9. Lettera

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Lunedì mattina ero ancora indecisa sul da farsi.
Decisi alla fine di andare.
Avevo passato tutto il weekend a piangere e a ingozzarmi di schifezze. E avevo la scorta in borsa.
Arrivai in studio salutai velocemente Claudia e andai nel mio ufficio, con un paio di occhiali da sole che mi coprivano tutto il volto, e ripresi il lavoro interrotto due giorni prima.

Non uscii dall'ufficio fino alle sette, quando tornai a casa.
Per fortuna non incontrai Pasquale per tutta la giornata. Dovevo consegnargli delle cartelle, ma decisi di darle a Claudia. "Mi dispiace Giuli, non posso, devo portare subito questi alla Miceli o mi sgozza viva" rispose.
Strinsi le labbra e andai.
Bussai. Niente.
Bussai. Ancora niente.
Così decisi di entrare. Non c'era nessuno.
Mi avvicinai alla scrivania con titubanza, era come se avvessi paura di essere scoperta a fare qualcosa di illegale.
Posai i documenti sulla scrivania, e vidi una busta con il mio nome scritto sopra a penna.

Senza pensarci due volte, posai la borsa a terra, e la aprii.

Cara Giulia,
Avrei voluto iniziare questa lettera con Amore mio, ma so che non sei qui mia. Quindi:
Cara Giulia,
Vorrei chiederti scusa, anche se tè l'ho già detto. Ma te lo dico lo stesso.
Scusa, scusa e ancora scusa.
Scusa per averti mentito.
Scusa per non avertelo detto prima.
Scusa per tutto.
Ti amo e mi manchi. Mi manca stringerti e abbracciarti, baciarti ogni volta che ne ho voglia. Mi manchi tu.
So che sei arrabbiata, delusa, tutto quello che vuoi. E ne hai tutte le ragioni. Condiderami un bugiardo, un infame, uno stronzo. Ma io ho bisogno di te.
Ti amo e ho bisogno di te.
Non ti cercherò. Anche se ho una voglia matta di farlo e farti capire che anche se sono sposato non è un problema. Te l'ho già detto: manca un'ultima firma e poi sarò libero. Il nostro matrimonio è, ed è sempre stato solo un pezzo di carta. Ma presto anche questo pezzo di carta non ci sarà più.
Non posso chiederti di aspettarmi, perché ancora non so quanto tempo ci vorrà. Potrà essere una settimana, un mese un anno. Non posso prometterti niente. Posso prometterti solo che cercherò di non farti più soffrire e di renderti il più felce possibile.
Sono andato in campagna, per lasciarti tutto lo spazio di cui ai bisogno. Reserò fino a mercoledì, la sera tornerò a Roma. Quando tornerò tra di noi ci sarà solo un rapporto lavorativo.
A meno che... Tu non voglia raggiungermi. Dietro c'è l'indirizzo.
Se vuoi venire e dirmi che mi ami e che sei disposta a passara sopra alla storia del matrimonio, sei la benvenuta.
Ti amo e lo farò per sempre. Perché tu mi hai preso il cuore e lo hai fatto tuo.

Pasquale

Quando sono arrivata alla fine della lettera ero seduta su una delle due poltroncine e ormai ero un pozzo di lacrime.
Ripresi la borsa e uscii di corsa da li.

***

Tornai a casa  molto tradi. Avevo voglia di stare per i fatti miei e riflettere su quelle parole.

A casa ne parlai con Maria e Stefania.
La prima mi disse di non andare da lui, di fargliela pagare per avermi mentito e mandarlo a quel paese.
L'altra mi disse che se lo amavo davvero dovevo lasciar perdere i princìpi e andare da lui.

Credo di non essere stata mai più confusa di così.

***

Il martedì trascorse come il lunedì. Continuai il lavoro del giorno prima, e uscii solo per andarmene.

Appena tornai a casa andai a sprofondare nel letto.
Non chiusi occhio tutta la notte.
Pensavo e ripensavo alla lettera e alla possibilità di raggiungerlo o no.

Insieme all'indirizzo mi aveva scritto un posto dove trovare le chiavi di casa sua, di andare nel garage e prendere la macchina rossa per raggiungerlo.

Lo amo. Ma lo amo a tal punto di passare sopra al suo matrimonio. Non sono pronta. Sono troppo giovane per stare con un uomo sposato, anche se sta divorziando. Lo ha detto anche lui che non sa quando finirà. Cosa faccio adesso? Mi butto anche se non so se sono capace di nuotare o resto sul bordo?
Non lo so. So solo che lo amo.

Alle tre di notte mi alzo dal letto, prendo i primi vestiti che trovo decisa ad andare da lui.
Con tutto il baccano che faccio si svegliano anche le ragazza, e quando mi domandano dove stessi andando così di corsa risposi semplicemente: "Vado a riprendermi il mio amore".

Uscii e corsi fino a casa sua. Feci tutto quello che c'era scritto sul biglietto con l'indirizzo.
Ma quando misi in moto la macchina mi chiesi se era davvero la cosa giusta da fare.

//spazio autrice
Ecco qua il capitolo. Lo avevo pensato più corto, ma poi l'ho allungato per evitare di farne due.

Dopo la lettera di Pasquale, Giulia è decisa a partire, dopo due giorni di indecisione, ma quando è davvero sul punto di farlo si blocca.

Il prossimo capitolo uscirà tra stasera e domani, non lo so con precisione.

Un bacio
RagaxxaCrazy

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