''See you again''

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Mi son trovato a riflettere, a eventi conclusi, l'eventuale probabilità che il mio intelletto avesse già preveduto l'imminente.
Il mio stesso intelletto che peró registrava quei continui segnali di ció che sarebbe accaduto, e li trasformava, li rendeva futili, quasi invisibili ai miei occhi.

Così, quando la tua pelle si presentava più pallida del solito, pensavo fosse dovuto al freddo, pensavo fosse un malore temporaneo e poco importante e ho sempre ritenuto che bastassero le mie dolci carezze a farlo passare.

Così, quando il tuo corpicino già minuto si faceva sempre più piccolo, e potevo sentirlo stringendoti tra le mie braccia, pensavo fosse dovuto al batterio che sterminava i nostri campi e stessi mangiando di meno per questo.

Così, quando preferivi restare a casa a riposare nel letto, in condizioni pietose, attribuivo la causa all'inverno imminente, ad una stanchezza più che comprensibile.

Così, quando le giá poche volte in cui potevamo vederci, continuavi a ripetere quanto mi amassi, costantemente, come se la tua vita dipendesse da ció, più e più volte a dirmi quelle due semplici parole facendo palpitare il mio cuore, aggiungendo semplici frasi quali 'qualsiasi cosa accada' o 'ricordatelo sempre'. Ed io invece, pensavo ti riferissi al matrimonio.

Sciocco sono stato, non è così Park Jimin?

I primi tempi pensai che se tu mi avessi rivelato il tutto, forse non avrei sprecato i nostri ultimi giorni, forse sarei stato più attento. Ed incolpai te, ti odiai e provai così tanto rancore, ma era solo egoismo perchè ti amo così tanto e anche solo realizzare ció che effettivamente era successo era così arduo.

Solo dopo giornate passate nel buio della mia stanza realizzai che me lo avevi detto, con tuti quei segnali, solo che me medesimo fu così poco acuto da non riuscirne a captarne neanche uno.

Il nostro amore era sbocciato così velocemente e con la stessa rapidità era appassito, nel fiore del sentimento, tanto ancora da vivere, da provare, da scoprire, lasciando solo tanto dolore, tanto rancore, tanta angoscia, tanta solitudine, il rimorso delle cose non fatte e delle ocasioni sprecate, il sapore dolciastro alla ciliegia delle tue labbra sulle mie diventato ormai un retrogusto amaro che tardava a scomparire.

Conservo con cura, tutti i ricordi, li ho scritti tutti quanti sull'agendina ripiegata, dove i segni delle lacrime versati sono solo tali,nel mio taschino, associando colori, sapori e odori, per conservare il tutto intatto e fresco nella mia mente.

Le ho terminate le lacrime, sai?

Peró nonostante tutto, c'è una cosa che non riesco a capire, Jiminie: perchè?

Non te la meritavi, quella malattia.
Nemmeno un pó, non meritavi quel mostro a spegnerti e ucciderti con lentezza e tanta agonia nel fiore dei tuoi anni. Quell'animale tanto brutale avrebbe potuto colpire chiunque, tanti erano i soggetti maligni qui a Firenze eppure ha colpito proprio te, un angelo.

Perció perchè mi hai lasciato, Park Jimin?

O forse, il signore Dio ti ha rivoluto lì al suo cospetto, in Paradiso.

Quest'ipotesi, fra tutte, fa meno male, ahimè, se possiamo distribuire su una scala tutto il dolore provato, ma so per certo che per quanto cupo e perduto sia il mio animo, c'era una cosa che neanche io meritavo: perderti.

Ma mi manchi, e ti amo, e non penso di poter smettere. Ed ero ancora lì, curvo sulla mia scrivania, dopo un anno, a dedicarti il meglio di me, a mantenere la promessa, che ti ho fatto sul letto di morte.

"Era venuto ne la mente mia
il gentil uomo che per suo valore
fu posto da l'altissimo signore
nel ciel de l'umiltate, ov'è Maria.

LA DIVINA COMMEDIA || YoonminWhere stories live. Discover now