OUT OF THE BLUE

624 64 7
                                    

(dir. dennis hooper)

𝚌𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 𝟸

in cui,
Namjoon rivede
un vecchio amico

Namjoon volle così -spaventato da quell'intervento improvviso e inatteso- seguire con lo sguardo quella voce roca e inquietantemente lenta, ma aveva fatto male i calcoli: un capogiro, la luce del lampione accecante e la vista sfocata dall'acqua salata. un'altra delle sue pessime e stupide idee.

«c-cosa?»

si girò per sputare a terra i residui acidi nella suo bocca, una mano sullo stomaco e l'altra appoggiata sui mattoni ruvidi. sentì dei passi accanto e si asciugò le ciglia bagnate con la felpa. alla sua sinistra, come in un film coreano degli anni novanta, un affascinante ma minuto uomo era in piedi con dei Kleenex in mano, oscurato generosamente da quel maledetto lampione dietro la sua figura; lo squadrò, era tutto troppo strano. abbassando lo sguardo, vide ai suoi piedi delle converse azzurrine: vomitò nuovamente.

«ubriaco già a quest'ora?»

«perché tutti con le converse a gennaio?» borbottò, diffidente. vide il corvino osservarsi le converse celesti aggrottando le sopracciglia. erano bagnate e parzialmente sporche di fango «non è stagione per le converse, sono di tela. e non sono ubriaco. solo cornuto.»

ci fu un breve silenzio. «mi spiace.»

«non importa.»

Namjoon pensò "perché questo non si leva dai coglioni?" ma se ne pentì, perché era stato troppo gentile per insultarlo. il corvino, intanto, continuava ad osservarlo senza il minimo imbarazzo. «strana reazione, comunque. non ho mai visto nessuno vomitare per delle corna.» Namjoon decise di non reagire in alcun modo, solo, cercò imbarazzato di buttare della neve sopra quel cumulo maleodorante. «strano.»

«quanto uno sconosciuto che ti offre un fazzoletto dopo aver vomitato?»

«c'è qualcosa di male in questo?»

il vomito, caldo, sciolse lentamente la neve; un rivolo di vomito toccò l'anfibio del castano che, rabbrividendo, fece un salto all'indietro, sopprimento tra i denti una mezza bestemmia. si girò verso il moro, ancora fermo in mezzo alla strada deserta che lo osservava, il viso impassibile, quello di Namjoon in fiamme. «io non l'ho detto.» prese dalla tasca la coca-cola e se la scolò d'un fiato, come se fosse il nettare degli dèi anche se ipoteticamente, pensò Namjoon, lo sarebbe potuto essere.

quando il silenzio calò sui due giovani, il castano non esitò a buttare la bottiglia a terra, spezzando quel momento di tensione. «grazie per... il fazzoletto.»

«figurati.»

Namjoon iniziò a camminare, i passi del moro dietro di lui. in quella strada silenziosa, i suoi anfibi facevano un rumore strano che dapprima lo imbarazzarono, poi lo resero nervoso perché seguiti dal suono delle converse del corvino. iniziò a sudare freddo. perché ogni volta che svoltava strada quel tizio gli andava dietro?

«hey, mi stai seguendo per caso?»

si girò con un sorriso nervoso. il ragazzo, dietro di lui, sembrò infastidito. «perché dovrei?» Namjoon si agitò un po' per quella domanda secca e coincisa. perché avrebbe dovuto? nervoso, giocherellò con le sue dita lunghe quel filo che pendeva fastidiosamente dalla giacca. il corvino scrollò le spalle. «sto andando ad un pub, l'unico di questo quartiere di merda. Ritual.» Namjoon lo vide mettersi le mani in tasca e guardarlo con sfida. «lo conosci?»

mellifluous - namgiWhere stories live. Discover now