chapter thirty one

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Finn si sarebbe ricordato di quella cena Natalizia come la peggiore della sua vita.

Essa aveva portato anche note positive però: aveva finalmente rivisto tutti i suoi più cari amici, perfino quelli che si era ritrovato a trascurare ultimamente; come Sadie.

Quando la rossa aveva fatto capolino in casa Wolfhard - con il suo vestito roseo attillato - l'intera sala sembrò rimanere a bocca aperta, col fiato sospeso. Era una ragazza eccentrica, quella Sadie Sink, ma al contempo era perfettamente capace di essere una buona amica nel momento del bisogno.

Wyatt e Jaeden si erano presentati insieme, mano nella mano, e il riccioluto ne aveva potuto dedurre che tutto, tra di loro, era tornato alla normalità. Li aveva anche scorsi darsi a vicenda degli affettuosi, piccoli baci sulle gote sotto il famoso vischio degli innamorati, che sua madre aveva tanto insistito ad appendere.

Ma il motivo per cui Finn era stato costretto a detestare la serata trascorsa, era stato il comportamento di Nick.
Non aveva fatto alcun accenno riguardo a ciò che aveva visto, ed era proprio questo a spaventarlo. Avrebbe di gran lunga preferito essere messo in imbarazzo di fronte all'intera tavola imbandita, piuttosto che venir trattato in tale maniera.

Fingeva di non accorgersene, ma ad ogni occhiata che rivolgeva a Jack; ad ogni loro stretta di mano, ad ogni piccolo bacio che si scambiavano, suo fratello pareva avere un mancamento. Lo vedeva in modo differente, lo trattava in modo differente. E non vi era cosa peggiore.

«Nick» gli sussurrò infine, dopo averlo preso in disparte dal resto degli invitati. «Penso che dovremmo parlarne. Sai, di quello che hai visto.»

«Io non ho visto niente» rimarcò il fratello maggiore, lasciando trapelare la solita aria distaccata che aveva mantenuto per tutta la sera. «Non sono fatti miei.»

«Lo sono» insistette Finn, con voce sempre più malinconica «tu sei mio fratello, cazzo. Sai quanto mi sei mancato? Moltissimo. Non ci vedevamo da molto e ora che sei qui.. io.. non volevo rovinare tutto.»

Si lasciò scrutare viscidamente da cima a piedi, prima di continuare:«mi dispiace, Nick. Mi dispiace se ti ho deluso, ma non posso farci niente. Non lo controllo: é una cosa più forte di me, che sento dentro. Io sono così.»

«Non é giusto» rispose lui, in un sibilo «non potete.. voi.. Finn, sei solo un ragazzino. Non puoi comportarti come un adulto, perché non lo sei: non sei pronto. Non ho nulla contro la vostra relazione, ma vorrei che stesse più attenti a queste cose: non è un gioco.»

«Lo so cosa pensi di aver visto, ma non é così. Non é accaduto nulla di cui preoccuparsi, te lo posso garantire. Non sto giocando a fare l'adulto, Nick. Non voglio esserlo. Io voglio solo essere.. tuo fratello» bofonchiò Finn, distogliendo lo sguardo. Percepiva le lacrime, sentiva che volevano scendere; gli bruciavano, lo punzecchiavano, ma le cacciò via con un sospiro agitato. «Ti prego.»

Il fratello scosse lentamente la testa per poi finire a guardare il minore dritto negli occhi, notando quanto fossero umidi. «Non piangere» gli disse, scaturando un sorriso dei suoi «dai, sembri una femminuccia.»

«Non sto piangendo» lo rimbeccò il riccioluto, ricambiando il sorriso complice «é che ho qualcosa negli occhi.»
«Sì, lacrime» replicò Jack, posizionandosi dinnanzi a Nick.

«Senti, amico» attaccò pacatamente, ancora inebriato dalla battuta appena fatta «so che é strano. Davvero, lo so bene, era una follia anche per me, inizialmente. Ma il punto é che tengo a Finn più di qualunque altra cosa al mondo, persino più delle fotografie scattate di nascosto al fondoschiena del padre di Chosen, sul serio. Quindi, per favore, dammi almeno una possibilità per dimostrarti che..»

«É tutto okay» lo interruppe egli, allungandogli la mano. Il ragazzo minuto la strinse con un sorrisetto compiaciuto e infine si rivolse a Finn, come un segnale celato per comunicargli che «hai visto? Ce l'abbiamo fatta!»

Quando il fratello maggiore li lasciò da soli per andare a versarsi qualche altro punch scarlatto, il riccioluto poté ricambiargli l'occhiata. «Sono felice che ci abbia scoperti, in un certo senso» ammise, arrossendo lievemente.

«Scoperti a fare cosa
«Non ricominciare, Jackie» brontolò lui, scoppiando poi in una risata vivace.

Ma la sua euforia non parve durare a lungo. Si chinò ad abbracciare Jack e così intravide, dall'altro lato della sala, la porta d'ingresso aprirsi nuovamente.

«Scusate» tuonò la signora Schnapp, nella sua tenuta viola «siamo in ritardo. Avanti caro, entra.»

Finn si voltò rapidamente a guardare Wyatt e si accigliò quando constatò che era stato corrisposto.

Noah Schnapp in questa casa non lo voglio proprio.

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