37. Ricominciare

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La casa che mi ha offerto Tommaso è davvero molto bella, è nel centro di Roma, a due passi dall'Università e a quindici minuti dalla mia ex casa. È al quarto piano, tutto l'intero edificio è molto bello e accogliente. Ancora non conosco bene tutte le persone del palazzo, l'unica persona che ho conosciuto, e che mi sta già simpatica, è la mia dirimpettaia. Cassandra è una ragazza molto dolce e carina, ha i capelli lunghi biondi e ricci, gli occhi verdi, è molto alta e magra. Vive nell'appartamento con sua madre, anche se rientra a casa molto tardi la sera ed esce molto presto alla sera, quindi in pratica è come se la ragazza vive in casa da sola. Lavora in un call center in città, è laureata in lingue, cinese, tedesco, inglese e francese. L'ho conosciuta appena ho messo piede nel mio appartamento. La sera, stanca morta dal trasloco, mi ero appena messa sul letto per riposare un pò, subito dopo suonarono alla porta. Con malavoglia mi alzai e andai ad aprire, mi trovai  davanti una ragazza tutta pimpante e piena di vita. Facemmo subito amicizia. E ora, dopo appena una settimana dal mio ritorno, mi sembra di conoscere Cassandra da una vita.

Il mio appartamento non è molto grande ma per me è perfetto, anzi mi sembra addirittura grande per una persona sola. Tommaso è stato generoso, come al solito. 
L'ingresso da subito sul soggiorno, il pavimento è in legno in tutte le stanze. Nel soggiorno ci sono due divani, uno a tre posti e l'altro a due, entrambi in pelle rosa cipria. Un tavolinetto in legno scuro spicca tra i due divani, e lo stesso legno sostiene la TV. Dal lato opposto al soggiorno c'è un grande arco che conduce alla cucina. È una cucina moderna in marmo bianco e in legno scuro. Poco più in là un tavolo quadrato con quattro sedie dello stesso legno scuro del soggiorno. Nel soggiorno c'è un altro arco, più piccolo di quello precedente che porta ad un corridoio. In fondo al  corridoio c'è una finestra, mentre sia a destra che a sinistra ci sono due porte. Sulla destra c'è il bagno e la mia camera da letto, mentre a sinistra c'è un'altra camera da letto e uno sgabuzzino. 
Stefania e Maria sono entusiaste della mia nuova casa, anche ad Alice è piaciuta molto.

Continuo a lavorare all'Università, solo due giorni a settimana, non possono prendermi altri giorni. Ho bisogno di un lavoro, un altro lavoro. Anche se non devo pagare l'affitto per un anno, c'è lo zampino di Tommaso sotto, ho bisogno di più soldi, per la spesa, le tasse, le bollette. Prima avevo anche lo stipendio da avvocato, era più sostanzioso di quello da assistente, ma ora non posso neanche cercare un nuovo lavoro, sono ancora assunta. Ma devo darci un taglio, chiudere per sempre con il passato. Ho deciso, andrò da lui per tagliare i conti, se questa volta non firmerà subito le mie dimissioni gli manderò contro gli avvocati di Tommaso. Ho  già rifiutato il suo aiuto molte volte, anche prima che partissi si era offerto di sistemare le cose per me, ma io rifiutai, ho sempre rifiutato il suo aiuto da questo punto di vista, ma questa volta no, non cederò, né ora né mai. Voglio ricominciare, ma finché non chiudo definitivamente tutti i conti con il passato non posso riuscirci. 
Andrò lì oggi stesso. Non si discute più. 
Vado a prepararmi ed esco subito.

Voglio vestirmi bene, voglio farmi vedere bella e forte, andrò lì a testa alta, senza paura e senza vergogna. Ce la farò. 
Indosso un abito a tubino, molto aderente rosa chiaro, con delle décolleté nere con il cinturino alla caviglia e un giacchino in pelle. Prendo una borsa a tracolla molto piccola, anche questa in pelle nera. I capelli sciolti e un filo di trucco.

Esco in strada e inizio a camminare verso quel luogo. È un pò più distante da casa rispetto a dove abitavo prima, ma arrivo lo stesso in orario, prima che vadano tutti in pausa pranzo.
Ritornare lì mi fa tornare in mente molti ricordi. Ricordi di momenti felci e passati.
Vedo la traghetta in strada, brilla alla luce del sole. Prendo un bel respiro, mi faccio coraggio e inizio a salire le scale. Non posso crederci che sono di nuovo qui. Avevo giurato che non avrei mai più rimesso piede in questo luogo, eppure eccomi qui. Mentre salgo le scale mi viene in mente un ricordo, ci siamo io e lui su questa scala. Avevamo fatto tardi la sera, eravamo rimasti da soli nello studio, stavamo lavorando insieme su un nuovo caso molto importante. Era la fine di marzo, ma iniziava a fare già un pò di caldo. Io indossavo un jeans e una maglia bianca con sopra un cardigan e le converse. Lui in giacca e cravatta. Mentre lui chiudeva la porta io iniziai a scendere le scale. Prima che io arrivassi a metà della discesa lui mi raggiunse. Mi mise un braccio intorno alla vita e mi tirò a sé, mi diede un bacio sulla guancia e continuammo a scendere abbracciati in quel modo. Arrivati sul marciapiede si fermò e mi diede un altro bacio, più lungo e più intenso. Salimmo in macchina e tornammo a casa, passammo una notte di fuoco indimenticabile.
Mi ripresi dal ricordo e presi un altro respiro profondo prima di suonare il campanello. Subito dopo Claudia mi apre la porta. Resta un attimo sbalordita e a bocca aperta prima di saltarmi al collo. Anche io ricambio l'abbraccio e la saluto. Nello studio è tutto come prima, non è cambiato niente. Andiamo al suo bancone e inizia a farmi domande su di me. Io sono felice di rispondere, e le racconto tutto.
"Senti, in realtà, io sono qui per un altro motivo, puoi immaginare" inizio a dire.
"Si, avevo immaginato. Ma ora l'avvocato è in riunione, e quando avrà finito non so se potrà riceverti"
"Capisco, ma è davvero importante. Non è che posso aspettarlo nel suo studio?"
"Em... non so quando finirà la riunione..."
"Per favore"
"Ricordi la strada?"
Annuisco e corro subito verso la sua porta.
"Ah Giulia" mi richiama.
Mi volto a guardarla.
"Sei bellissima" continua.
Le sorrido riconoscente ed entro.

All'inizio mi siedo ad una poltroncina, dopo un pò inizio a scocciarmi di aspettare. Mi alzo e vado alla finestra di fronte la porta. Mi è sempre piaciuto molto il suo ufficio. C'è una vista bellissima da lì. Darei tutto per quella stanza, anzi, avrei dato tutto quando ancora lavoravo qui. Ora non mi importa più. Scosto le lunghe tende bianche e mi affaccio dal vetro. Si vedono strada e l'entrata, e i tetti di mezza Roma, è mozzafiato. Il mio ufficio era dalla parte opposta, dalla sola finestra che c'era si vedeva il palazzo di fronte, che era assi più alto di questo, quindi non si godeva di una bella vista.

Dopo un pò che mi perdo in quel panorama, sento la porta aprirsi. Mi giro lentamente e mi godo la sua espressione disorientata e confusa, ma anche sorpresa, e un sorrisetto spunta all'angolo della sua bocca.
È ancora bello come il sole, come il primo giorno. Sempre vestito con un completo giacca e cravatta. Gli occhi verdi mandano una lieve scintilla, di speranza oserei dire. Le labbra carnose sono messe in evidenza dall'accenno di barba appena rasata. Improvvisamente ho nostalgia, avrei voglia di buttarmi addosso a lui e baciarlo, ma mi trattengo.

"Giulia?" chiede incredulo.
"Ciao" lo saluto, evitando i suoi occhi inquisitori. Li sento su di me.
"Sei... sei... Wow"
"Non venuta qui per farmi dire come sono. Credo che tu l'abbia capito"
"L'ho capito, ma spero ancora"
"Spera pure, se proprio vuoi"
"Si dice che la speranza sia l'ultima a morire"
"Senti, puoi immaginare quanto mi sia costato venire qui e vederti, ma l'ho fatto. Ho fatto uno sforzo. Ora potresti farlo anche tu e darmi quello che voglio" quasi lo scongiuro, ma non ho altro da fare se non aggrapparmi agli specchi.
"Capisco. Ti faccio una proposta"
"Non voglio proposte, voglio solo una tua firma, lo sai"
"Ti chiedo solo di ascoltarmi, un attimo solo, non di più"
Annuisco.
"Io firmerò le tue dimissioni a una condizione. Voglio che tu torni a lavorare qui, solo per un anno. Un anno, non di più. Solo per capire se vuoi davvero andare via, ti conosco, te ne pentirai"
"Tu sei pazzo! Io voglio le dimissioni, non lavorare qui di nuovo. Cosa credi?"
"Giulia, non ti sto mica chiedendo la luna. Solo un anno della tua vita. Poi avrai ciò che vuoi"
Resto un attimo a pensarci. Un anno qui? Ho fatto tanto per andare via e ora devo rincominciare tutto da capo di nuovo? No, non se ne parla proprio.
"Va bene" accetto. Ecco ogni mio presupposto andare in fumo. Perché non collego mai la bocca al cervello prima di parlare? Perché??
"Bene, puoi iniziare tra tre giorni, il lunedì mattina" dice lui.
Cos'ho fatto?

***

PASQUALE P O.V.

Ancora non ci credo che lei è qui. Davanti a me. È un sogno, un sogno che si avvera. Ha accettato la mia proposta. Si, ha accettato davvero. Da lunedì lavoreremo di nuovo fianco a fianco. So che dovrò concederle le dimissioni, ma un anno non passa poi così tanto in fretta. Avrò tutto il tempo per farle cambiare idea. Sperò ancora che nel profondo del suo cuore mi ami ancora. È ritornata, e questa volta per restare.

//spazio autrice
Dopo molto tempo è uscito il capitolo. Qui parlano entrambi. L'ultima parte è dedicata a Pasquale, molto breve, solo per vedere come si sente. La canzone infatti è dedicata solo a quest'ultima parte. È da molto che pensavo di collegare questa canzone a questa parte, però da punto di vista di lui.

L'altra parte è quasi tutta descrittiva. Giulia parla della casa, e poi va allo studio legale.

Spero vi sia piaciuto.
By belli
RagaxxaCrazy

Il Mio Amore Where stories live. Discover now