2.Oltre la maschera

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Marinette stava facendo i compiti in camera, quando un tonfo proveniente dal tetto attirò la sua attenzione. Corse a vedere, sperando che non fosse un vaso, ma quando i suoi occhi sbucarono dalla botola si rimangiò quella speranza, un vaso sarebbe stato meglio del gatto nero di fronte a lei che la osservava con quell'aria beffarda e fastidiosa.

«cosa c'è, Adrien» sbuffò a braccia conserte chiamandolo con il suo vero nome, per rendere palese l'inutilità della maschera.
«te l'ho detto che devo parlare con te» rettificò il giovane interpretando a pieno il personaggio che la sua maschera rappresentava: « e visto che ad Adrien hai detto no...»

«non parlare di te in terza persona. Chat Noir o Adrien non fa differenza, sto parlando con la stessa persona!» sbottò, estremamente infastidita da lui, come mai la era stata.
«ok, ok, la smetto, ma calmati»

Era particolarmente suscettibile quel giorno, non si era mai rivolta a lui con quel tono, ma da quando aveva scoperto che lui oltre ad essere il ragazzo di cui era perdutamente innamorata era anche il suo compagno di avventure, il solo pensiero di quel bel biondino la irritava. Non gli dava la colpa, Adrien non c'entrava nulla, era lei, era l'idea assurda che si era fatta di lui.

«scusa ... non volevo...» mormorò stringendosi le braccia al petto, cercando di proteggersi da se stessa e dai suoi sentimenti contrastanti.
«Marinette, io credo che noi... dovremmo parlarne...» ritirò fuori l'argomento, cercando di dirlo con molta calma.
«forse, ma... ora non posso» mormorò a denti stretti, rifiutandosi di guardarlo in faccia.
«per favore...» insistette.

«non posso! Ho promesso ad Alya di uscire con lei, oggi. Devo prepararmi» gli spiegò. Fu felice di aver accettato alla fine, senza saperlo la sua amica le aveva tolto l'impiccio di dover parlare con Adrien senza dovergli mentire.
«oh... ho capito» mormorò, un po' deluso, Chat Noir balzando sulla ringhiera del balcone: «allora me ne vado...ciao Marinette, ci si vede»

Non si sentì in colpa per averlo mandato via in quel modo, anzi si sentì sollevata e come aveva appena finito di dire, rientrò in camera per prepararsi cambiandosi e sciogliendosi lo chignon per rifarsi i codini.

Stranamente puntuale, Marinette arrivò al luna park prima di Alya, ritrovandosi di nuovo sola con i suoi pensieri.
«Marinette, perché continui a evitare Adrien? Lui vuole solo chiarire le cose con te» le domandò Tikki, molto preoccupata per la sua amica e per il suo futuro come eroina di Parigi. Come avrebbero potuto collaborare lei e Chat Noir se nemmeno si parlavano?
«lo so Tikki, ma non mi sento ancora pronta » mormorò.

Richiuse la borsa alla svelta e saltò sul posto quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla. Spaventata, si voltò di scatto e un'esclamazione le uscì spontanea: « è una persecuzione! ».

L'aveva mandato via da poco dal balcone di camera sua e lo trovava lì al luna park insieme a Nino, spensierati e sorridenti, come se nulla fosse.

«aspetti Alya? » le domandò Nino.

«ehm... sì » annuì lei sforzandosi di non guardare Adrien che, invece, non le toglieva gli occhi di dosso, sembrava volesse mangiarsela con lo sguardo, analizzando ogni dettaglio del nuovo look che Marinette aveva deciso di sfoggiare per quell'uscita: indossava una camicetta bianca con le maniche arrotolate a trequarti, dei pantaloncini corti di jeans, un paio di calze a parigina bianche e delle stringate scure. E non era l'unica ad aver deciso di cambiare stile, anche Adrien quel giorno aveva optato per una felpa nera con il cappuccio e il marchio di suo padre ben impresso sulla schiena, alla solita camicia bianca.

Alya arrivò pochi minuti dopo mostrandosi stupita di vedere i ragazzi insieme a loro, ma in realtà non la era per niente. Aveva progettato tutto fin dal mattino con Nino; il piano era di portare i loro amici al luna park escogitando poi qualche stratagemma per abbandonarli in qualche posto da cui non sarebbero potuti uscire per un bel po'.

Ho cercato il tuo nomeWhere stories live. Discover now