Capitolo 34

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34.

Andreas pov.

La giornata era passata tranquillamente e senza altri schifosi che ci davano fastidio.
Giulia aveva fatto delle cadute imperdibili e stava facendo ancora l'arrabbiata con me perché l'avevo presa in giro a lungo.
Ci stavamo togliendo gli scarponi quando finalmente si decise e si avvicinò a me.
"Okay scusa ti perdono..."
Mi disse tenendo lo sguardo basso e le mani dietro la schiena.
Mi sembrava strano.
Ero un po' confuso perché non era suo solito smettere di tenere il muso, però non ci diedi troppo peso.
Ma dopo pochi secondi, come forse dovevo aspettarmelo, spostò le braccia da dietro la schiena e mi scaraventò un bel po' di neve in faccia.
Non ci potevo credere.
Era terribile.
Non sapevo se essere incazzato o ridere.
Iniziò a correre come una forsennata.
Le diedi un po' di vantaggio poi partii anche io per raggiungerla.
Dopo poco tempo la acchiappai e la feci sdraiare sulla neve.
Lei cercava di non ridere ma non era troppo brava.
"Occhi Verdi così però non è giusto. Tu mi prendevi in giro e io mi sono vendicata.
Siamo pari.
Se adesso tu ti vendichi sarò costretta a vendicarmi ulteriormente..."
Spiegò lei con aria speranzosa.
Io sorrisi.
"Direi che posso correre questo rischio..."
Sussurrai io ad un soffio dalle sue labbra.
Lei strabuzzò gli occhi impaurita.
Io mi misi a cavalcioni su di lei per non farle muovere le gambe e poi le bloccai le braccia con una mano.
Con quella libera presi un bel po' di neve e iniziai spalmargliela per bene dappertutto.
Lei intanto si dimenava, urlando e ridendo.
Era bellissima.
"Andreas ti giuro che ti ammazzo se non la smetti!"
Urlò lei per la terza volta.
Decisi di smettere per un attimo, poi presi un po' di neve fresca e pulita e la poggiai sulle sue labbra.
Poi mi avvicinai cautamente.
"No stronzo non ti voglio baciare...."
Sussurrò lei muovendo la testa.
Io per non fare cadere tutta la neve acchiappai le sue labbra e iniziai a baciarle freneticamente.
Come immaginavo, all'inizio non rispose e fece finta di non volermi baciare.
Dopo poco però cedette e spinse le mia testa ancora più vicino a lei.
Sorrisi trionfante.
Allora lei vedendomi impegnato con il bacio e non facendo più molta forza sulle sue braccia, mi alzò la giacca, la maglietta e la canottiera per poi infilarmi una manciata di neve ghiacciata che mi fece venire i brividi dappertutto.
Questa volta sorrise lei sulle mie labbra trionfante.
Decisi di non arrabbiarmi e di bearmi ancora per un po' di quella bocca.

Giulia pov.

Eravamo in macchina e stavamo tornando a casa.
Ero stanchissima ed ero appoggiata totalmente sulle gambe di Occhi Verdi.
Alla radio partì una canzone di Harry e dovetti per forza scattare e mettermi a cantare.
Matt iniziò ad alzare il volume e a cantare con me.
- No, we started
Two hearts in one home
It's hard when we argue
We're both stubborn
I know but, oh

Sweet creature, sweet creature
Wherever I go, you bring me home
Sweet creature, sweet creature
When I run out of rope, you bring me home... -

Quando la canzone finì eravamo senza fiato.
Sorrisi a Matt perché amavo cantare con lui.
Quando partì un'altra canzone e mi appoggiai nuovamente sulle gambe di Andreas, vidi che mi stava guardando sorpreso.
Gli sorrisi e gli diedi un bacio a fior di labbra.
"Non mi avevi detto di sapere cantare..."
Sussurrò lui guardandomi.
Sorrisi imbarazzata perché stava esagerando.
Sapevo di non stonare, da piccola mi piaceva anche fare degli spettacoli dove poter cantare ma sicuramente non ero brava.
Decisi di far cadere il discorso e mi appoggiai di nuovo a lui.
Fra quelle braccia che amavo.
La mia piccola casa.
Mi sentivo così al sicuro in quel momento.

Arrivammo a casa sua.
Quella sera avrei mangiato da lui e sarei tornata subito dopo a casa.
Mi piaceva moltissimo stare a casa dei suoi zii.
Erano sempre così gentili nei miei confronti.
In particolare sua zia, lo zio era un po' più restio, ma piano piano mi ci stavo affezionando.
Scendemmo dalla macchina e lui mi prese la mano.
Appena varcammo la porta c'era moltissimo silenzio, sembrava quasi fastidioso.
Io guardai Andreas confusa.
Lui alzò le spalle come per dirmi che non sapeva neanche lui.
Dopo esserci tolti la giacca e le scarpe da sci, andammo in soggiorno.
Lì, trovammo Michelle in lacrime e suo marito che cercava di consolarla.
Mi accigliai a quella vista.
Occhi Verdi era tesissimo e io gli strinsi la mano.
"O mio dio Andreas..."
Urlò Michelle andandogli incontro.
Lo abbracciò e lui dovette togliere la mano dalla mia.
"Cosa è successo?"
Sussurrò Occhi Verdi non troppo sicuro di voler sapere la risposta.
"Travis..."
Disse tra un singhiozzo e un altro.
A quel nome il mio cuore perse un battito e strabuzzai gli occhi.
"È sparito..."
Finì la frase crollando di nuovo in un pianto disperato.
Per qualche strano motivo sospirai di sollievo avendo già pensato al peggio.
Ma ero comunque preoccupatissima.
"Cosa vuol dire sparito?"
Chiese allarmandosi Occhi Verdi.
Vedevo che stava cercando di mantenere il più possibile la calma.
"Vuol dire che è da sta mattina che non lo troviamo e che non ci chiama..."
Disse abbassando lo sguardo lo zio.
Andreas si spostò dalla zia e iniziò a torturarsi i capelli.
Salì velocemente le scale e raggiunse camera di suo fratello.
Non sapevo cosa stesse cercando, ma qualsiasi cosa fosse, dubitavo avrebbe trovato qualcosa siccome ero sicura che i suoi zii avessero già fatto la stessa ricerca.
Come immaginavo dopo pochi minuti tornò in soggiorno ancora più agitato di prima.
"Dobbiamo chiamare tua madre..."
Sussurrò Michelle.
Occhi Verdi alzò di scatto la testa e la guardò.
"Tu non chiami proprio un cazzo di nessuno!"
Urlò lui a sua zia.
Questa iniziò a piangere ancora più forte.
D'istinto lo raggiunsi e gli misi un mano sulla schiena.
"Okay cerchiamo di calmarci... non agitiamoci troppo. Perché non proviamo ad andare da Isabel, magari è con lei e ha perso soltanto la cognizione del tempo..."
Provai a rassicurarli.
"Lui non esce mai senza dirci niente. Non può, dobbiamo sempre accompagnarlo..."
Disse contrariato lo zio.
"Questo lo so ma tentar non nuoce..."
Risposi io convinta.
Occhi Verdi mi guardò e mi si spezzò il cuore nel vederlo così triste e preoccupato.
Mi prese per mano, prese le nostre giacche e mi trascinò fuori dalla porta di casa.
Salimmo sulla moto e raggiungemmo quella che pensai fosse casa di Isabel, la ragazza di Travis che aveva conosciuto in ospedale.
Appena scendemmo dalla macchina corsi alla porta e anticipai Occhi Verdi, che avrebbe sicuramente fatto preoccupare i genitori o avrebbe fatto delle scene se ci fosse stato lì Travis.
Suonai impaziente alla loro porta di casa.
Dopo quello che sembrò un'ora finalmente la porta si aprì.
Ad aprirci fu un uomo sui cinquanta che ci sorrise un po' confuso.
"Salve come posso aiutarvi?"
Chiese gentilmente.
"Salve scusi il disturbo. Lei è il padre di Isabel?"
Risposi io stringendo la mano di Andreas.
"Si sono io. È successo qualcosa?"
Chiese lui adesso non più sorridendo.
Io sorrisi per tranquillizzarlo.
"Volevamo solamente parlare con lei, è in casa per caso?"
Chiesi io.
Speravo con tutto il cuore che mi dicesse si è qui in soggiorno con un ragazzo, Travis.
Invece disse tutt'altro.
"No, mi dispiace al momento è a dormire da una sua amica, non tornerà prima di domani sera...è da questa mattina che non la sento..."
Rispose lui dispiaciuto.
Andreas mi fece segno con la mano di voler andare via.
Ma io non volevo arrendermi.
"Scusi non voglio sembrare invadente ma è una cosa abbastanza importante, mi saprebbe dire dove abita questa sua amica?"
Chiesi io in tono più dolce possibile.
"Ehm... okay va bene... se volete posso anche chiamarla... Posso sapere per cosa?"
Disse lui non troppo sicuro.
"Sarebbe veramente fantastico... penso lei abbia per sbaglio preso il mio cellulare e volevo sapere se per caso lo aveva in borsa o qualcosa del genere..."
Sorrisi inventando la prima balla che mi veniva in mente.
Una peggiore cavolata non la potevo trovare, ma fortuna lui annuì.
Si girò e andò a cercare il telefono e l'elenco telefonico.
Ci diede il numero della amica e poi digitò il numero di sua figlia.
Purtroppo il telefono continuava a squillare senza però che nessuno rispondesse.
A quel punto sembrava anche lui molto preoccupato.
"Mi sembra molto strano che non abbia risposto. Lo sa che mi preoccupo subito..."
Disse lui guardando il cellulare stranito.
"La ringrazio veramente molto. Adesso proviamo a chiamare anche noi e se no andiamo a trovarla. Se la sentiamo le diremo di chiamarla il prima possibile."
Dissi io cercando di tranquillizzarlo.
Lui mi sorrise.
"Va bene di nulla."
Affermò lui poco convinto.
"Arrivederci."
Risposi io.
Occhi Verdi gli sorrise con un sorriso tirato e si girò a guardarmi subito dopo che la porta si chiuse.
"Sta tranquillo. Adesso lo troviamo."
Dissi io accarezzandogli la guancia.
Lui chiuse gli occhi a quel contatto e mi sorrise.
Presi il mio cellulare e digitai il numero.
Dopo tre squilli una voce molto giovane rispose.
"Pronto!"
"Ciao scusa il disturbo. Sono un'amica di Isabel volevo sapere se era con te. Perché non risponde al cellulare."
Affermai io.
"Ehm... sì è qui. Tutto bene."
Disse lei insicura.
Non ero convinta di quella risposta.
"Ah okay. Riusciresti a passarmela?"
Chiesi io impaziente.
"Ehm... adesso... adesso lei è sotto la doccia..."
Disse poco convinta.
Stava mentendo.
"Per favore siamo molto preoccupati. Lo sappiamo che non è lì con te. Se sai qualcosa sarebbe molto importante che tu ce lo dicessi."
In realtà non ero sicura che mi stesse mentendo, ma dovevo provarle tutte.
Lei sospirò.
"Siete amici di Travis non è vero?"
Chiese lei arrendendosi.
"Esattamente."
Risposi semplicemente.
Occhi Verdi mi guardava sempre più confuso.
Gli feci segno di aspettare un attimo.
"Non mi ha detto cosa faceva.
Ma mi ha chiesto se per favore poteva dire a suo padre che sarebbe stata a dormire da me.
Io ho accettato. Ma vi giuro che non so niente. Ho provato a chiederle qualcosa, ma mi ha detto che mi avrebbe raccontato poi. L'unica cosa che ho capito era che probabilmente è con Travis."
Sussurrò lei dispiaciuta.
"Grazie mille sei stata molto utile. L'ultima cosa. Per caso sapresti dirmi dove credi siano potuti andare? Da un amico comune? In una città? In un posto che a lei piace particolarmente? O qualsiasi cosa ti venga in mente?"
Chiesi io speranzosa di ricevere altre informazioni.
Lei ci pensò su per un po'.
"Non saprei. Ma so che ad Isabel è sempre piaciuta molto la montagna e la neve. Non sono sicura però mi dispiace..."
Concluse lei.
"Grazie mille sei stata molto gentile! Se scopriamo qualcosa ti facciamo sapere. Tu in caso se riesci prova a chiamarla e se ti risponde dille che li stiamo cercando e che siamo preoccupati."
Affermai io felice.
"Va bene. Grazie!"
Rispose lei un po' turbata.
Chiusi la telefonata e guardai Occhi Verdi che mi guardava impaziente.
Gli raccontai tutto quello che ci eravamo dette e tornammo velocemente a casa sua.
"Zia controlla se hai le chiavi della casa in montagna. Anche te zio per favore."
Disse Andreas frettolosamente.
Loro lo guardarono come se avesse chiesto loro di buttarsi dal terzo piano.
Per fortuna vedendo la faccia sicura e arrabbiata di Occhi Verdi fecero come aveva detto lui.
"Eccole qua."
Disse sua zia mostrandocele afflitta.
Suo zio tardava a arrivare.
"Io non capisco, non ci sono..."
Disse uscendo da camera sua e guardandoci confuso.
Io e Occhi Verdi ci guardammo e dopo aver raccontato velocemente quello che avevamo scoperto, prendemmo le chiavi della zia e uscimmo di casa per prendere la macchina di suo zio.

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