chapter ten

2.4K 218 178
                                    

Il mattino seguente, Jack si risvegliò senza nessuno accanto.

Si stropicciò gli occhi e si guardò attorno, chiedendosi se fosse possibile che Finn fosse già in piedi.
Accese dunque il suo telefono sul comodino, per controllare l'orario. Segnava le dieci e quaranta.

«Non può essersi svegliato così presto» bofonchiò, scendendo lentamente dal letto a baldacchino.

❀❀❀

Erano solamente le sei, quando la sveglia suonò.
Finn dovette controllare il forte impulso di spegnerla e continuare a dormire, ma riuscì - anche se più tardi di quanto avesse programmato - ad aprire le palpebre e cominciare la giornata.

Si era addormentato con la propria mano stretta in quella di Jack, perciò, prima di potersi sollevare e prepararsi per l'incontro con Millie, perse tempo ad escogitare un metodo per allontanarle senza destare il ragazzo minuto affianco a lui.

Quando finalmente ci riuscì, erano già scoccate le sei e venti.
Non era necessario svegliarsi di prima mattina - Millie non aveva neppure specificato un determinato orario - ma Finn sapeva che Jack si sarebbe svegliato prima di lui, senza una sveglia a dargli manforte, e non se la sentiva di spiegargli i motivi per cui doveva uscire di casa senza lui che lo accompagnasse.

Dopotutto, Finn e Millie erano stati ufficialmente fidanzati, tempo addietro.
E Jack lo sapeva.

Afferrò frettolosamente un'aderente t-shirt a righe dall'armadio, infilò dei blu-jeans e volle mettersi le scarpe una volta uscito, per non creare il minimo rumore.
Probabilmente i suoi capelli erano davvero un disastro, ma non gli importava.

Fece di corsa l'intera scalinata in marmo e si precipitò fuori dall'uscio del soggiorno, dove si sentì al sicuro.
Si accorse di aver dimenticato di fare un paio di cose importanti - come lavarsi i denti, sciacquarsi il viso - ma procedette ugualmente verso la frullateria dove, a distanza di tempo indefinito, avrebbe incontrato Millie.

Una volta raggiunto il bar in questione, scelse un posto a sedere. Il loro posto a sedere.
Lei e Millie vi sedevano sempre al rientro da scuola, giusto per fare una chiacchierata o, nella peggiore delle ipotesi, lo utilizzavano come rifugio per scappare dai soliti bulli che davano loro noia, fin dalle medie.

Era decisamente il più protetto del locale, e Finn l'aveva valutato con cura. Non troppo vicini all'entrata, in modo da non farsi vedere dalle persone oltre la vetrina, ma nemmeno troppo in fondo, per avere sempre la barista che gli tenesse - anche se discretamente - d'occhio, in caso Gaten Matarazzo dovesse farsi vivo.

«Posso portarti qualcosa?» gli chiese una voce gentile, che gli risuonò familiare.
Alzò lo sguardo verso la cameriera, con indifferenza. Sadie Sink.

«Non ancora, grazie» rispose lui, facendo finta di dare un'occhiata al menù dei milkshake.

Sadie Sink era una ragazza della sua scuola; alta, bella e dall'aspetto fiero.
Aveva il volto tempestato di lentiggini - quasi quanto il suo - e dei lucidi e folti capelli rossi, che portava sempre legati in una disordinata coda di cavallo, quando doveva lavorare allo Smoothie&Cookie.

In un certo senso - e Finn lo notò solo in quell'istante - rassomigliava particolarmente a Sophia.
Forse è per questo che si odiano pensò, prima di sentirsi nuovamente osservato dai due occhi azzurri della ragazza dinnanzi a lui.

«Molto bene» replicò lei, forzando un altro sorriso - probabilmente le alzavano la paga, se si fingeva gentile con i clienti - «fammi sapere quando hai deciso.»
«D'accordo.»
«Okay.»

Ma il riccioluto percepì il suo sguardo ancora puntato addosso, e non potè fare a meno di chiedersi se lei sapesse il motivo per cui non avrebbe mai potuto avere un interesse nei suoi confronti.

Infine, Sadie tornò a seguire un altro tavolo.

Infine, Finn prese il cellulare dalla tasca, tentando di velocizzare l'attesa.
Scorse quattro nuovi messaggi da Jack.

Jack Dylan Grazer:«Dove cazzo sei?»

Jack Dylan GrazerFinn?»

Jack Dylan Grazer:«Mi sto preoccupando, Finn.»

Jack Dylan Grazer:«Sono fuori casa, resta dove sei.»

«Merda» mormorò il riccioluto. Stava per rispondergli, spiegarli perché fosse dovuto uscire così frettolosamente, dirgli che stava bene, ma si sentì accapponare la pelle.

Millie aveva fatto il suo ingresso nel locale.

Finn la guardò a lungo, prima di spiccicare qualche parola.
Era diventata più alta, e decisamente più femminile. Indossava uno stretto vestito nero, che terminava poco prima delle ginocchia, e sopra di esso - probabilmente per coprire l'immensa scollatura - una giacchetta in jeans a maniche lunghe.
I suoi corti capelli castani erano raccolti all'indietro con due piccole trecce, e anche il viso aveva un qualcosa di diverso.

A Finn sembrò che le sue ciglia fossero più lunghe, dunque i suoi occhi castani un po' più luminosi; le gote un po' più rosee, le labbra di un colore non definibile in natura.
«Ehi» disse alla fine, vedendola sedersi nello sgabello davanti a lui.
Lei emise un sorriso smagliante. «Ciao, Finnie. Stai alla grande!» esclamò, poggiando la sua borsa firmata sul tavolino.

«Anche tu, vedo» rispose lui, tentando di non osservare troppo a lungo la scritta Gucci su ogni parte del suo outfit.

E si accorse che mai, come in quel momento, avrebbe voluto che Jack fosse venuto con lui.

Buongiorno a tutti, e buon anno nuovo (fate finta che sia mezzanotte ok, non porta sfiga, giuro.)
Ieri non sono riuscita a chiudere occhio dopo che QUALCUNO (coffcoff) mi ha spoilerato qualche morte dell'IT originale.
E niente, mi stavo davvero cagando sotto.
Comunque, amo il fatto che posso parlare con voi così di qualunque cosa mi passi per la testa, lmao. Credo di starmi affezionando molto a questa piattaforma.
MA ORA vado a guardare Dragon Trainer 2, quindi basta con le cose sdolcinate.
Provo a postare un altro capitolo, di pomeriggio. (sono tanto attiva amatemi)
E scusate per la poca Fack di questo, ma mi serviva come slancio per il prossimo.

not a love ➳ fackWhere stories live. Discover now