrò le mani.
<<Papiiinoooo!! Gualda! Ho maggiato la totta di mamii!>>
<<Hai mangiato la torta di Annabeth?! Come hai osato? Era anche per me!>>
La piccola gli fece la linguaccia e corse via.
<<Sally, torna qui!>
Si voltò verso di me e mi sorrise. Uscì e rincorse la piccola peste. Io mi diressi in infermeria.

<<Insomma, Nico, mi ascolti sì o no?!>>
<<Scusa, Austin. Dicevi?>>
<<Dovresti prenderti una pausa.>>
<<Non ne ho bisogno, davvero.>>
Incrociò le braccia e mi guardò male. Alzai le mani, in segno di arresa ed uscì dall'infermeria. Erano cambiate tante cose. Persino io ero cambiato. Non so se sia una cosa positiva o negativa ma di sicuro è strana. Ciò che intendo è che sono cambiato molto fisicamente. Oltre ad essere cresciuto, i miei occhi sono completamente cambiati. Prima erano nero pece, tristi, vuoti. Adesso sono di un azzurro intenso, vivaci e maturi.
Non capisco cosa mi stia succedendo, ma sento che qualcosa deve accadere. Per forza.

Erano le 20:30 ed io ero ancora indeciso sul come vestirmi. Quella sera, infatti, la piccola Sally compiva quattro anni ed io volevo essere presentabile.
Scelsi una semplice maglia nera, con sopra una giacca color nocciola. I jeans blu scuro e le scarpe sportive erano nuove per me, ma decisi di non farmi troppi problemi. Legai i capelli in una veloce coda ed uscii dalla cabina.
Arrivai in mensa, dove c'era già il falò acceso e tanti semidei che stritolavano la povera Sally. Appena mi vide, la piccola corse verso di me.
<<Zio Neeks!!>>
<<Auguri, piccola.>>
Mi diede un bacino sulla guancia e mi guardò con quegli enormi occhi azzurri, che mi ricordavano tanto suo padre.
Percy ci raggiunse, con Annabeth al suo fianco.
<<Nico! Hai legato i capelli? È nuovo.>>
<<Già. Dovrei dargli una tagliata.>>
<<Ti donano, invece.>>
<<Ma smettila.>>
Ci dirigemmo verso il falò. La festa proseguì senza intoppi. Ci divertimmo molto. Sally ballava, con una grazia pari a quella del padre. Ossia simile a quella di un rinoceronte in panico.
I dolci di Annabeth erano il top e per una volta gradii la compagnia di Leo che, come al solito, faceva battute peggiori dell'alito di Cerbero.
<<E così io gli dissi di togliersi di mezzo per- Nico ti senti bene?>>
<<S-sí, scusami, Leo.>>
<<Sei troppo pallido, per i miei gusti.>>
Mi prese una mano.
<<Cavolo, sei gelato!>>
Sentii uno strano calore impadronirsi della mia mano.
<<G-razie.>>
Iniziai a tremare. La testa mi girava e gli occhi mi bruciavano.
<<Ohi, ti porto in infermeria!>>
Mi aiutò ad alzarmi e mi portò in infermeria.

Mi svegliai e, nonostante tutti gli sforzi, continuavo a vedere nero.
Cercai di mettermi a sedere, ma ero debole e continuavo a non vedere nulla.
Sentii una voce chiamarmi: Austin.
<<Ehi, Nico, sei sveglio. Come ti senti?>>
<<Come se avessi guardato dritto negli occhi di Medusa e allo stesso tempo fossi stato masticato da Cerbero.>>
<<Wow, molto chiara come spiegazione.>>
<<Perché non ci vedo?>>
<<Sei fasciato. Ieri i tuoi occhi sanguinavano.>>
<<Sanguinavano?!>>
<<Già.>>
Sentii le mani delicate di Austin togliermi le fasce. Aprii gli occhi a fatica e corsi allo specchio.

I miei occhi erano blu cielo, potrei dire che scintillassero quasi.
Continuavo a guardarmi, non credendo ai miei occhi. Man mano che continuavo a guardare, i miei occhi si facevano più magnetici. Non erano più i miei. In un istante mi girò la testa e dovetti poggiarmi al lavandino per non cadere. Chiusi gli occhi e quando li riaprii vidi un mostro, enorme e peloso, con dei denti enormi e due occhi rossi che mi fissavano. Avevo una spada in mano. Mi guardai. Avevo la maglia del campo, la mia pelle era più scura del solito, molto più scura. Il mio braccio era tempestato di lentiggini e riuscivo a sentire un dolce profumo di vaniglia. Un ciuffo biondo mi ricadeva sulla fronte sudata.

Aspettate: biondo?!

Spazio meeeee
Hola gientah!
Indovinate un po'? Il Wi-Fi mi si è crashato e io ho dovuto aspettare ore prima di aggiornare T.T
Però! Eccovi il capitolo successivo. Nico ha crisi d'identità lol
Detto questo torno nei meandri oscuri del mio piumone.

Quel giorno - SolangeloМесто, где живут истории. Откройте их для себя