12. Paprika e muffin

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~Nico
Erano le sette e mezza del mattino ed io non avevo dormito quella notte. Non so il vero motivo. Forse avevo paura di perdere Will, forse non volevo che finisse quel sogno stupendo. Chi lo sa.
Vidi Will nel mio letto, mentre ero seduto alla mia scrivania e pensavo solo a quanto mi fosse mancato, a quanto davvero avessi avuto bisogno delle sue labbra, della sua presenza e del suo amore nella mia vita. Lui aprì gli occhi e mi guardò.
Poi con voce flebile mi disse

<<'ngiorno... >>

<<Buongiorno.>> dissi io, sorridendo.

<<Che ore shono?>>

<<Le 7:30.>> sorrisi intenerito.

<<Mmhhhh.... Si fa la colassssione?>>

Il mio cuore perse una decina di battiti. Dejà-vu.

<<Sii, si fa la colassssione!>>

Will ridacchió e cercò di mettersi seduto sul letto.
Io mi avvicinai e gli diedi una mano. Si sedette e si scostò i capelli dal viso

<<Uff... Dovrei farmi una tinta... >>

Io iniziai a ridere.

<<Scusa, sei appena risorto dalle tenebre e pensi alla tinta per capelli?! >>

<<Prima di tutto lo stile, Nicola caro. >>

Io scossi la testa e poco dopo, non senza fatiche, riuscii a portarlo dagli altri e a fargli mangiare qualcosa.
Non starò a raccontarvi per filo e per segno cosa successe nell'esatto momento in cui gli altri videro Will. Mi limiterò solo ad elencarvi le reazioni in breve:
Percy: Urlo.
Annabeth: Collasso.
Jason: Serie di parole sconnesse.
Hazel: Crisi di pianto isterico.
Leo: "Wowie, sei vivo!"
Piper: "WTF sei vivo."
Più o meno così.
È in tutto ciò Sally continuava ad offrire dolcetti al padre pur di farlo calmare.

Ne offrì uno anche a Will che lo mangiò senza esitazione. Povero.
I dolcetti di Sally sono speciali. È in fissa col rosso perciò usa la paprika praticamente ovunque. Anche nei muffin. Quelli che offre tutti i giorni a noi. E quelli che ha appena mangiato Will.
Non fu proprio una sensazione piacevole per lui, ma perlomeno ci divertimmo.

I giorni passarono e Will si riprese. La sua tinta bionda ritornò sui suoi capelli e l'abbronzatura non fu da meno.  Non sembrava cambiato per niente, ma sapevo che in fondo era cresciuto anche lui in qualche modo.

Gli anni passarono e la nostra vita non poteva andare meglio. Certo, i mostri attaccavano e le difficoltà erano sempre pronte ad ostacolare la nostra felicità, ma più niente avrebbe potuto separarci.
E ancora di più volevo rafforzare il nostro rapporto.

Così, quella sera, decisi di chiederglielo.

IL MIO ANGOLETTO CARINO CARINO

*si nasconde dietro una roccia con protezioni e allarmi* NON UCCIDETEMI VI PREGO!
Finalmente sono risorta dalla mia improvvisa morte e vi chiedo scusa. Comunque, questo è il penultimo capitolo della storia. Ringrazio tutti voi che siete arrivati fin qui.
Eeh niente.  Ciau.

Quel giorno - SolangeloOù les histoires vivent. Découvrez maintenant