III-posso scalfirti come diamente

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28 maggio 2017

Si assicura di essere il più silenzioso possibile mentre esce per andare a scuola. Suo padre dorme sul logoro divano del salone, ha le gambe allargate e vi sono delle bottiglie di birra sparse sul pavimento ai suoi piedi. La TV è accesa, sembra uno statico di sottofondo. Non si azzarda ad andare a spegnerla perché non rischierà di svegliare suo padre, non lo farà, anche se questo significa far aumentare le bollette della luce.
Si mette la cartella su una spalla ed esce.
Si sente immediatamente più leggero dopo aver lasciato la casa. È come lasciarsi alle spalle  l'oscurità, il dolore e la rabbia per camminare nella pallida luce mattutina.
Nonostante ciò il cuore gli fa un tonfo nel suo petto e le sua dita si contorcono. Le mette nella tasca della giacca e si stringe fra le spalle. È da ieri che non riesce a smettere di pensarci. Il caffè, gli snack, i fottuti bigliettini che gli facevano palpitare il cuore e migliorare l'umore qualora li leggeva. Erano la miglior parte della sua giornata.
Così era finché non ha scoperto che a mandarli non era altro che Jeon Jeongguk, lo stronzo per eccellenza.
Nonostante il fatto che Jeongguk l'abbia fortemente negato Taehyung è ancora sicuro che si stratta di un qualche scherzo malsano. Da Jeongguk se l'aspetterebbe. Lui ed i suoi amici avevano reso la sua vita ancora più infernale di quanto non lo fosse già. La sua autostima era stata spinta sotto lo zero, tra i numeri negativi. Vive sempre nel negativo adesso. È come uno stato permanente.
Pensare a Jeongguk gli rende respirare difficile, gli fanno male le tempie e gli fischiano le orecchie. La sua vista inizia ad offuscarsi e a scurirsi e percepisce l'arrivo di un attacco di panico. Il pavimento sotto di lui inizia a sfocarsi, a tremare, ed i suoi vestiti sono improvvisamente troppo caldi. Le costole gli stringono il petto dolorosamente e cazzo, sta iniziando, si sente intorpidito dalla pianta dei piedi alle ginocchia. Cerca a tentoni sul suo polso finché non trova l'elastico. Lo tira e poi lo lascia andare contro la pelle. Il braccio gli trema dal dolore che lo percorre fino a raggiungere il collo e scendere giù per la spina dorsale, lo punisce. Lo fa ancora ed ancora, finché la pelle è rossa ed irritata, finché le lacrime gli pungono gli occhi ed il suo respiro è tornato  regolare.

Sospira, mentre indietreggia, la sua schiena entra in contatto con un muro e vi si accascia. Abbassa lo sguardo sulla  pelle ardente e scarlatta del suo polso. Fa così male, ma Taehyung ne ha bisogno come se fosse aria.
L'elastico trasparente è contorto e deformato sul suo polso. È insopportabilmente brutto, ma è anche l'unica cosa a far cessare i suoi attacchi di panico.
Ricomincia a camminare. Jeongguk non dovrebbe più avere quest'effetto su di lui—Taehyung ha avuto due anni per abituarsi alle sue incessanti derisioni, al modo in cui tratta lui e quelli come lui; come se fossero sporco sotto le sue scarpe. Non è che posso far qualcosa se ha davvero intenzione di prendersi gioco di me, pensa Taehyung. Ha imparato che è meglio lasciargli fare ciò che vuole e pensare alle conseguenze quando arriva il momento.

"Taehyung!"

E all'improvviso è lì, irradiando calore accanto a Taehyung in un modo che lo rende intensamente ansioso ancora una volta.
Taehyung tiene gli occhi fissi sui propri piedi che sbattono maldestramente sulla strada.

"Ho quasi continuato a dormire nonostante la sveglia" Dice Jeongguk raggiante; Taehyung stringe i denti. "Ma ne ho messe tipo otto così che mi sarei svegliato di sicuro."

Jeongguk non smette di parlare per tutto il tragitto; sono tutte cose banali a cui Taehyung non presta alcuna attenzione finché non percepisce la sua voce come un piccolo mormorio in sottofondo.
All'improvviso Jeongguk afferra il suo braccio e Taehyung si ritrae così velocemente che rischia di cadere.

"Scusa—scusa!"  Jeongguk sussulta "è che c'è il bar. Ho un po' fame—prendiamo qualcosa"
Taehyung lo segue nel bar, è troppo stanco per opporsi. Stare con qualcuno come Jeongguk ha quell'effetto sulle persone, e non in modo divertente.

Maybe I'm fine with being by myself [ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora