Capitolo 5

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Capitolo 5.

La presa di Arthur, sul polso, era salda. Bloccato in quel modo, Merlin si trovò costretto a sedersi per terra, con la schiena contro il comodino. Rimase fermo, a lungo, in quella posizione osservando Arthur che dormiva.

Solo un'ora più tardi, il ragazzo si svegliò, notando che teneva Merlin per il polso ed esclamò lasciandolo andare: «Scusami, non volevo...» il ragazzo dai capelli corvini gli rispose: «Non importa...» si alzò da terra pulendosi i pantaloni, un lieve sorriso gli illuminava il volto e gli occhi.

Come poco prima Morgana, anche Arthur notò il medaglione al collo del ragazzo:

«Dove l'hai preso quel medaglione?» Merlin abbassò il volto, celando il medaglione sotto il camicia: «Me l'ha dato un amico moltissimo tempo fa. Mi ha chiesto di tenerlo al sicuro...»

«Sembra lo stemma della mia famiglia» continuò Arthur, perplesso: «Sto aspettando che quella persona torni da me» continuò Merlin con una nota di malinconia nella voce ed Arthur d'istinto lo attirò a sé, abbracciandolo.

La sorpresa di quel gesto, inatteso, e tanto desiderato, furono per Merlin una molla di sfogo. Pianse, incapace di trattenersi. Stringendosi maggiormente ad Arthur: «Merlin, stai bene?» chiese lui preoccupato.

Sentirlo piangere contro il suo collo, e vederlo così... esposto, Arthur aveva sentito una strana e triste sensazione farsi strada in lui. Già da quella mattina, quando si era seduto al suo fianco, aveva provato un qualcosa che non riusciva a spiegarsi.

«Sì. Scusami era solo un attimo di debolezza» si asciugò gli occhi e si allontanò dal corpo del giovane Pendragon: «So che ci conosciamo da poco, ma se vuoi parlare ti ascolto» gli disse osservandolo davvero molto preoccupato, non sapeva nemmeno perché gli facesse quello strano effetto vederlo triste: «Grazie Arthur...»

«Come si chiama la persona che ti ha dato il medaglione?» la domanda uscì dalla bocca prima che potesse fermarla: «Lui ha il tuo stesso nome...»

Non voleva rivelare troppo al ragazzo, voleva procedere lentamente, senza forzare troppo le cose: «Arthur Pendragon?» chiese lui perplesso e Merlin annuì:

«Posso vederlo meglio?»

Merlin si tolse il medaglione dal collo e lo diede al ragazzo che l'osservò perplesso e lo girò notando una scritta.

"Segui il tuo cuore, ti aprirà le porte della felicità – Lady Ygraine De Bois"

«Lo stesso nome di mia madre.... Anche se la data, qui è sbiadita»

Merlin sorrise incerto: «Sì. È molto vecchio, la data è sbiadita per questo...»

Arthur notando negli occhi di Merlin l'ansia per la mancanza del medaglione, si alzò dal letto e glielo mise al collo. Vedendo il ricordo legato ad esso, e per un attimo ne rimase sorpreso: «Merlin, chi erano? Li hai visti?»

Merlin non osò guardare in faccia Arthur, sarebbe crollato di nuovo se lo avesse fatto. Perché era come quel giorno: gli stessi gesti, anche se le parole erano cambiate: «Sì. Arthur li ho visti. Li vedo sempre...» la sua voce era un sussurro, ma Arthur voleva saperne di più, così Merlin si avvicinò alla sua valigia e l'aprì. Prese un libro da quelli che aveva recuperato da casa e si voltò di nuovo verso il ragazzo: «Leggilo e capirai chi erano quei due che hai visto...» disse lui tendendogli il libro, Arthur piuttosto incuriosito da tutto quel mistero e soprattutto da quel ragazzo che aveva visto, prese il libro che Merlin gli porgeva:

«Troverò veramente le risposte in questo libro?» chiese lui notando quanto fosse grosso il libro che teneva in mano: «Sì, le troverai...»

Arthur soddisfatto da quella risposta si rimise seduto sul letto e aprì il libro, notando subito la fragilità delle pagine. Era scritto in latino, ma poteva leggerlo senza problemi. Studiare latino, era uno dei pochi obblighi della sua famiglia che aveva amato maggiormente. 

Il mio destino sei tuWhere stories live. Discover now