Bruna Lucci, una ventunenne dal carattere apparentemente forte assiste all'omicidio di una ragazza. Non sa però che dietro quell'atto truce e violento c'è ben altro. Ha le ore contate, ma qualcuno l'aiuta a fuggire e si prende cura di lei. Quello st...
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Correvo da giorni, non pensavo che fosse così difficile vivere in questo modo. Per strada, visto che una cosa non l'avevo più e probabilmente non vi sarei mai tornata.
Quando non ti rimane più niente inizi ad apprezzare quel poco che avevi. Non dovrei parlare così perché a differenza di molte persone ero fortunata. Una bella casa, abiti costosi, borse delle ultime collezioni e soldi a volontà.
Ma io non volevo il denaro, volevo soltanto che mio padre mi guardasse negli occhi e mi dicesse ''Tesoro, come stai?Cosa hai fatto oggi?''
Delle domande semplici che a molti possono dare fastidio, mentre io non sapevo neanche cosa volessero dire.
Nessuno era orgoglioso di me in quella famiglia, solo mia sorella. Lei è il modello a cui voglio aspirare. E' buona, dolce, gentile con tutti e molto bella.
A scuola ha sempre ottenuto ottimi risultati mentre io il contrario. Quelle poche volte che ottenevo buoni voti per mio padre erano sempre nulli. Non contavano a niente, perché non sarei mai diventata nessuno nella vita secondo lui.
Chissà se avrò mai l'opportunità di riscattarmi? Di far ricredere tutti. Di certo non diventerò mai un avvocato oppure un'imprenditrice.
Ma ho qualche sogno nel cassetto che magari riuscirò a tirar fuori.
"Ti sembra il momento di sognare? Stai lottando contro delle persone pericolose e non mi sembra il caso di scherzare"
Già, bella coscienza che ho. Mi ricorda chiaramente che non è il caso di continuare a sognare.
Chissà se avrei avuto un futuro. Un'opportunità non solo per far ricredere ma gli altri bensì me stessa.
Che contavo qualcosa, che non ero solamente capace di fare del male ma anche del bene.
Dovevo solamente eliminare quella parte della mia vita che cozzava con il lato nascosto di me. Dovevo accantonare mia madre e mio padre. Anzi, tali nomi non avrei più dovuto usarli.
Li avrei chiamati genitori, perché loro mi hanno soltanto generato e anche per sbaglio. Mentre la mamma ed il papà sono le figure più importanti nella vita di un bambino, lo amano, lo crescono e si occupano di lui.
I miei si erano limitati nel mettermi al mondo perciò non erano né una madre né un padre ma solo genitori.
<<Stia un po' più attenta>>
Mi riprende un signore anziano. Gli sono finita addosso. Non mi giro, ma continuo a camminare tenendo lo sguardo basso, evitando il contatto visivo con gli altri. Non avevo molti soldi con me, anzi, quelli che mi ero portata dietro stavano per finire.
Non avevo dato neanche un preavviso al lavoro. Dopo l'incidente ho continuato a lavorare al negozio d'abbigliamento, posavo per qualche fotografo con indosso gli abiti del negozio di Veronica, la mia datrice di lavoro. La paga era molto buona e non potevo lamentarmi.