Capitolo 24

4.4K 281 39
                                    

Sono qui a fissarlo senza dire nulla, mentre con una mano stringo forte la maniglia della porta e l'altra invece che trema, abbandonata vicino al mio fianco.
Harry è qui. Davanti a me.
Mi guarda con quelle sue iridi verdi che tanto amo e quel sorriso stampato in faccia da so tutto io, in attesa che io faccia qualcosa.
-Harry?- faccio per avvicinarmi, quando lui mi precede.
-Vieni qui nano.- e poi mi abbraccia forte. Dopo la giornata stressante di oggi, mi ci voleva proprio un abbraccio.
-Adesso risolviamo tutto, tranquillo.- mi sussurra in un orecchio, mentre mi accarezza delicatamente i capelli.
Annuisco piano, senza dire nulla.
Quando penso che questo abbraccio sia durato troppo per la mia dignità, decido di smetterla.
-Okay, adesso siamo troppo romantici, smettiamola.-
Lui scoppia a ridere e poi mi da uno schiaffetto sulla guancia.
Apro di più la porta per farlo entrare e lui subito entra portandosi dietro una valigia gigante.
-Ma per caso ci entri tu nella valigia?- gli dico aiutandolo a metterla vicino al divano dato che lo vedo un po' in difficoltà.
-Non so quanto tempo rimanere, quindi ho portato il più possibile. A proposito, disturbavo?- mi chiede alla fine sedendosi sul divano come se fosse a casa sua.
-Stavo aspettando la pizza.-
-Amo la pizza.-
-Allora stai lì buono in attesa che arrivi, io nel frattempo vado ad apparecchiare.-
-In realtà dovrei prenotare un albergo, sono partito in fretta e furia appena letta la notizia, dato che, conoscendoti, avresti dato in escandescenze, quindi non ho avuto il tempo di fare nulla.-
Mi conosce? Forse si. Ed è venuto fin qui solo per me.
Mentre sono lì fermo a pensarci, lui cerca qualche numero di telefono per poi chiamare.
Appena avvicina il telefono all'orecchio, mi avvicino a lui.
-Potresti rimanere qui da me.-
-Davvero?- mi chiede spalancando gli occhi, con ancora il cellulare che squilla attaccato all'orecchio.
-Si. Voglio dire, se magari decidessi di rimanere un po' di più, poi spenderesti troppi soldi, e non mi va, dato che come dici tu sei venuto qui solo per me.- dico tutto ciò senza mai incontrare il suo sguardo. Da quando sono diventato così sentimentale? Da quando ho conosciuto Harry. Okay.
Lui fa uno di quei sorrisi che sembrano occupare tutto il suo viso e che gli illumina così tanto gli occhi.
Chiude la telefonata e butta il telefono chissà dove, prima di prendermi il viso fra le mani per fissare i suoi occhi nei miei.
-Sei davvero splendido Louis Tomlinson.-
Cerco di abbassare di nuovo lo sguardo, ma lui non me lo permette perché mi fa rialzare un'altra volta la testa.
-E trovo così adorabile quando cerchi di fare il duro con me.-
Sbuffo, ma lui ridendo mi bacia il naso.
Si stacca, per poi ributtarsi con poca delicatezza sul divano.
-In ogni caso, accetto la tua proposta. Che c'è di meglio di un soggiorno gratis in una bellissima città, e lo svegliarsi al mattino con un bellissimo uomo senza maglietta che gira per casa?-
Il suono del campanello mi trattiene dal rispondergli male.
-Dato che alla fine non mi hai dato il tempo di fare nulla, vai in cucina e aspettami lì. La porta sulla destra.-
Vado ad aprire senza dire altro, e dopo aver dato i soldi al fattorino, prendo la pizza e le patatine per poi andare da Harry che mi aspetta seduto a una sedia.
Appena mi vede entrare si alza in piedi e mi aiuta ad apparecchiare poi si siede di fronte a me e cominciamo a mangiare.
-Ti tratti proprio bene eh? Come fai a mantenere il tuo fisico se poi mangi come un maiale?-
Gli tiro un pugno sulla mano poggiata sul tavolo, tanto per ridere per la smorfia di dolore che fa.
-Attività fisica sai?-
-E cosa fai? Addominali di sicuro, squot di sicuro, bicipiti...- lo blocco prima che mi illustri tutto il repertorio.
-Ultimamente non ho avuto molto tempo per andare in palestra, quindi vado semplicemente a correre un paio d'ore.-
-Magari qualche volta potrei accompagnarti.-
-Abbandoneresti dopo due metri.-
-Vedremo.- dice, accennando un sorriso.

Quando abbiamo finito di mangiare, si è ormai fatto tardi, quindi decido di preparare il divano per Harry, dato che lo vedo molto stanco per il viaggio.
Mentre vado a prendere le coperte, lui mi segue.
-So che non sai il tempo preciso, ma quanto hai intenzione di restare più o meno?-
-Vuoi già liberarti di me baby?-
-Non dire stupidaggini.-
Vado in salotto, e con il suo aiuto metto prima un lenzuolo.
-In realtà sono in pericolo di licenziamento. Il mio capo non ha preso molto bene la notizia delle ferie pagate per il programma, e immagina la sua reazione quando dopo una settimana dal mio ritorno gli ho detto che partivo di nuovo.-
Mettiamo il cuscino e la coperta.
-Mi stai dicendo che stai rischiando il licenziamento per colpa mia?-
-Non farmi la morale, e poi ne vale la pena. In ogni caso, credo che anche a Los Angeles abbiamo bisogno di barman di talento, se proprio dovesse andare male.-
Mi fa un occhiolino, prima di finire di sistemare bene la coperta.
Decido di chiudere il discorso, sono totalmente spiazzato.
Lo lascio andare in bagno per farsi una doccia, e io vado a cambiarmi in camera, mettendomi come al solito solo dei pantaloncini di tuta per dormire.
Non l'ho fatto solo per il discorso di prima di Harry, ma solo perché è la verità, io dormo a petto nudo.
Quando finalmente sento la porta del bagno aprirsi, vedo Harry stendersi sul divano, quindi lo raggiungo e mi chino su di lui.
-Buonanotte Harry.-
-Buonanotte Louis, e grazie di farmi restare qui.-
Mi incanto nell'accarezzargli i capelli, ma poi mi riscuoto e decido di andare a dormire anch'io, non prima di avergli lasciato un'ultima occhiata.

Non so che ora siano, so solo che è da troppo tempo ormai che sono steso con gli occhi spalancati a fissare il soffitto, incapace di dormire a causa della presenza di Harry nell'altra stanza.
Poco dopo sento inaspettatamente la porta della mia stanza aprirsi, quindi giro la testa spaventato.
Ma mi spieghi perché ti spaventi ogni volta che qualcuno apre una porta? Chi potrebbe mai essere oltre Harry?
Come infatti diceva il mio cervello, ecco Harry che entra lentamente per poi sedersi sul mio letto.
Nota che sono sveglio e mi sorride.
-Non riesco a dormire.- mi dice.
-Neanche io.- rispondo.
-Chissà perché.- si stende vicino a me.
-Già, chissà perché.- lo avvicino a me, facendogli poggiare la testa sul mio petto.
Finalmente trovo la pace, riuscendo ad addormentarmi grazie al suono del suo respiro.

Quello che le telecamere non vedono [Larry Version]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora