Sei esattamente come mio padre II PARTE

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CAPITOLO 12

BRUNA

Per tutto il pomeriggio ero rimasta sola, rimurginando su ciò che era successo con Stuart e su tutte le informazioni che mi aveva dato. A me stava bene la nuova vita, ma proprio non digerivo il suo comportamento, tipico di chi quando vede una bella ragazza la cataloga subito con i classici nomignoli da uomo mediocre. Pensava di me le peggiori cose eppure aveva avuto modo di parlarmi per poco e mi aveva vista altrettante poche volte.

''Gli sono antipatica e spesso l'antipatia verso qualcuno è infondata. E' una questione di pelle, non può davvero avercela con me perché ha letto chissà dove che sono una prostituta. Non lo sono, non faccio la escort. Ero una modella prima di mettermi nei guai con la mafia balcanica. Avessi fatto qualcosa, no, neanche quello. Non avevo fatto nulla, semplicemente ero uscita a fare un giro visto che la mia vita nell'ultimo periodo era dannatamente triste e mi ero ritrovata ad assistere all'omicidio di una ragazza''

Evidentemente aveva bisogno di queste informazioni, gli servivo solamente per le indagini. Come se poi fossi un testimone importante. Non ne sapevo niente e neanche ci sarei voluta entrare in questa storia. Ivan, il fidanzato di mia sorella mi aveva raccontato che quei tre che volevano uccidermi comandavano la regione balcanica e tutti i traffici di droga provenienti da lì. Nessuno li aveva mai sbattuti in carcere perché chi osava mettersi contro di loro aveva vita breve.

Avevo dato una risposta al comportamento di Stuart ed ero alla arrivata alla conclusione che lui fosse geloso. Sapevo benissimo di non piacergli e di stargli antipatica, ma a mio parere si era infastidito nel vedermi dialogare tranquillamente con un ragazzo.

''Ero capace di farlo con una persona che mi mostrava rispetto a differenza sua che già mi aveva etichettato''

Ma pesce marcio no, quel nomignolo non lo meritavo affatto.

E' stata la cosa più subdola che mi abbiano mai detto, addirittura neanche mio padre, la persona che più mi odia in questo mondo mi aveva definito tale. Per Dante ero un errore, un tradimento, una figlia che sarebbe stato meglio non avere, ero la vergogna della famiglia ma non un pesce marcio.

''Magari la sua mente non era ancora arrivata a questo tipo di affermazione o probabilmente anche lui lo pensava''

Dannazione, non stavo facendo nulla di male, ho dato ascolto a quello che mi aveva detto. Ero rimasta in camera, non potevo camminare perché il dolore tra le natiche era troppo forte, avevo solo cenato e richiesto una doppia porzione perché non mangiavo così bene da quando mamma era andata via chissà dove. Sì avevo imparato a cucinare qualcosa ma i piatti non mi venivano di certo buoni come quelli di mamma o di questo albergo.

E' stato il cameriere ad aprire la porta, loro hanno una scheda per aprire tutte le camere quindi anche se non avessi aperto io, loro lo avrebbero fatto comunque.

Il cameriere non aveva ancora trovato i biscotti che avevo chiesto, i miei preferiti. Come la stupida ho pensato che Stuart sarebbe ritornato con tanto di biscotti e di crema ma mi sbagliavo.

Mi ha salutata con un cenno del capo, quello che si fa alle pecore prima di mandarle a pascolare. Non mi meritavo neanche un buongiorno?Non ero un essere umano?

''Evidentemente per lui non lo ero''

''Ti pregherei di fare silenzio e di farmi lavorare, amo la quiete e la solitudine. Preferirei che tu non ci fossi ma purtroppo ci sei, almeno evitare di dare fastidio''

Già purtroppo c'ero eccome e avrei continuato ad esserci perché lui aveva bisogno di me ed io di lui perché non avevo un altro posto dove andare e se fossi scappata dalla stanza, quegli uomini avrebbero impiegato meno di un'ora a trovarmi e farmi fuori. Io volevo vivere e dimostrare a me stessa di essere migliore di quello che negli ultimi anni avevo mostrato, avevo bisogno anche io di capire chi fossi realmente.

Nel posto giusto al momento sbagliato#1 La presenza(COMPLETA)Where stories live. Discover now