Benjamin's pov.
Il weekend è passato per lasciare spazio all'inizio di una nuova settimana.
E così è arrivato il lunedì, l'odiatissimo lunedì.
Io e Federico lavoriamo tutta la giornata e ci si presentano davanti tanti uomini e tante donne. Diversi volti, diverse lingue, diversi stili di vita, diverse storie.
Mi piace immaginare la vita e la storia di ognuna delle persone che varcano la porta del locale e mi si presentano davanti.
Cerco di sorridere ad ognuno di loro, perché semplicemente sono consapevole di come a volte anche un sorriso regalato da una persona sconosciuta, possa alleviare un po' il dolore che ognuno di noi si porta dietro.
Calata la sera, ripuliamo tutto e si torna finalmente a casa. Appena varcata la porta d'ingresso, lascio un'occhiata all'orologio posto in cucina. Questo segna le 20:05.
Dopo aver deciso cosa mangiare, il mio socio si chiude in bagno per fare la doccia ed io sono consapevole che impiegherà tantissimo tempo, come sempre, quindi me la prendo con comodo.
Metto semplicemente la pentola con l'acqua sul fuoco e mi fiondo in salone, stendendomi sul divano, per poi accendere la tv. Mentre giro e rigiro per i canali, rilassandomi un po', i miei pensieri ritornano alla ragazza dai capelli ricci che ho conosciuto venerdì. Mi è saltata alla mente diverte volta oggi, specialmente quando mi si è parata avanti una ragazza che le somigliava. Forse potrei contattarla per telefono e chiederle se ha risolto con quell'agitato del suo ragazzo. Ci penso su.
Mentre aspetto che il mio migliore amico esca dal bagno e mi allieti con la sua fastidios...meravigliosa compagnia, decido di telefonare a mia mamma.
Parliamo al telefono per una decina di minuti circa di ciò che abbiamo fatto durante la giornata e lei mi racconta le sue ultime novità, mi dà nuove informazioni su parenti e amici di famiglia. Sembra essere molto di buon umore, come ogni volta che la chiamo e ciò mi rende parecchio felice. Nel momento in cui stacco la chiamata, sento anche la porta del bagno aprirsi e tiro un sospiro di sollievo.
«Hai finito, finalmente! Credevo sarei morto di fame e solitudine» esclamo riferito a Federico, che mi passa accanto mentre è impegnato a messaggiare, con i capelli ancora umidi che gli ricadono sulla fronte.
Mi alzo e gli tiro una gomitata sul fianco, per cercare di attirare la sua attenzione e ricevendo però in risposta soltanto una brutta occhiataccia.
«Smettila di messaggiare con la tua nuova ragazza e dammi una mano» gli dico con tono falsamente autoritario, entrando in cucina e rubando il telefono al mio migliore amico, che nuovamente mi guarda male.
«Ok, mamma. E non sto parlando con la mia ragazza» borbotta lui, per poi darmi una mano con la cena, anche perché io non sono proprio in grado di cucinare. Una delle poche volte che ci ho provato, ho finito per bruciare una tovaglia. Ancora oggi non so come sia potuto succedere.
Dopo aver mangiato e ripulito il tutto, torniamo in salotto a vedere programma idioti alla tv, anche se poco dopo decido di chiudermi in camera mia, dopo aver fatto una doccia veloce.
Sono veramente stanco e continuo a passarmi le dita fra i capelli, immaginando che qualcun altro lo faccia, mentre chiudo gli occhi. Se non li riapro; entro massimo cinque minuti mi addormenterò sicuramente.
Il cellulare vibra ed io lo prendo fra le mani, scoprendo siano le notifiche di Twitter.
Entro nel social, rispondo a qualche fans, seguendo anche alcune di loro, sapendo di farle felici, poi prendo la decisione di contattare Roberta.
Ho salvato il suo numero quando ho avuto il suo cellulare, perché non potevo fare diversamente. O forse potevo, ma dettagli, ho fatto ciò che sentivo. Sono spontaneo, istintivo, forse troppo spesso irrazionale.
Cerco il contatto della ragazza e decido di aprirlo, mentre un brivido di freddo mi attraversa la schiena in modo veloce.
Ha l'immagine di profilo con il suo ragazzo, lo stato collegato sempre a lui, quindi immagino stiano ancora insieme e sia andato tutto bene, ma sinceramente voglio chiederglielo lo stesso, giusto per iniziare una conversazione con lei, sperando non mi risponda quel tizio impazzito del suo fidanzato.
Resto stranamente ad elaborare il messaggio per qualche minuto, neanche stessi inviando un'importante e-mail di lavoro. Non capisco perché io mi stia comportando così in questo momento. Non sono quello che agisce istintivamente? Si, lo sono, quindi non capisco cosa mi prenda.
Ho paura di infastidirla, ho paura di causare danni.
Oh, fanculo le paranoie, penso.
"Allora hai risolto con il tuo ragazzo?" le scrivo per messaggio, per poi posare il telefono accanto a me, mentre i miei occhi scrutano il soffitto. La mia stanza è quasi completamente al buio e l'unica fonte di luce arriva dall'esterno, grazie ad un lampione per strada, accanto alla mia finistra.
Non mi è mai piaciuto particolarmente star chiuso in qualche stanza con tutto il buio che m'accerchia. Non mi è mai piaciuto.
Fin da bambino ho sempre amato i posti all'aria aperta, con tutta la natura che mi circonda, con il fruscio dei rami e il cinguettio degli uccelli nelle orecchie.
Non mi piace star chiuso da qualche parte, ancor di meno quando sono solo, perché inevitabilmente finisco per pensare intensamente e questo non è per niente d'aiuto, perché iniziano le paranoie, le preoccupazioni ed io non sono capace di scacciarle via. Quando inizio a pensare così profondamente, non riesco a smettere finché qualcosa o qualcuno non mi distrae.
Perciò amo stare in mezzo alla natura. Perché lì, nonostante i mille dubbi, i mille pensieri, ci sarà sempre qualcosa che attirerà la mia attenzione e mi farà sentire finalmente libero dalle paure.
Sento nuovamente vibrare il telefono accanto a me e lo schermo si illumina, mostrando il nome della ragazza: mi ha risposto.
Non posso evitare di accennare un sorriso, che però sparisce completamente pochi attimi dopo, perchè ciò che leggo non è proprio ciò che speravo ed immaginavo.
"Non credo t'interessi molto, visto che ipoteticamente siamo usciti assieme, ci siamo baciati e tu l'hai detto al mio ragazzo per rovinare la mia relazione con lui" mi scrive lei. Io leggo ad alta voce il messaggio con la fronte corrucciata. Sono confuso e non poco. Che cosa significa? Che sta dicendo? Non ho capito. Io e lei non siamo usciti assieme né tantomeno ci siamo baciati.
"In che senso? Che è successo? Non ho capito" le scrivo innocentemente. Voglio capire seriamente che cosa le abbia detto il suo ragazzo, perché sono più confuso dei tempi in cui il professore teneva le lezioni di matematica ed io puntualmente mi perdevo dopo cinque minuti di spiegazioni, massimo.
"Niente. Lasciami in pace" mi scrive ancora lei. Che ho fatto di sbagliato? Volevo solo sapere come fosse andato il confronto con il suo ragazzo. Perché se l'è presa tanto? Perché mi sta trattando così? Devo capire che è successo, perché c'è qualcosa che non va, decisamente.
Non riesco neanche a capire perché io ci tenga cosi tanto. Forse semplicemente perché non voglio che qualcuno sia incassato con me, men che meno senza sapere il motivo. Non voglio che qualcuno sia incazzato con me, specialmente non una ragazza, specialmente non lei. Oh che cazzo sto dicendo?
Mi alzo dal letto. Sono sudato ed esco dalla mia stanza, andando da Fede con la speranza che non si sia addormentato sul divano. Per fortuna lo trovo ancora sveglio con il cellulare fra le mani, intendo a scrivere messaggini.
«Fe', non è che potresti chiedere una cosa alla tua nuova amica?» gli domando, ricevendo in risposta uno sguardo curioso.
Forse starò facendo una cazzata totale, forse dovrei lasciare perdere tutto, ma proprio non ci riesco. Non riesco a lasciarla andare. E in fondo un po' di rischio non fa male ogni tanto, anzi spezza un po' la monotonia della vita.

ČTEŠ
Come Un Fulmine A Ciel Sereno. |Benji e Fede|
FanfikceA volte la vita può sorprenderti. Una serata, può cambiare il tuo futuro, donarti amicizia, fiducia, amore. Una serata, può mandare all'aria tutto ciò che ti eri prefissato precedentemente. Un serata in cui arrivano nuove persone nella tua vita, co...