#21

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- 78 giorni


·Levi·

Il moccioso è in ritardo.

Lo aspetto da una buona mezz'ora, ma di uscire da quel maledetto portone ancora non se ne parla. Probabilmente lui e Dottor Sopracciglia hanno dovuto occuparsi di qualche paziente imprevisto, oppure l'ultimo appuntamento ha richiesto più tempo del necessario.

Guardo l'oggetto che ho tra le mani scintillare alla luce del Sole: l'ho comprato per lui, spero che gli piaccia.

Il suono elettrico che schiude la serratura che da accesso al palazzo mi distrae dai miei pensieri, facendomi voltare.

Eren ha il fiatone, e mi guarda con rammarico.

«Scusami! Abbiamo avuto un contrattempo!» dice, avvicinandosi a me con un'espressione da cagnolino bastonato che mal gli si addice. Amo il modo in cui sorride, il suono della sua risata e la luce che ha negli occhi quando è felice.

«Non preoccuparti. Cosa vuoi mangiare?» gli chiedo, tirandolo per il colletto della maglia e lasciandogli un bacio a fior di labbra che lui non esita ad approfondire.

«Tu sei sul menù..?» ridacchia divertito.

«Assolutamente no. Quindi vuoi digiunare?»

«Neanche per sogno, ho fame!» piagnucola, dandomi un debole pugno sulla spalla «Ti va di mangiare giapponese?»

Scrollo le spalle, indifferente. L'unica cosa che conta è che Eren stia bene, per quel poco tempo che ci resta.

«Allora prendiamo qualcosa da asporto da Kiyomi e andiamo da me.»

Sta per prendere il mio casco che pende dal manubrio come fa di solito, quando l'occhio gli cade sull'oggetto poggiato sul serbatoio nero.

«Cos'è?»

«L'ho preso per te così la smetteremo di infrangere il codice stradale dato che, a causa tua, viaggio sempre senza.»

Gli infilo in testa un casco nuovo di zecca tirato a lucido, di un verde intenso e cangiante come il colore delle sue iridi che mi fissano stupite. Allaccio la cinghia, stringendola quanto basta, ed ammiro il risultato.

«È..! I-io non..! Levi, è davvero bell-»

«Tch, taci e sali a bordo moccioso.» blocco ogni suo tentativo di ringraziarmi, infilando il casco a mia volta e mettendo in moto con un rombo del motore. Eren salta in sella, stringendomi forte, ed il mio cuore perde un battito quando sento il suo pompare a ritmo forsennato contro la mia schiena.

«Ti amo...» ed anche se la sua voce è attutita, lo sento forte e chiaro come se avesse urlato.

«Tieniti.»

Inserisco la prima e parto a tutta velocità, mentre Eren si attacca a me peggio di una cozza sullo scoglio e ride a crepapelle. Maledetto moccioso, sa benissimo l'effetto che mi fa. Fanculo il sushi, non vedo l'ora di tornare a casa e spalmarlo su una superficie qualsiasi per farlo mio.

Fisso il soffitto passando distrattamente le dita tra i capelli di Eren. Sento il suo cuore battere sul mio, ad un ritmo che man mano diventa più regolare. Coi polpastrelli disegna distrattamente sul mio petto soggetti immaginari, che affollano la sua fantasia illimitata e mai stanca. Puntellandosi su un gomito, poggia il volto sul palmo della mano e mi osserva. I suoi occhi sembrano brillare, tanto è intenso il suo sguardo.

«A cosa pensi..?» mi chiede.

A tante, troppe cose.

A quando sarò lontano da qui, in un luogo pieno di pericoli ed ostacoli che non sono certo di poter superare.

One Last NightWhere stories live. Discover now