Capitolo 48

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48.
Andreas pov.

Dopo essermi sfogato con lei mi sentii molto meglio.
Eravamo ancora abbracciati, ma io sarei stato ancora delle ore, se non fosse stato che il mio cellulare suonava continuamente.
"Vado io..."
Disse Pasticcino staccandosi.
Io cercai di afferrarla per la maglietta ma lei fu più veloce di me.
"È Lucas... ti ha mandato anche tantissimi messaggi... avevi gli allenamenti oggi?"
Chiese lei dubbiosa.
"No, non che io sappia. Oggi è sabato e domani non abbiamo neanche partite."
Risposi io certo.
"Beh ti conviene chiamarlo io vado a cercare il mio cellulare e a chiamare mia madre...
Scusa solo per informazione fino a quanto rimaniamo qui?"
Chiese lei innocentemente.
"Per sempre?"
Proposi sincero.
Lei rise.
Era stupenda.
Poi mi guardò male come per farmi capire di stare serio.
Volevo veramente rimanere per sempre lì.
Ma purtroppo non era possibile.
"Domani pomeriggio ti riaccompagno a casa!"
Dissi io felice di passare tutta la serata e la notte con lei.
Lei strabuzzò gli occhi.
"Che cosa? Dormiamo qui?"
Chiese lei confusa.
"Beh si almeno che tu non voglia fare 25 chilometri a piedi..."
La minacciai.
Lei mi trucidò con lo sguardo.
"Dai che non vedi l'ora di passare del tempo con me..."
Mi alzai e la raggiunsi.
Lei fece la finta tonta e si spostò.
Io però prontamente la presi e la baciai.
Unire le nostre labbra fu meraviglioso, era incredibile quello che provavo ogni volta che la baciavo.
"Provo a convincere mia mamma..."
Mi sussurrò ad un soffio dalle mie labbra. Io sorrisi vittorioso.
Stavo per vantarmi della mia vittoria, quando...
"Non dire nulla..."
Mi minacciò.
Feci finta di chiudere una zip immaginaria sulla mia bocca.
Lei alzò gli occhi al cielo e uscì dalla stanza.
Io ancora sorridendo presi il mio cellulare e digitai il numero di Lucas.
"Ma si può sapere perché cavolo non rispondi alle mie chiamate?! Proprio quando ho bisogno di te!"
Allontanai il telefono dall'orecchio subito dopo la prima parola, altrimenti avrei perso un timpano.
"Calma... calma... dimmi cosa succede..."
Cercai di tranquillizzarlo.
"C'è che Carola è arrabbiata con me e non so neanche il motivo... la sto chiamando da un'ora ormai, ma il telefono è staccato, e non mi risponde ai messaggi..."
Urlò lui di rimando.
"Mi stai veramente rimproverando perché non vi faccio da consulente di coppia?"
Chiesi io ironizzando.
"Andreas ti prego sono preoccupato avevo capito che ci saremmo dovuti sentire nel pomeriggio ma non mi risponde neanche a casa! Mi sta tradendo?! Oppure è solo arrabbiata? Che devo fare?"
Urlò lui frustrato.
Pensai a tutte le cavolate che poteva aver fatto quel cretino, perché il fatto che Carola lo potesse aver tradito, mi sembrava poco probabile.
"Ma sei sicuro che lei sia arrabbiata? Non è che ha lasciato il telefono da qualche parte e non ti risponde...?"
Chiesi io per sicurezza conoscendolo.
Dall'altra parte ci fu silenzio.
"Lucas? Ci sei..."
Controllai se la chiamata fosse terminata.
"Non ci avevo pensato, magari non è arrabbiata..."
Iniziò a parlare da solo.
Era assurdo il fatto che non ci avesse pensato prima.
Intanto Giulia entrò nuovamente nella mia stanza.
"Giulia scusa... oggi Carola doveva fare qualcosa di particolare?"
Chiesi io mentre Lucas continuava a blaterare.
"No doveva solo andare a riparare il telefono."
Io alzai gli occhi al cielo e dopo aver offeso in tutti i modi Lucas per avermi disturbato, chiusi la chiamata.
"Quindi? Che ha detto?"
Chiesi curioso riferendomi alla madre.
Lei abbassò lo sguardo.
Brutto segno.
"Mi dispiace..." si fermò.
Okay questo non lo avevo previsto.
Avevo già immaginato di stare con lei tutto il tempo possibile.
Poi riprese a parlare.
"Ma questa sera dormirai sul divano... perché posso restare..."
Alzò lo sguardo verso di me ridendo.
Mi avvicinai felice e la presi in braccio.
"Stronza..."
Le diedi un bacio tra i capelli.
Aveva un profumo delizioso.
Mi spostai sul letto e mi misi seduto.
Avendo la testa nell'incavo del mio collo, le fu molto facile iniziare a torturami il collo di baci.
La fermai presto e unii le nostre bocche.
Mi spinse sul letto e si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Non avevo mai visto niente di più sexy.
Continuò a baciarmi e io non potei fare altro che ricambiare.
Quando iniziò a mugolare non riuscii più a resistere.
"Piccola se continui così non riesco a trattenermi..."
Dissi io staccandomi un momento dal bacio.
In quel momento lei mi sorprese totalmente. Iniziò a sbottonarmi i pantaloni e nel momento in cui le sue mani morbide presero a toccarmi non riuscì più a vederci.
Non sapevo cosa dire o cosa fare.
Era una sensazione afrodisiaca.
Decisi però di ricambiare e con un movimento veloce le abbassai i pantaloni. La mia eccitazione salì alle stelle quando avvicinai la mia mano alle sue mutande di pizzo.
Dopo non troppo tempo lei raggiunse il culmine.
Le spostai la mano e feci unire i nostri corpi con movimenti decisi.
La stanza era aumentata di almeno 20 gradi e le sensazioni che provavo erano meravigliose.
Appena si contorse e raggiunse il limite lasciai altre due spinte e la seguii.
Mi stupivo come potesse essere ogni volta diverso ma bello allo stesso tempo.
Successivamente si accasciò sopra di me e io iniziai a farle dei grattini sulla nuca.
Sapevo che lei lo amava.
Dopo un po' la spostai leggermente e andai al bagno.
Tornai ben presto da lei.
Vederla lì in quel momento stesa sul mio letto mi riempì il cuore.
Presi un po' di rincorsa e mi buttai sul letto affianco a lei. Lei tirò un urlo.
Mi misi su un fianco e lei fece lo stesso.
La guardai negli occhi.
"Ti amo..."
Le si illuminarono gli occhi e dopo avermi guardato iniziò a lasciarmi tantissimi baci a stampo.
"Anche io ti amo!"
Disse contenta tra un bacio e l'altro.
Sorrisi pure io e la presi in braccio.
Eravamo entrambi nudi e la vista era meravigliosa.
"Oooohhhh.... fermo mettimi giù dai...fammi vestire almeno..."
Disse iniziando a dimenarsi.
Scesi le scale sempre con lei in braccio e la portai in soggiorno.
"Dai adesso tu ti metti qui e ti guardi qualcosa in TV... io devo fare una cosa..."
Le ordinai adagiandola sul divano.
"Aspetta cosa? Che devi fare?"
Chiese lei curiosa.
"Ci metto poco veramente aspetta qui e vedrai..."
Era una persona molto impaziente quindi feci il più veloce possibile.
Dopo averla lasciata corsi in cucina e apparecchiai per bene la tavola. Poi misi l'acqua a bollire e dopo poco calai la pasta.
"O mio Dio non ci credo! Stai cucinando per me!"
Alzai gli occhi al cielo.
"Che palle Giulia non potevi aspettare ancora un attimo?"
Mi lamentai girandomi per guardarla.
"Scusa, mi stavo annoiando e poi mi mancavi..."
Fece gli occhi dolci.
Io non potei fare altro che sospirare e sorridere.
Si era rimessa la sua maglietta e ne rimasi un po' deluso.
Sarei rimasto volentieri a guardarla durante la cena.
Anche io nel mentre mi ero messo dei boxer.
"Si... ti volevo fare una piccola sorpresa ma qualcuno è troppo curioso... adesso siccome hai rovinato tutto dovrai aiutarmi..."
Affermai io arrabbiato.
"Eh no! Preferisco stare qui a guardare il tuo bel sedere mentre lavori."
Sorrise e si sedette a capotavola.
Io scoppiai a ridere e finì il sugo che avevo preparato.
Non ero per niente bravo a cucinare, infatti avevo preparato un sugo normale al pomodoro.
Però siccome era sempre lei che cucinava per tutti, mi piaceva l'idea di farlo io una volta.
Tirai fuori la pasta e con un po' di fatica riuscii anche a condirla e a metterla sul piatto.
"Wow... sono meravigliata..."
Affermò lei stupita.
"Farà schifo ma tu la mangerai lo stesso perché mi ami..."
Le dissi mentre mi avvicinavo a baciarla.
Mangiammo e alla fine con mia grande sorpresa non era neanche male.
Sparecchiammo.
Soddisfatto del mio lavoro mi alzai e andai verso il frigo.
Avevo voglia di dolce ma non avevamo molte cose in casa.
"Ti andrebbe un po' di panna? Non ho fragole però ho le pere..."
Essendo una villa in campagna, non ci andavamo così spesso quindi avevamo il minimo indispensabile.
Lei fece una faccia schifata.
"Io non ci credo che tu sei il mio ragazzo e mi hai appena proposto una cosa del genere... mi dispiace ma tra noi è finita..."
Fece per alzarsi e andarsene.
"Ma che cavolo ho fatto adesso?"
Chiesi io molto confuso.
Lei si bloccò frustrata e mi guardò.
"A me le pere fanno schifo... ma proprio tanto...addio..."
Disse con aria triste e con fare teatrale.
Io scoppiai a ridere.
Presi la panna e chiusi il frigo, poi mi avvicinai a lei.
"Scusa... allora al posto delle pere possiamo mangiarci la panna e basta... siccome le pere non ti piacciono... conosco altri modi..."
Lei mi guardò curiosa.
"E in che modo vorresti usarla?"
Chiese.
"Prima dovresti perdonarmi per la storia delle pere e rimetterti con me."
Affermai.
Lei rise.
"Mmm... okay... ma ti conviene non fare altri errori del genere..."
Mi minacciò.
La presi in braccio portando con me anche la panna.
La misi sul divano e le tolsi la maglietta.
Lei mi guardò prima stranita e poi curiosa.
"Sdraiati..."
Le ordinai.
Lei fece come le avevo detto.
"Sei un porco...."
Disse lei ridendo.

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