Quarantaduesimo capitolo.

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Benjamin's pov.

Forse sono un po' pazzo, lo ammetto, ma penso che vada più che bene.
Se non fossi così, la vita sarebbe troppo monotona e la monotonia ogni tanto merita di essere spezzata.
Sono contento di aver organizzato questa vacanza lampo, contentissimo anzi.
Mentre arriviamo nel posto desiderato, mille idee su cosa fare stasera, mi affollano la mente.
Finché non arriviamo però, non posso realizzarne nemmeno una.
Solo una volta lì, sono libero di fare tutto ciò che voglio.
È già abbastanza tardi, il sole fra poco tramonterà.
Dopo una cena veloce nel grande ristorante dell'hotel dove ho prenotato due camere, faccio una doccia veloce e mi vesto in modo semplice, esortando la mia ragazza a fare lo stesso.

«Ora io esco che devo preparare alcune cose, mentre tu ti prepari» l'avverto prima di uscire dalla stanza e prima che lei entri nel bagno.
Ricevo un'occhiataccia davvero pericolosa, ma non fa niente, perché so -o almeno spero- che più tardi quell'espressione si addolcirà, quando vedrà cosa le ho organizzato.
Non voglio fare nulla di chi sa quanto spettacolare, anzi, è qualcosa di molto semplice, ma se fatto bene, anche molto carino.

«Ti amo!» esclamo prima di uscire dalla camera di albergo e prendere l'ascensore.
Una volta fuori dalla struttura, ricapitolo mentalmente tutto ciò che mi serve: una macchina, cibo e tanti cuscini.
L'ultima di queste cose, riesco a ricavarla dall'hotel stesso, grazie ad una cameriera anziana e molto gentile, che prima di lasciarmi andare mi dice che si vede che amo proprio tanto la mia ragazza e che lei ama me, aggiungendo poi, che siamo molto fortunati.
Se nel mondo ci fossero più persone così belle, sarebbe sicuramente un posto migliore. ù

Mi rendo conto poi che devo per forza riuscire a trovare un supermercato aperto, missione molto ardua, visto che sono le nove passate di sera.
Dopo aver smanettato con il cellulare per circa 5-6 minuti, però per fortuna, trovo ciò che fa al caso mio. Certo, il luogo da raggiungere non è proprio vicinissimo, ma devo arrivarci.
Arrivo al supermercato giusto in tempo, perché mancano circa dieci minuti alla chiusura.
Le due cassiere rimaste, scazzate, non evitano di ricordarmelo ogni due secondi, mentre recupero dagli scaffali tante cose buone, fra cui nutella e biscotti.
Alla fine decido di prendere anche lo champagne, che nonostante non sia abbinato per niente alle cose elencate in precedenza, serve per festeggiare la maturità della mia ragazza.
Ora ho tutto ciò che mi serve.
Cerco un posto bello -e raggiungibile a piedi- per fermare l'auto.
Riesco a trovare un bello spiazzo libero, con una bella vista sulla spiaggia ed il mare.
Il cielo è stellato e la luna è piena. Ho trovato decisamente il posto perfetto.

Apro il bagagliaio dell'automobile e abbasso i sedili posteriori, avendo così un bello spazio a disposizione che ricopro con lenzuola e tanti cuscini dalle federe bianche e pulitissime.
In un angolo metto lo champagne -che spero rimanga abbastanza freddo per un po'- e tutto il cibo che ho comprato.
Quando tornerò con Rob, accenderò anche delle candele profumate, che sono riuscito a trovare sempre nel famoso supermercato a cui devo la riuscita della mia idea.
Ora è tutto pronto, manca solo lei.
Richiudo l'auto e raggiungo l'albergo a piedi, mentre parlo al telefono con la mia ragazza che -preoccupata- mi ha lasciato tantissimi messaggi.
Le dico di aspettarmi fuori l'albergo, dove la raggiungerò il più presto possibile.
La vedo da lontano, con i ricci morbidi che le ricadono sulle spalle e mi avvicino, scusandomi di averla fatta attendere così tanto.
Nonostante sia un po' accigliata e perplessa, quando le prendo la mano, mi segue, domandandomi però in continuazione dove stiamo andando.
Se pure glielo volessi dire, non saprei come fare, quindi le rispondo semplicemente che fa poco vedrà.

Arriviamo poi finalmente alla nostra metà.

«Ma quella è la tua auto?» mi domanda confusa, mentre ci avviciniamo alla vettura.
«Ma che occhio attento che hai!» le rispondo, avvicinandomi al bagagliaio e spalancandolo, accendendo poi le candele.
Mi siedo al suo interno, esortando la mia ragazza a fare lo stesso.
Lei si guarda attorno curiosa e con un bel sorriso in volto, mi ringrazia della sorpresa.
Attorno a noi non si sente nessun rumore, se non quello delle onde che si infrangono contro gli scogli e dei grilli, il cui verso si sente solo nei luoghi di vacanza.
Ci stendiamo, osservando il mare, il cielo ed il punto all'orizzonte dove queste si incontrano, che in realtà non è molto visibile.
«Volevo passare la serata in modo tranquillo, però in qualche posto diverso da solito» la informo, accarezzandole la guancia.
«Penso tu abbia avuto un'ottima idea» sussurra lei, per poi sbadigliare.
«Qualcuno è un po' stanco?» le domando per poi ridacchiare.
Lei annuisce con un'espressione tenera.

Come Un Fulmine A Ciel Sereno. |Benji e Fede|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora