Il caos

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"Ok sì, va bene, ho capito, sì...Chiara dovrei fare qualche cazzo qui in studio ok? Ho capito, quando torno a casa devo portarti le fragole con la maionese, sì, ora fammi lavorare eh, ciao". 

Fabrizio riattaccò portandosi verso Paola. 

"Dunque dove eravamo rimasti?". 

"Alla scaletta Fabri, stavamo decidendo la scaletta con Rino". 

"Ah sì, bene, allora io direi di fare prima questa e poi - la suoneria del cellulare tornò a farsi sentire - siamo sicuri che una gravidanza dura proprio 9 mesi? Perchè stanno venendo anche a me le voglie...ti ucciderla però!", chiese Fabrizio prendendo il cellulare. 

Nel frattempo Marracash entrò in studio trovando Paola che faceva vedere a Rino il seggiolino della Chicco e Fabri al telefono:

"Sì, va bene, ho capito, con la panna...no la maionese, ma con la panna, le  fragole con panna". 

Marra guardò velocemente in giro e notò uno scatolone con la scritta Chicco. 

"Ma si può sapere che diavolo succede? Ultimamente state tutti svasati, che è sto casino". 

"Zitto Fabio, io ho capito solo una cosa negli ultimi sei mesi...". Commentò Fabrizio. 

"Cosa?". Chiese Marra. 

"Che è meglio dormire con una bomba atomica sotto al culo che con una donna incinta nel letto!". Fabrizio spense con rabbia il cellulare. 

"Ma che cazzo...". Replicò Marra. 

"Ah,a proposito, guarda un po' Paola, questo l'ho preso stamattina, ormai qualunque cosa da neonato è come una calamita per me". Fabrizio tirò fuori dallo zainetto un completino giallo canarino da neonato. 

Marra esterrefatto lo afferrò dicendo:

"No, Fabrizio, non ci credo...dai, mi stai prendendo per il culo? Ti sei fatto fregare?"

"Ah e questo è niente, vedrai Fabio, quando lo vedremo arrivare con i pannolini sopra al cruscotto e qualche biberon in tasca", replicò Paola, "ormai è andato completamente, Chiara è incinta di quattro mesi e quel neonato ha già due settimini pieni di completi gialli e verdi". 

"Per forza, ha i geni della madre, sta sempre di schiena, non si vede il sesso quindi, non so se è maschio o femmina, ma qualunque cosa sia è certo che la stronzaggine l'ha ripresa dalla madre". Replicò Fabrizio. 

Marra si mise a ridere:

"E così, alla fine, vai in giro a comprare completi e seggiolini...". 

"E fragole con la panna..."ironizzò Rino. 

"Ah ah voglio vedere voi al posto mio", Fabrizio buttò il completino in faccia a Marra. 

"Comunque se nasce maschio puoi sempre chiamarlo Alessandro...", Paola lo guardò ironica. 

Fabrizio la guardò male invece. 

"Oppure puoi chiamarlo Francesco", insinuò Rino portando lo sguardo malevolo di Fabri verso di lui. 

"O se proprio vuoi fare un'opera d'arte, lo puoi chiamare Federico, poi magari dopo fai una femmina e la chiami Lucia, Federico Lucia..."Marra se la rise per benino. 

"Volete un vaffanculo generalizzato o un calcio in culo per uno?", domandò Fabrizio, "La madre ha detto: maschio Fabiano, femmina Futura, io ho quella netta impressione che da grande, maschio o femmina che sia, per quei nomi ci ucciderà!". 

"E tu dille che non ti piacciono", replicò Marra. 

"Sei matto? Mai contraddire una donna incinta, rischi le sette piaghe d'Egitto, ne so qualcosa guarda, proprio due giorni fa abbiamo alzato una litigata tale,  che dopo cinque minuti avevo mezzo condominio davanti la porta di casa e l'altra metà stava affacciata al balcone di fronte". 

"Perchè avete litigato?", domandò Paola. 

"Perchè è una stronza, io mi sono innamorato di una a cui potrebbero dare il Nobel per quanto è stronza, senza neanche impegnarsi a esserlo eh, gli viene proprio naturale, spontaneo". 

"Si va beh, ma anche tu, non permetti che caschi foglia eh, da quel che ho visto", sentenziò Rino. 

"Voler tornare all'Università con un pancione immenso non è far cadere foglia, è da pazza, punto primo, e secondo: poi partorisco e continuo gli studi...e io ti do tanti di quei schiaffi da stenderti a terra a mo di tappettino...". Fabrizio si alterò anche a ricordarlo. 

"Sì, ma non puoi pretendere che lei abbandoni gli studi eh", Paola si sentì in dovere di difenderla, "in finale torna all'Università, mica va a fare la zoccola in giro". 

"Io non lo pretendo infatti, gli ho detto che all'Università ci torna, ma quando nostro figlio, o figlia, va all'asilo. Lo segna a tempo pieno e lei torna a studiare, ma i primi tre anni deve stare a casa altrimenti preparate le scorte d'arancia perchè finisco in galera. Questo è uno dei motivi per cui ho sempre detto, prima di incontrare la stronza, che non volevo figli. Perchè alle donne se gli dici di fare solo le madri si sentono male - prese il cellulare e lo riaccese - eh ha mandato duemila messaggi soltanto...uno a caso Marra, così stai lontano da certe voglie: tesoro, non è che oltre alle fragole e alla panna, mi porteresti un po' di gelato? - Fabrizio smanettò ancora il cellulare - senti questo Marra: amore scusa, ma forse è meglio di no il gelato che gli zuccheri lo agitano, però mi porti le fragole con la panna lo stesso e casomai, visto che sei di strada, passi al supermercato e mi prendi le gallette? Così se ho fame mi mangio quelle - Fabrizio continuò la ricerca - aspetta Marra che la saga non è finita: senti tesoro, ci ho ripensato, fanculo le gallette io ho voglia di gelato, quindi ricordati eh fragole, panna, gelato, baci - Fabrizio ne aprì un altro - oh vedi Marra, senti qua: il gelato amore lo preferisco alle creme, che tanto come frutta mi prendi le fragole. Aspetta Fabio, subito dopo: no, senti amore, forse è meglio se il gelato lo prendi alla frutta che fa meno male dicono. Se stai pensando che è finita, Fabio tre secondi dopo: no, senti a me alla frutta il gelato non dice proprio niente, quindi prendilo alle creme, ciao amore ti amo...". 

Marra rideva di brutto e con lui anche Paola e Rino. 

"Che gli fai a una così?", domandò Fabrizio a Fabio. 

"Però ti ama", rispose ridendo Fabio. 

"Il ti amo alla fine ce lo mette sempre, amore e tesoro non mancano mai, perchè lo sa che ti ha tritato e frantumato le palle talmente tanto da rischiare che gli imbocco dentro casa con un bazooka! E adesso, vado a comprare le fragole e la panna, con il gelato alle creme, ci vado prima che cambi idea, ci vediamo domani". 

"E la scaletta?", gli domandò Paola. 

"Va bene quella, mi fido, non ho chance". 



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