XI-un cerchio chiuso

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2 Novembre 2017

Rumore—è tutto quel che Jeongguk riesce a sentire.

Dei martellanti bassi che ti scuotono le ossa, risate spensierate, qualcuno che grida il suo nome e forsennati schizzi d'acqua. Tutto il resto si sfoca e Jeongguk realizza dove si trova.

È alla festa—è tornato indietro.

È proprio come se lo ricorda—persone ovunque, Yeonshik che il fottuto idiota in piscina ed il freddo di Novembre che gli punge il volto e il collo.

Il suo telefono vibra contro il retro della sua gamba e per poco il suo cuore non si ferma.
Risponde, nervoso, ma determinato farlo bene questa volta.

"Pronto? Taehyung?" Dice Jeongguk già correndo verso il giardino sul retro per scappare dal casino. Trovo lo stesso luogo tra i cespugli di prima. "Per favore, stai bene?"

Il suono del suo respiro e poi—

"Sto bene." Risponde Taehyung proprio come la volta precedente e questa volta Jeongguk nota quanto sia evidente che mente "Volevo solo parlarti."

"Sono così contento." Dice Jeongguk sforzandosi di stare calmo "Mi dispiace per queste settimane. Voglio scusarmi di persona—posso vederti? Dove sei?"

"Jeongguk" Dice piano Taehyung con voce tremante e Jeongguk vuole piangere. Come ha potuto causare così tanto dolore ad una persona? "Non... non so se..."

"Per favore" non farà un casino, è la sua ultima chance "Forse pensi che io... che io ti abbia ignorato, o evitato... ma non l'ho fatto, giuro. Pensavo solo che volessi dello spazio, e io... io ti spiegherò tutto—puoi dirmi dove sei?"

Può quasi sentire l'esitazione di Taehyung.

"Sono da mio padre." Dice a bassa voce. Con vergogna.

"Va bene." Dice Jeongguk "Ok—sto arrivando. Resta dove sei."

"Ok" Taehyung sembra stare ancora malissimo, ma... questa volta Jeongguk ha una possibilità.

Taehyung attacca e non è un bene, è pericoloso, ma Jeongguk non ha il tempo di richiamarlo. Deve arrivare lì il prima possibile—in caso—in caso ch Taehyung decida di rifare quel che ha fatto in passato.

Considera l'opzione di scavalcare di nuovo il recinto—è la via più veloce—ma sa che se lo fará rischierà di svenire un'altra volta e succederà tutto come l'ultima volta e Taehyung morirà. Non è stupido—sa che il suo corpo è debole, e che è colpa sua—quindi si fa strada verso la cucina.

Guarda velocemente nelle credenze alla ricerca di qualcosa da mangiare e allo stesso tempo chiama un taxi con una mano.

Trova un pacchetto di patatine—non sono la cosa più nutriente, ma per ora dovrà andar bene—e accetta un autista che promette di arrivare tra massimo quattro minuti.

Mantenendo la parola il taxi si ferma accanto al marciapiede davanti alla casa dopo un minuto o poco più e Jeongguk collassa sul sedile posteriore. Jeongguk blatera l'indirizzo e apre il pacchetto di patatine.

Ne mette una in bocca e si sente immediatamente sbagliato.

Accartoccia il pacchetto pieno e lo mette in tasca.

"È un po' presto per andarsene da una festa, no?" Dice l'autista dalle casse.

"Devo fare i compiti." Dice con la bocca piena di papà time. Sale e aceto, pungono le labbra.

"Ah." Dice l'autista. "Allora sei un bravo ragazzo. È questa la casa?"

Jeongguk guarda fuori dal finestrino e, sì, sono arrivati. Ringrazia il tassista e gli lascia un po' di banconote. Non sa esattamente quante, solo che sono un po' troppe, a giudicare dalla faccia sorpresa dell'autista.

Maybe I'm fine with being by myself [ita]Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang