Lontano dagli occhi...

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Chiara era sull'orlo di una crisi di nervi, pur sapendo benissimo perchè si sentiva in quello stato, era restia ad ammetterlo: Fabrizio sembrava essersi  dissolto nel nulla, erano due giorni che non lo vedeva e che dal suo appartamento non proveniva nessun rumore maldestro. 

Stronzo! Chissà che stai combinando...se stai con un'altra spero che ti travolga un tir!  

Faticava parecchio a fare i conti con la nuova Chiara che sentiva emergerle dentro ogniqualvolta che pensava a lui. Era gelosa e mai aveva sentito tale esigenza. La situazione la metteva a disagio, specie se pensava al fatto che sembrava fosse sparito, di lui non vi era proprio traccia. 

E se ha cambiato casa? Oddio! Il dubbio si insinuò nella sua testa come se fosse un tarlo che rosicchiava la sua corteccia cerebrale.

Non può aver cambiato casa senza avvertirmi...cercò di tranquillizzarsi, ma la tarma che si era impadronita del suo intelletto, cibandosene come se fosse il più soffice cotone mai esistito, la torturò a dovere: avete litigato e vi siete mandati al diavolo, ricordi?  E dall'alto della tua mente geniale gli hanno urlato di sparire e di non farsi più vedere! Andò nel panico totale. Oddio, è vero! Ma non pensavo che mi prendesse così alla lettera. 

La radio sussurrò un nome famigliare:

"E adesso, rap e ancora rap, con Fabri Fibra e Pronti, partenza e via...". Partì la musica e al suono della voce di Fabrizio,  Chiara fu presa da un rimorso talmente potente da scagliare un urlo verso la radio:

"Vai al diavolo stronzo! Meglio così sai? Si sta meglio senza di te!". Si portò come una furia vicino alla radio e la spense di scatto. 

Ma che dici? Stai una merda senza di lui...ammettilo su, forse la stronza, questa volta sei stata tu!  Con un gesto riaccese la radio e con il lucido agli occhi ascoltò la sua voce. Il tutto le dava quella fantastica e assurda convinzione che lui fosse ancora lì con lei. 

Fabrizio nel frattempo era alle prese con il jet lag, o almeno provava a illudersi che così fosse. In realtà aveva il corpo a Los Angeles e la testa a Milano. I suoi neuroni non lo avevano per niente seguito e stavano fissi su un unico pensiero: Chiara. 

Sei proprio un imbecille, un cretino! Guarda come ti sei fatto ridurre da una ragazzina isterica! E per fortuna che non te la sei scopata, altrimenti ora stavi come uno a cui erano passati sopra una ventina di tir. 

No, no...il dramma è proprio quello: che non ci ho scopato, perchè se lo avessi fatto, diventava una delle tante, una del mazzo e invece lì, in quel momento, in quella serata del cazzo, su quel cazzo di divano, con quella stronza tra le braccia, con tutti quei cazzo di baci e con tutti i suoi fottuti occhietti dolci...lì, imbecille ti sei fatto fregare! 

Dialogava con se stesso alla pari di un matto appena uscito dal manicomio. Gli occhi gli caddero sul cellulare. Manco il suo numero mi sono fatto dare, non le ho detto che dovevo partire, chissà che cosa penserà? 

Gli venne in mente che però conosceva il suo recapito. Una lettera, potrei scrivergli una lettera...ma che cazzo dico? Sto in America e con la velocità delle poste italiane poi...io torno a Milano tra nove giorni e la lettera gli arriva a ferragosto, nonostante stiamo quasi a Natale. 

Cercò di distrarsi e si appoggiò al muro della stanza guardando dalla finestra. Bella Los Angeles pensò, ma il volto di lei tornò nella sua mente. 

"Dannata stronza lasciami in pace!". Gli venne da dire ad alta voce voltandosi di scatto. 

"Si può sapere che ti ho fatto?". Gli domandò Paola seduta sulla poltrona della sua stanza. 

"Non ce l'ho con te Paola, scusa". 

"Ancora la vicina tutto pepe eh", domandò maliziosa la sua manager.

"Ma no, che dici". Gli rispose. Cazzo sono così grave? Cioè si vede così chiaro che sto sotto per lei?  La cosa lo preoccupava, era la prima volta che si sentiva così preso da una ragazza. 

"Sì, certo, tu la sai lunga ma non la sai raccontare. Però non preoccuparti dai...ora siamo qui, facciamo tutti i giri che dobbiamo fare e tra nove giorni la rivedi". Sentenziò Paola. 

Nove giorni...ripeté la testa di Fabrizio, solo nove giorni che in quel momento gli sembrarono nove mesi. 

In nove giorni succede di tutto, magari torni e quella ha già un altro! Un altro? No, no, un altro no! 

Come un fulmine si diresse verso la giacca e l'afferrò con forza. 

"Dove vai?", domandò sorpresa Paola. 

"Scusa Paola,  ma qui impazzisco, devo andare a Milano". Si avviò verso la porta. 

"Milano? Ma che dici? Siamo arrivati da un giorno!". Esclamò Paola sorpresa e portandosi in piedi. 

"Eh lo so, poi ti spiego, tanto vado e torno". Ribatté Fabrizio velocemente  aprendo la porta. 

"Fabrizio, aspetta, ma che fai? Milano mica è dietro l'angolo", lo vide sparire senza che si voltasse. 

Aveva solo un obiettivo: il primo aereo per Milano e...se la trovo con un altro, giuro che a lui gli strappo le palle e a lei la testa! 

AlienoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora