Challenge LUNGHISSIMA

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La carissima (seh seh) Francesca_Cipher mi ha taggata in una challenge particolare...
Devo scrivere una one-shot su una ship che mi piace.
E no, per amore delle guance di Priscy, non è la Primas.
È...
La Annis -///-
Non scleratemi troppo, uso questa challenge solo come escamotage per tentare di riavere la mia musa ispiratrice a sussurrarmi nelle orecchie >.<
Divertitevi a prendermi in giro su questo testo...
Prima di scordarmene, taggo:
BlueGeranium (la mia schiavista preferita -3-)
ElisaLoveStory (anche se orma c'ho rinunciato)
3770R3
_LaRagazzaX
D4ni3laa
E non indugiamo! Let's go!
Warning: pesanti accenni alla Primas.

Prima di scordarmene, taggo:BlueGeranium (la mia schiavista preferita -3-)ElisaLoveStory (anche se orma c'ho rinunciato)3770R3 _LaRagazzaX D4ni3laa E non indugiamo! Let's go!Warning: pesanti accenni alla Primas

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La pioggia cadeva lenta sull'asfalto.
La osservavo, incantata.
Sembrava proprio che ballasse un valzer delicato e sfuggevole, ipnotizzante come gli occhi di un pazzo.
Allungai la mano, esitante.
Lasciai che un paio di goccioline mi bagnassero il palmo per poi ritirarla nuovamente sotto alla manica scura della mia felpa, troppo grande per me.
Avevo litigato con lui.
Di nuovo.
Certe volte mi chiedevo perché era venuto da me: d'accordo, ci conoscevamo da tutta la vita, però...
C'era quel passato terribilmente imbarazzante che nessuno dei due riusciva a superare.
Quelle frecciatine lanciate con tono malizioso che non riuscivo a ignorare.
Quelle risposte a tono e sempre scocciate che non riuscivo a ritirare o a impedire.
C'era sempre tutto quello... e noi lasciavamo che ci fosse.
Il mio migliore amico si stava allontanando da me, e io mi stavo allontanando da lui.
Per sempre, stavolta.
Un autobus si fermò di fronte a me, infradiciandomi ulteriormente a causa dell'acqua sollevata dalla sua frenata.
Raccolsi il mio trolley, poco pesante a causa del cambio dell'armadio che iniziavo e non avevo mai voglia di completare, per poi salire sull'autobus che mi avrebbe portata all'aeroporto.
E sì, per quella che credevo l'ultima volta, pensai a lui. Ai suoi stupendi occhi dorati che si illuminavano quando mi vedeva.
Al suo viso, spensierato e ridente, liscio e brillante come quello del bambino che era stato.
Al suo sorriso, che faceva saltare di gioia le maledette farfalle che sembravano ancorate nel mio stomaco quando me lo rivolgeva.
Maledizione.
O 'damn', come avrebbe detto lui.
Non ce la facevo proprio ad andarmene, eh?
Ma dovevo farcela. Per me e per lui.

COSEHWhere stories live. Discover now