I 4 Cavalieri Dell'Apocalisse

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«Come è andata la visita medica?», domandò Fabrizio non appena vide Chiara rientrare in casa.
«Ah bene, si tutto bene... Scusa ma devo chiamare Ginevra» si dileguò come un lampo in camera da letto posando la borsa sulla prima superficie disponibile.
Fabrizio avvertì uno strano presentimento: che mi stia mentendo per farmi impanicare?
«Papà, arriva o no questo fratellino o sorellina?» Futura divenne curiosa di saperlo.
«Ah certo tesoro, hai sentito la mamma? Va tutto bene, è solo che ci vuole tempo», o almeno spero che tua madre non stia mentendo, altrimenti la sgozzo!
Si alzò dalla poltrona e si mise con l'orecchio accostato alla porta della camera, cercando di captare qualcosa di anomalo nelle parole della moglie, ma non udì nulla. La porta si spalancò e Chiara urtò contro il suo petto.
«Stavi origliando?», domandò la moglie portandosi con le braccia conserte sul petto.
«No! Stavo solo andando in camera» rispose mentre il ritornello di Bugiardo riecheggiava nella sua testa.
«Ginevra ci ha invitati a cena stasera», Chiara fece finta di aver creduto al marito.
«Evviva, evviva, andiamo dallo zio Cosimo» Futura esultó facendo mini saltelli in aria.
«Che cosa c'è a casa di Guè da renderla così euforica?» domandò alla moglie Fabrizio esterrefatto dalla sua reazione.
«Credo che sia per Davide», rispose Chiara in modo tranquillo.
«Non pensavo che le piacesse cosi tanto giocare con quella piccola peste». Commentò Fabrizio guardando la figliola.
«Io voglio molto bene a Davide, è il mio fidanzatino», annunciò Futura con la sua faccina vispa e ignara del fatto che avesse innescato in Fabrizio il precoce congelamento del sangue nelle vene. Fibra sentiva freddo come se si trovasse in cima all'Everest sotto una valanga di neve.

La piccola Tarducci lo vide voltarsi lentamente verso sua madre, ma forte della sua innocenza, non curante del trip apocalittico già scattato nella mente paterna, si diresse in cameretta dicendo:

«Vado a mettermi un vestitino allora, così sarò più bella». 

«Cosa ha appena detto nostra figlia?», domandò alla moglie nella vana speranza di aver capito male. 

«Che va a mettersi un vestitino?», rispose Chiara ben consapevole che non si riferisse a questa frase.

 «Un attimo prima, cosa ha detto?». Replicò Fabrizio in pieno trip mentale. 

«Che Davide è il suo fidanzatino...ah Fabrizio, devi vedere che carini che sono...si tengono per mano quando camminano, poi magari stanno giocando e a una certa si abbracciano e Davide, è così carino, più basso di lei, si mette in punta di piedi per darle i bacini sulle guance». Chiara sospirò mentre Fabrizio stava per esplodere come se fosse la caldaia di un treno a vapore riempita troppo. 

«E lo dici così? Con tutta questa calma e naturalezza, come se nostra figlia avesse vent'anni invece che otto? Lasci che quel furfante si prenda certe libertà con mia figlia?». Fabrizio esclamò come un forsennato. 

«Ma per piacere Fabrizio, sono due bambini e si incontrano quasi sempre al parco, cosa vuoi che facciano una bambina di otto anni e un bambino di appena sei, nel bel mezzo di un parco giochi?». Decantò Chiara incredula.

«E' di mia figlia che stiamo parlando e Davide non è un bambino di sei anni qualunque...è il figlio di Guè...che se poco poco ha ripreso anche solo un quarto di suo padre in ambito donne, beh so cazzi». Rispose alterato Fabrizio. 

«Esagerato, ne parli come se avessero già deciso la data di nozze, e poi non è detto che abbia ripreso da Cosimo, potrebbe aver attinto da sua madre, no?».

 «Per carità...allora è meglio Guè». Rispose Fabrizio.

Se non altro il piccolo imprevisto allontanò dalla mente di Fabrizio il feroce dubbio che sua moglie gli nascondesse qualcosa, dubbio che riaffiorò, purtroppo, non appena Fabrizio mise piede nell'attico di Cosimo. 

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