Per tutto il tragitto fui costretta a trattenermi dal chiedere ogni cinque minuti dove mi stava portando.
E la curiosità era ancora maggiore a causa del suo sorriso quasi compiaciuto.
Sembrava perfino più eccitato di me e non era un comportamento da Gregor.
A dire la verità era dal giorno del ringraziamento che si comportava in modo strano ed ero quasi convinta che fosse a causa di Kyle.
E quando giungemmo a destinazione, lui ammiccò nella mia direzione e scese per andare ad aprirmi la portiera.
Guardandomi intorno non riconobbi subito il posto, era troppo lontano dalla zona in cui di solito giravo con sicurezza.
Ma poi lessi l'insegna e i miei occhi s'illuminarono di gioia. Garfield Park Conservatory, uno dei posti che ancora non avevo avuto l'opportunità di visitare a Chicago ma di cui avevo sentito parlare spesso.
Si crede, erroneamente, che quando una persona vive in una determinata città da anni la conosca nei minimi dettagli. O almeno che abbia visitato almeno una volta tutti i luoghi principali e d'interesse.
In realtà non è proprio così. In dieci anni potevo dire con certezza di non conoscere poi tanto bene la città. E un po' me ne rammaricavo.
Per questo ero al settimo cielo nel vedere la grande serra di fronte ai miei occhi.
E non mi sfuggì il cestino di vimini che Gregor tirò fuori dal bagagliaio e che mi fece incuriosire molto.
Ma invece di chiedere spiegazioni, affermai: "Non sono mai stata qui, anche se so che hanno una bellissima sala per ricevimenti che sarebbe perfetta per un matrimonio immerso nella natura".
Mi guardai attorno, notando che le persone se ne stavano andando: " Peccato che nessuno dei miei clienti, fino ad ora, mi ha chiesto un matrimonio green..."
Gregor mi sorrise e, con la mano libera, strinse la mia e mi condusse su per le scale per portavano all'entrata.
Le persone che continuavano ad uscire alla fine attirarono così tanto la mia attenzione che mi convinsi ad aggiungere: "Credo che la serra stia chiudendo".
"Un mio amico lavora qui, mi fa un favore e ci permette di restare oltre l'orario di chiusura", ciò che più mi sconcertò fu la sua espressione birichina.
Sorpresa, e anche un po' sarcastica, mi fermai in mezzo alle scale, costringendo anche lui a rallentare e lo presi un po' in giro: "Gregor Clay che va contro regole? Non ci credo. Chi sei tu e che ne hai fatto del vero Gregor?"
Lui rise, scosse e testa e disse soltanto: "Sarà l'influenza di una particolare ragazza che mi rende così sfrontato".
Davvero stavo iniziando a pensare che probabilmente Gregor avesse un gemello, diametralmente opposto in fatto di carattere ma identico a lui come due gocce d'acqua.
Oppure, cosa molto più plausibile, c'erano alcuni aspetti del mio coinquilino preferito che ancora non conoscevo e che quindi non vedevo l'ora di comprendere meglio.
Per questo, e perché ero convinta che sarebbe stata una serata magnifica, mi fece guidare all'interno dell'edificio da Gregor che sembrava esserci stato svariate volte.
Mi colpì subito, non appena entrammo, il calore e l'umidità all'interno della serra, temperatura perfetta per mantenere le piante. Un angolo di paradiso in mezzo alla fredda e ventosa Chicago.
Proseguivamo in senso contrario al resto della folla, che si affrettava ad avvicinarsi all'uscita per l'imminente chiusura ma nessuno prestò troppa attenzione a noi due.

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I disastri di Alice (Ex La nuova coinquilina)
Romanzi rosa / ChickLitPrimo libro Alice, prossima ai trent'anni, wedding planner con la passione per gli abiti vintage e un po' eccentrica. Avendo tutti i giorni a che fare con spose, altari e anelli, sogna il s...