38) Mi manchi...

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Nessuno può tornare indietro e cambiare il passato, ma chiunque può andare avanti e decidere il finale.

Lancio il borsone a terra, provocando un tonfo che riecheggia tra le pareti tinte di azzurro della stanza e mi guardo intorno sospirando.
Al centro un letto matrimoniale coperto da un copriletto bianco immacolato e due cuscini verde pastello troneggiano al centro, accanto un comodino di legno chiaro che sorregge una lampada stile antico e il telefono e poco distante una porta aperta da cui intravedo il bagno.
Dall'altro lato, in un angolo, un piccolo armadio e una scrivania sempre in legno chiaro su cui è disposto un vaso con una composizione floreale, sposto lo sguardo alla sinistra del letto dove i raggi del sole penetrano dall' enorme porta finestra.
Con un balzo la spalanco e esco sul balcone arredato con un piccolo tavolino rotondo in rattan nero su cui è posta una candela e una poltrona identica, ci sprofondo e punto lo sguardo all'orizzonte con rammarico.
Mi sento terribilmente sola.
Nonostante i continui tentativi di Clara per convincermi a restare da lei, ieri pomeriggio ho trovato una stanza d'albergo fuori città, un po' distante dal lavoro, ma era ciò di cui avevo bisogno.
Allontanarmi da tutto e tutti, liberare la mente e non pensare a nulla.
Peccato che ora, rientrata dal lavoro, tutto questo silenzio non fa altro che aumentare il caos nella mia testa.
Continuo a ripensare alle parole di Clara e l'angoscia mi serra la gola, come posso aprire il mio cuore?
Come posso riuscire ad amare se io per prima non amo me stessa?
Come posso, se non riesco a lasciarmi toccare?
Ogni volta che qualcuno mi sfiora in determinati punti del corpo, la mia mente torna a quei dannati ricordi, subentra la paura, l'umiliazione e mi blocco.
Il suono del telefono richiama la mia attenzione, lo afferro e noto comparire sul display un messaggio di Clara, lo apro e appare un'immagine.
Resto sorpresa, è una foto di me e Alex.
Siamo sul divano a casa sua, lui mi tiene stretta tra le sue braccia mentre dormo, il suo sguardo sembra quasi estasiato, sognante, mentre le sue mani sembrano volermi proteggere.
Ma quello che più mi stupisce è che io glielo abbia permesso.
Poggio l'indice sullo schermo e disegno i contorni del suo viso e d'un tratto percepisco un terribile vuoto al centro del petto, le mani tremano e gli occhi pizzicano, improvvisamente la realtà mi colpisce in faccia in modo violento, inaspettato.
Com'è possibile?
Com'è potuto accadere?
Mi manca...questo vuol dire che...

Il suono del telefono mi fa sobbalzare, sul display compare il nome del meccanico.

" Buonasera signorina Lewis, quando vuole passare il suo gioiellino è pronto."
Guardo in cielo, come a ringraziare qualcuno e un debole sorriso nasce sulle labbra, scacciando per un attimo l'inquietudine di poco fa.

" Arrivo subito."

****

" Ancora uno sforzo, principessa" Papà da dietro mi sprona a non mollare, mentre sono ormai giunta in cima. Sono davvero stanca e ho caldo, ma le sue parole sono una sferzata di energia, infatti in breve tempo raggiungo l'apice della montagna.
Esulto improvvisando un ballo di vittoria, poi corro ad abbracciare papà.
" È sempre bellissimo quassù, grazie papà "
La sua mano scosta i miei capelli appiccicati al viso sudato e scorre sulla guancia in una carezza delicata, mentre i suoi occhi colmi di ammirazione, sono nei miei.
" Sei tu a renderlo speciale, principessa "

Guardo il paesaggio che da quassù sembra un quadro dipinto a mano, il verde predomina insieme all'azzurro, ma è il cielo il vero protagonista, ricco di sfumature che partono dall'azzurro pastello, alle tonalità più calde del rosso.
È uno spettacolo.
In questo posto ho i ricordi più belli con mio padre e nonostante soffra la sua mancanza continuo a tornarci, forse perché mi sembra di averlo vicino, è come se lui fosse ancora qua con me a sostenermi, ascoltarmi e amarmi.
Lo so...è da pazzi.
Mi siedo a terra e sospiro.
" Papà...cosa devo fare? Dovrei dargli una possibilità? Ma come? Ho tanta paura..."
Un leggero colpo di tosse mi fa sobbalzare, mi volto e vedo l'origine del mio tormento, sempre bellissimo con uno strano luccichio negli occhi e un sorriso radioso avanzare verso di me.
Oddio, avrà sentito??
Prende posto accanto a me e punta lo sguardo all'orizzonte.
" È meraviglioso..."
Fingo di imitarlo e di tanto in tanto lo guardo di nascosto e mi chiedo come abbia fatto a trovarmi!
Sono giorni che non ci vediamo e ora che è a pochi centimetri da me, non c'è rabbia o rancore che sembrano svaniti nel nulla, c' è solo il suo profumo che solletica le mie narici e una strana sensazione di pace.
La sua presenza mi confonde e al tempo stesso mi calma.
Com'è possibile?

" Ero in giro e ho notato la tua moto... e ho immaginato di trovarti qui." dichiara voltandosi e puntando i suoi smeraldi nei miei occhi.
" Vieni spesso qui?"
Annuisco abbassando il capo.
"... È un posto speciale per me."

Alex alza le sopracciglia interrogativo, poi diventa improvvisamente serio e torna a perdersi nel paesaggio.
" È difficile anche per me fidarmi sai...
Tempo fa partecipavo alle corse in macchina, era la mia passione e ne uscivo sempre vincitore...poi un giorno la mia ragazza mi mise difronte a un bivio, o lei o le auto. Non le diedi peso e per una settimana non si fece sentire, poi venni a sapere che aveva preso la sua decisione. La sera stessa partecipai comunque alla gara, lei si presentò con il suo nuovo ragazzo e salì a bordo della sua auto.
Ero talmente arrabbiato e deluso che decisi di sfidarli, chi avrebbe vinto si sarebbe aggiudicato come premio...lei.
Lo so è una stronzata, lo compresi poco dopo...
Correvamo come pazzi e a pochi chilometri dall'arrivo, in procinto di una curva la loro auto perse il controllo e lei morì..."

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Ciaooo carissimi!!
Ho sudato parecchio per questo capitolo, ma alla fine ce l'ho fatta.
Spero vi piaccia!
Fatemi sapere cosa ne pensate!
A presto 💋💋

Non toccarmi l'anima Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ