Ventisettesimo capitolo.

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Benjamin's pov.
Ho passato tutta la notte a scrivere una canzone e mi sono addormentato tardissimo. Non che avessi proprio degli orari, visto che ormai sono in vacanza, però ammetto che essere svegliato a forza dal suono continuo del campanello, non è il massimo.
Non ho né voglia né forza di alzarmi, ma all'ennesima bussata non posso fare diversamente, quindi con tanto sforzo mi alzo dal letto e poggio i piedi nudi sul pavimento gelato, prendendo una t-shirt al volo per coprirmi il petto lasciato scoperto per tutta la notte. Sarò strano, ma dormo senza maglia anche con 20 gradi sotto zero, ormai ci sono abituato.
Mi avvicino alla porta d'ingresso e mentre la spalanco, mi passo una mano fra i capelli per sistemarli. Come avevo immaginato, ad aver bussato sono la mia meravigliosa ragazza e la sua migliore amica.
«Buongiorno ragazze!» esclamo, per poi portare una mano alla bocca e sbadigliare sonoramente. Credo mi abbia sentito tutto il condominio.
«Dormivi ancora?» mi domanda Rob innocentemente, dandomi un bacio a stampo dopo il quale faccio entrare lei e Fran in casa. Annuisco alla domanda della mia ragazza che si siede sul mio divano, mentre le spiego cosa ho fatto per la maggior parte della notte, stuzzicando la sua curiosità riguardo ciò che ho scritto.
«Voglio leggerli, Ben!» esclama poi con voce da bimba, mentre mi siedo accanto a lei, rispondendole che ci sarà molto tempo per poterli leggerli. Lei mi mette il broncio ed io non posso far a meno di intenerirmi a questa scena.
«Ma Federico dove sta?» domanda Fran guardandosi attorno ed interrompendo un mio sguardo dedicato alla mia ragazza.
«Dorme ancora e no, lui non credo abbia scritto canzoni tutta la notte, semplicemente ama dormire» le rispondo, indicandole la stanza del suo ragazzo dove lei entra immediatamente.
Rimasti soli, mi fiondo sulle labbra della mia ragazza, baciandola dolcemente e ricordando solo in un secondo momento che non ho ancora lavato i denti, cosa piuttosto imbarazzante, nonostante lei non sembri darne peso, ma anzi, mi guarda con dolcezza assoluta, per poi chiedermi di farle vedere tutti gli oggetti di Natale che abbiamo per addobbare la casa.
Le prendo la mano e la porto nel ripostiglio di casa, prendendo una ad una le scatole poste più in avanti –che abbiamo messo lì ieri sera io e Federico-, per poi portarle in salotto.
Mentre apriamo gli scatoloni, rivelandone il contenuto, ci raggiunge anche l'altra coppietta di casa per darci una mano. Il mio amico sembra ancora molto confuso e frastornato anche se vuole negarlo e a me questa cosa fa ridere tantissimo. Inizio a dirgli cose senza senso e lui mi guarda piuttosto confuso, mentre io continuo a ridere come un matto.
Poi cerco di ricompormi, sporgendomi verso gli scatoloni che abbiamo recuperato. Devo ammettere che non ricordavo neanche cosa avessimo per addobbare la casa in occasione del Natale. Alla fine notiamo di avere soltanto un vecchio albero malandato, accompagnato da palline di Natale scolorite dal tempo. Lo sguardo delle ragazze è abbastanza pensieroso.
«Io direi di...» inizia Fran, alzandosi dal pavimento dove un secondo fa eravamo tutti seduti.
«...andare a fare acquisti!» esclama la mia ragazza, completando la frase dell'amica e alzandosi a sua volta.
«Servono decisamente nuovi oggetti natalizi!» dice ancora la bionda, mentre Rob mi porge una mano per aiutarmi ad alzarmi.
Le ragazze non danno neanche il tempo a me e a Fede di prepararci decentemente che sono già pronte per uscire con indosso le loro giacche.
Rob ha in volto un caloroso sorriso e capisco allora che le spese natalizie la rendino particolarmente felice ed entusiasta. Le brillano gli occhi e continua a saltellare di qua e di là con la sua migliore amica, dicendoci di far presto a prepararci. È bello vederla così di buon umore. Sembra una bambina tenera, in questo momento.
Prima di uscire di casa e chiudere la porta con le solite tre mandate, le schiocco un sonoro bacio sulla guancia.
Entriamo tutti in auto e cerchiamo di accordarci su un destinazione da raggiungere, o meglio, le ragazze iniziano ad elencare nomi di negozi e di strade, mentre Federico, che è al posto di guida, inizia ad essere sempre più confuso. Io scoppio a ridere per la sua reazione, lasciando gli altri tre senza parole a fissarmi.
«Ragazze, che ne dite di scegliere massimo due o tre negozi in cui andare?» propongo solennemente. Loro annuiscono e poco dopo decidiamo di raggiungere un centro commerciale. Possiamo finalmente partire!
Imbottigliati nel traffico, ci mettiamo decisamente troppo tempo per arrivare.
Il viaggio in macchina lo passiamo a cantare e quando arriviamo, io continuo a farlo, attirando l'attenzione di un gruppo di persone che sono nel parcheggio con noi e sono abbastanza vicini da sentirmi.
«Sei bravo a cantare, sai? Perché non lo fai anche tu?» mi chiede Rob con dolcezza, avvicinandosi a me, mente io le metto un braccio attorno alle spalle e la stringo a me. Prima avevamo l'aria calda della macchina, ora, fuori, sento un freddo tremendo.
«Non mi sento abbastanza bravo a cantare, preferisco fare ciò di cui sono sicuro, ovvero suonare la mia amatissima chitarra» borbotto agitando le mani.
Non mi è capitato spesso di ricevere complimenti sulla mia voce e quindi non ho mai preso in considerazione l'idea di poter cantare. Se a lei piace però potrei farlo, potrei cantare solo per lei magari.
Entriamo nei centro commerciale già addobbato per le feste natalizie, come ogni negozio al suo interno, d'altronde.
La mora mi prende la mano e mi tira verso il primo negozio che vede, continuando a saltellare ed esaltarsi, facendomi sorridere.
«Sembri una bambina oggi» le dico con sincerità, ricevendo uno sguardo incerto, confuso.
«è una cosa negativa?» mi domanda in un sussurro.
«Assolutamente no, anzi sei dolcissima» le rispondo per poi lasciarle un piccolo bacio a stampo ed un sorriso. Poi la stringo a me più forte, mentre assieme ai nostri amici scegliamo un albero da portare a casa. Ce ne sono di ogni specie, colore e dimensione e quasi quasi mi viene voglia di prendere l'albero dalla struttura e dai rami rosa. Ho detto quasi.
La mia ragazza sembra accorgersi dell'espressione con cui sto guardando proprio quest'ultimo albero e scoppia a ridere.
«Lo so che vuoi prendere questo» mi sussurra baciandomi poi la guancia.
«Mi hai scoperto!» le rispondo per poi ridere.
Mentre Federico espone diverse teorie strane e confuse sull'albero da prendere, un piccolo cagnolino dal pelo marrone mi annusa e mi gira attorno i piedi.
La mia ragazza si china verso questo, iniziando a dargli tante carezze e ripetendogli che sia bellissimo. Credo di star iniziando ad ingelosirmi.
Lei continua a stargli vicino e a fargli tante coccole, finché i padroni dell'animale non escono dal negozio e se lo portavo via.
Io guardo Rob e vedo il sorriso che le ha provocato quel piccolo cane. Un giorno gliene regalerò uno.

Francesca's pov.
Federico continua a fare commenti a bassa voce su ogni albero vicino al quale passiamo. È parecchio buffo, ma alla fine mi unisco a lui. Credo sia ancora nel mondo dei sogni ed è davvero tenero, infatti non riesco a smettere di dargli baci sulle guanciotte morbide che si ritrova. Questo ragazzo sta facendo uscire tutto il mio lato dolce.
Dopo poco noi quattro puntiamo in contemporanea gli sguardi su uno degli alberi e capiamo che è quello giusto, neanche fosse un vestito da sposa. Ora sto immaginando un albero vestito da sposa e sì, è una cosa piuttosto inquietante e strana.
«Prendiamo questo» esclamiamo in coro. In realtà noi ragazze tecnicamente dovremmo essere solo delle accompagnatrici, ma stiamo prendendo questa situazione molto sul personale ed ai ragazzi in fondo non sembra dispiacere molto. Usciamo dopo aver pagato e portiamo la scatola, grande scatola, dell'albero di Natale in auto per poi rientrare nel centro commerciale, con lo scopo di trovare gli addobbi giusti per l'albero.
«Ma gli addobbi di che colori li prendiamo?» domando io curiosa.
«Rosso e oro!» rispondono in coro la mia migliore amica ed il mio ragazzo. Guardo male entrambi che intanto si battono il cinque e poi dedico uno sguardo a Ben che pare non avere nulla in contrario sulla decisione degli altri due. Compriamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno, da nastrini colorati a palline per l'albero ed usciamo dal negozio con decisamente tante, troppe buste. Sono entusiasta e Federico sembra notarlo.
«Ti piace molto il Natale, vero?» mi chiede lui con curiosità, mentre tenendo un braccio attorno alle mie spalle, si avvicina ad una delle pizzerie che si trovano nel centro commerciale.
«Si, molto. Mi fa tornare alla mente i ricordi di quando ero piccola, di quando non esistevano problemi, o meglio, quello maggiore era decidere quale abito dovesse indossare la mia barbie preferita. I tempi delle letterine a Babbo Natale, l'arrivo di quest'ultimo. Mi tornano in mente le serate passate con i miei cugini a provare a convincere gli adulti a farci giocare alla tombola con loro. Sembrava un obiettivo bellissimo da raggiungere» gli rivelo con sincerità, liberandomi dai mille pensieri che mi girano per la testa in questa giornata. Credo di avere gli occhi che brillano in questo momento. Era tutto così perfetto all'epoca.
Lui mi ascolta attentamente mentre cerca un tavolo per noi e per i nostri amici. Dopo averlo trovato, ci sediamo io e lui, uno accanto all'altro, mentre Rob e Ben ci si siedono di fronte.
«Ti mancano quei momenti?» mi chiede interessato, non smettendo di guardarmi neanche un secondo. Io annuisco.
«Quanto ti capisco. Mi mancano tanto, o meglio, credo di manchino le persone con cui condividevo quei momenti, oltre al fatto che mi manchi quella spensieratezza e quella gioia» mi dice lui con uno sguardo malinconico, mentre serra le labbra. Credo di sapere a cosa si riferisca e purtroppo non so come agire, perché non sono brava in queste cose, quindi mi limito ad abbracciarlo forte.
«Ma forse è meglio non pensarci ora, godiamoci la giornata. Ti va?» mi dice lui, prendendo la mia mano con la sua e intrecciando le nostre dita. Io annuisco e lui con un sorriso abbozzato mi chiede quale pizza voglio prendere.
Di fronte a noi, i nostri migliori amici continuano a scambiarsi sguardi dolci, mentre Rob spiega al proprio ragazzo come passava le vacanze natalizie da piccola. Lui la guarda con un grande sorriso sulle labbra, mentre continua a giocare con una ciocca di capelli della mora.
Qualche ora dopo siamo in casa dei ragazzi con mille buste e scatole attorno. Non credo sarà molto semplice risistemare tutto, ma questi sono solo dettagli irrilevanti.
Montiamo l'albero con non poche difficoltà per poi addobbarlo, mentre di sottofondo abbiamo musiche natalizie che hanno messi i ragazzi e che stanno canticchiando. Non posso negare che le loro voci mi mettano i brividi ed in questo momento non riesco a far a meno di sorridere. Mi sta addirittura venendo dolore alle mascelle, tanto che sorrido.
Rob appende una pallina rossa e ricoperta di brillantini all'orecchio del proprio ragazzo e noi altri non possiamo far a meno di scoppiare a ridere.
«Guardami Ben che ti faccio una foto!» esclama la mora al chitarrista, prendendo il suo telefono velocemente e scattando. Io non posso a fare a meno di fare una foto a loro, perché ritengo siano troppo carini e mi piacciono troppo come coppia.
«Facciamo una foto anche noi?» mi chiede Federico, stringendomi il bacino con un braccio –facendomi sobbalzare, fra l'altro- e poggiando la testa sulla mia spalla. Io scatto e dopo gli stampo un ennesimo bacio sulla guancia, mentre lui decide di pubblicare online ciò che abbiamo scattato.
Dopo tutta la fatica di decorare tutta la casa in stile natalizio, di risistemare e pulire tutto, posso dire decisamente di essere esausta, anche se molto soddisfatta.
Io e il mio ragazzo facciamo merenda con latte caldo e biscotti, mentre i nostri amici si poggiano sul divano a vedere la tv. Peccato che quando rientriamo nel salotto, entrambi si siano addormentati. Abbasso il volume della televisione e facendomi prendere una coperta da Fe', li copro entrambi, sentendomi molto una mammina. Loro sono stretti l'uno all'altra e Ben tiene la mia migliore amica per il ventre mentre ha il viso schiacciato contro la spalla di lei. Ci tengono veramente l'uno all'altra, si vede. Lui rende felice lei e lei rende felice lui.
Non vedevo Rob così felice da tantissimo. Mi sciolgo non poco nel vederli e decido di scattare tante foto a loro due, per poi annunciare al mio ragazzo che sono diventata la fotografa ufficiale della coppia che ho deciso di chiamare Ronji. Lui ride e mi abbraccia, sussurrando poi al mio orecchio che sono dolce.
«Visto che il divano è occupato, ci andiamo a stendere di là?» domanda dolcemente il mio ragazzo, indicando la sua stanza. Io annuisco, anche se non posso negare di avere un po' di ansia.

Federico's pov.
Io e la mia ragazza ci stendiamo sul mio amatissimo letto, coperto dal piumone azzurro da poco stato lavato. Le tapparelle sono quasi del tutto abbassate e c'è poca luce nella stanza, ma poco c'importa. O meglio, forse è anche meglio così.
Io e lei ci mettiamo faccia a faccia, dopo esserci coperti con un plaid. Le sposto una ciocca di capelli che le copre gli occhi, così da poterla guardare meglio, anche se la poca illuminazione riesce a farmi vedere solo i contorni del suo bel viso.
«Stai bene?» le domando, notando ci sia qualcosa che non va.
«Sì, sì» borbotta lei, rivelando però così un certo nervosismo. La guardo poco convinto, restando però in silenzio a labbra serrate.
Resta in silenzio per qualche secondo, poi parla.
«Semplicemente non sono abituata a tutto questo. Non ho mai avuto un ragazzo prima di te e non so mai come agire o come non agire. È tutto così nuovo» sussurra lei, rompendo il silenzio e dedicandomi uno sguardo profondo che riesco a captare nel buio. Le trema il labbro inferiore ed io non posso far a meno di prenderlo fra le mie di labbra. La bacio lentamente, mentre la sua mano finisce sul mio viso per accarezzarmi la guancia.
Capisco così che è il suo nervosismo provenga molto probabilmente dal fatto che al momento siamo completamente soli in camera mia.
«Stai tranquilla, ti ci abituerai piano piano. Ti farò abituare io, standoti accanto. Solo ti consiglio di goderti ogni momento e di cercare di non andare nel panico. Fa ciò che senti, io sarò felice così» le rispondo, cercando di essere il più sincero possibile. Non voglio che sia tesa o in imbarazzo a causa mia.
Lei mi guarda con i suoi occhioni luminosi e mi sorride. Sta sorridendo e me ne rendo conto perché ha il sorriso più luminoso che io abbia mai visto in tutta la mia vita.
Mi si avvicina ancor di più, mettendomi un braccio attorno al corpo e poggiando la testa fra la mia spalla e il mio collo. È così piccola e probabilmente fragile, anche se non vuole darlo a vedere. Chissà cosa si nasconde dietro la sua corazza fatta di dolcezza, sorrisi e risate.
Poi ad un tratto mi chiama. Le chiedo che c'è.
«Prima parlavi dei momenti passati, del Natale e del fatto che ti manchino la spensieratezza, ma soprattutto alcune persone che erano con te in quei momenti. Vuoi parlarmene?» mi chiede dolcemente.
«Te lo chiedo non per costringerti, ma per sapere se ti va di parlarne, di sfogarti. Io sono qui» mi dice ancora. Resto in silenzio per un po', forse sarà passato un minuto o due, poi inizio a parlare. Inizio a parlare e mi rendo conto che la mia di corazza è appena venuta giù, si è appena spaccata e sono rimasto semplicemente io, con le mie debolezze e i miei pensieri. Fra una parola e l'altra, sento delle lacrime scendermi lentamente dagli occhi e attraversarmi le guance. Non credo di aver mai pianto davanti alla mia ragazza, neanche in passato. Non è mai successo, prima di ora. Non è mai successo perché forse la mia corazza mi è sempre stata incollata addosso, mentre ora non è più così. Parlo, parlo ancora, mentre lei mi stringe e mi accarezza i capelli con dolcezza.
Le dico che alcune persone restano nel cuore anche quando fisicamente non sono più accanto. Però nonostante questo, non smettono mai di mancarti. In alcune occasioni poi, ti mancano ancora di più. Senti un vuoto che ti circonda, senti il freddo dentro e non sai quando tutto questo passerà.
Non so come, ma ora è la mia testa che è poggiata contro il suo collo, mentre le sue mani mi accarezzano i capelli ed il viso. Ed io man mano che parlo mi sento più libero, più leggero. Non credevo sarei mai riuscito a parlare di queste cose, le cose che nascondo nel profondo di me stesso. Ma quest'oggi sono arrivate in superficie. Lei è riuscita a farmi mostrare questo lato di me che non credo sia mai uscito fuori prima, se non in piccola parte con la mia famiglia. Mi fido di lei, magari ho trovato la mia persona.
Mentre siamo stretti l'uno all'altra, sento la realtà sempre più lontana, mentre entro nel mondo dei sogni e mi addormento.

Come Un Fulmine A Ciel Sereno. |Benji e Fede|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora