BIRDMAN OR (THE UNEXPECTED VIRTUE OF IGNORANCE)

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(dir. alejandro g. iñárritu)

𝚌𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 𝟾

in cui,
Namjoon si scontra
con la violenza dell'amore

il castano espirò l'accenno di una risata, incapace di intuire le intenzioni e i pensieri di quel misterioso ometto. «scuse? di cosa parli? non ricordo di altre discussioni.»

il ragazzo-coperta strisciò verso il divano, appoggiandosi poi con le mani al tavolo, evitando di incrociare lo sguardo dubbioso del minore. piegò la coperta in quattro parti e la ripose mollemente sul legno. «devo confessarti una cosa. è che non voglio che questa cosa mi uscisse da ubriaco, una cosa piuttosto probabile effettivamente...» le sue mani gesticolanti e il rossore che progressivamente si espandeva dalle orecchie alle guance confusero il castano in tutti i modi possibili, che di sbracciamenti ormai non ne poteva più.

Namjoon corrugò le sopracciglia. «non ti seguo.»

da ogni angolazione possibile ed immaginaria, Min Yoongi sembrava una fragile statua di porcellana. le sue gambe erano impressionalmente magre e sembrava potersi reggere a malapena, nonostante l'energia che spesso trasmetteva al castano. era talmente piccolo che Namjoon ebbe quasi il desiderio di prenderlo e di abbracciarlo, nel modo in cui avrebbe coccolato un gigantesco orso di peluche. ma soprattutto, ciò che lo faceva impazzire era la sua lattea pelle che dava l'impressione di essere fatta di marmo: lunghe vene bluastre scorrevano solitamente visibili sulle braccia, e sul collo una vena ben percettibile attirava spesso la sua attenzione, lo rendeva quasi bramoso nel volerla sfiorare con i polpastrelli. in due settimane, Namjoon non aveva mai davvero prestato attenzione alla quantità di cibo che Yoongi serviva a se stesso, se non il solito caffè americano per colazione, pasto che neanche consumavano insieme se non occasionalmente. per il resto, il moro piluccava un po' dagli avanzi che Namjoon lasciava a cena, o le volte in cui andava a comprare la frutta per entrambi. di che si nutriva il corvino, se non di aria?

«è imbarazzante, perciò lo dico senza troppi giri di parole.» lo sguardo del moro si era concentrato sul pomo d'adamo del castano, il quale, nervoso, tirò su il colletto del maglioncino. Yoongi, ancor più imbarazzato, alzò lo sguardo, incrociando quello curioso del castano. del rossore apparve sul suo viso. «o forse no.»

«cosa?» Namjoon si alzò dal divano, divenuto improvvisamente nervoso. guardò Yoongi e sorrise, corrugando le sopracciglia. «dimmi cosa!»

«è troppo imbarazzante, scusami.»

e che si dica di Namjoon -che sia pigro, cieco, insensibile e troppo spesso gentile- non si faceva alcun scrupolo per ottenere ciò che desiderava, facendo ricorso anche a mezzi politicamente scorretti come i suoi genitori gli avevano sempre sussurrato all'orecchio. la tecnica preferita di sua madre era la malizia sfacciata e immorale di chi sorseggia champagne su delle vellutate Jimmy Choo rosse, tanto che, da bambino, Namjoon era solito fare il labbruccio per convincere i grandi. era necessaria tanta audacia ma, come detto in precedenza, nessun scrupolo né sospetto: avrebbe ottenuto ciò che desiderava ottenere.

«e perché tanto imbarazzo?»

alzò le maniche del maglione e si passò una mano fra i capelli, osservando il fisico del maggiore con particolare intensità. vide Yoongi farsi rosso in viso e prendere la coperta dal tavolo. si mise la coperta e rinchiuse quel piccolo corpicino tra le sue spire.

guardami.

«infatti.. non è niente di che, davvero.»

si avvicinò, respirare era un pochino più difficile in quel momento e il viso del maggiore sembrava scolpito in pietra, tanto bianco era. notò qualche piccola macchia sulle sue guance e una piccola cicatrice pallida solcava un suo zigomo. «adesso però lo voglio sapere.»

mellifluous - namgiWhere stories live. Discover now