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Tra il silenzio, la sua mano che sposta delicatamente i miei capelli, il suo calmo respiro e il mio a tratti irregolare, ripenso di nuovo alle sue parole: "Quello che vuoi."

Non c'era nemmeno un po' di malizia, neanche un minimo di volgarità; il suo era un sorriso sincero e genuino, il suo viso era simile a quello che conosco io ma non esattamente identico.

La sua espressione in particolare era diversa. Sembrava essere totalmente immersa nel momento, come se volesse viverlo per sempre, come se volesse farmi capire che, in fondo, era probabilmente ciò che volevo anch'io.

Forse mi sbaglio, forse sono confusa a tal punto da non riuscire a distinguere i sentimenti tra loro... Ormai non so più quale sia la verità, quale sia la differenza tra realtà e fantasia.

Posso solamente dire che sarei in grado di passare la mia intera vita tra queste braccia.

– Sei bellissima, Clary.

A quelle parole divento immediatamente rossa in viso, prego l'Angelo che Isabelle non riesca a vederlo. Mi sento totalmente in imbarazzo.

– Hey, hey – continua lei, ridendo leggermente – era solamente un complimento, piccola.

Per l'Angelo, sembra che lo faccia apposta. Chiudo istintivamente gli occhi e mi porto le mani al viso, nel mentre mi scappa un sorriso incontrollabile.

Se Isabelle partecipasse a gare di seduzione, probabilmente arriverebbe prima; io la devo smettere però di pensare a queste cose.

– Lo so che era solamente un complimento – rispondo io alle sue precedenti parole – Ti ringrazio.

Mi giro di poco per osservare la sua mano che stringe ancora il mio fianco, porto così la mia relativamente vicina ad esso per far sì che le nostre dita si intreccino.

– Senti, Izzy – so che sto per dire qualcosa che non dovrei dire – Come va con... Raphael?

Sento immediatamente il suo corpo irrigidirsi sotto il mio, potevo benissimo evitare di fare quella domanda.

– Non so spiegartelo. Posso dirti solamente... – sospira pesantemente, poi mi guarda negli occhi – ... mi ha fatto capire che volevo molto di più.

Io continuo a guardarla, lei rivolge lo sguardo altrove sbattendo più volte le palpebre.

– Lui non poteva darti ciò che volevi?

– No – afferma con sicurezza.

Mi stringo ancor di più a lei come se volessi proteggerla, ma probabilmente era già lei a proteggere me.

– Isabelle, tu... sai cosa vuoi?

– Sì, lo so.

La conversazione viene interrotta dal suo cellulare che inizia a squillare insistentemente.

– Aspetta – mi sorride mentre scioglie il contatto tra le nostre mani per prendere il cellulare e rispondere.

– Hey Alec, novità? – noto con piacere che, con l'altra mano, è intenta a giocherellare con le mie ciocche – ... Mh, capisco... oh, ehm, io? Cosa sto facendo? ... Nulla, stavo... ero, cioè... parlavo con Clary. Tu?

Mi scappa una piccola risata mentre lei si mostra in evidente imbarazzo e mantiene lo sguardo altrove.

– Va bene Alec, ci sentiamo dopo – chiude la telefonata lanciando il cellulare sul materasso, come è solita fare ogni volta – Mi ha detto che possiamo uscire dalla stanza ma non per molto. È meglio non gironzolare per i corridoi per via della presenza di grate che permetterebbero il passaggio del demone.

– Capisco. Perché hai esitato quando Alec ti ha chiesto cosa stessi facendo?

– Non ho esitato...

– Sì invece – ribatto prontamente alzando un sopracciglio.

– Cosa volevi che dicessi? "Sono a letto con Clary?" – sento vibrare appena il suo petto per via di una risata che segue le sue parole; il mio stato d'animo invece cambia radicalmente portandomi ad una condizione di serietà.

– Ah, quindi è così? – mi stacco bruscamente dal suo corpo gesticolando con la mano che precedentemente si trovava sulla sua pelle – Ti vergogni per caso di me?

Isabelle si tira su di fretta e si appoggia alla testiera del letto, mostrandosi piuttosto confusa – Clary ma che stai dicendo? Non è affatto così!

– I fatti sembrano dire il contrario – affermo sicura di me – E poi noi... tu non eri a letto con me. Era diverso. Noi...

Non riesco a far uscire le parole. Sembra che tutti i miei pensieri siano stati inutili.

– Lascia stare.

Mi alzo di scatto dal letto con il nervosismo alle stelle, prendo subito le mie cose e mi dirigo verso la porta seguita da Isabelle.

– Clary, aspetta!

– Prendi la chiave e apri questa maledetta porta, Isabelle.

– Lascia almeno che io ti spieghi...

– No, non adesso – mantengo il mio sguardo basso per non guardarla negli occhi – forse è meglio che vada e basta.

La osservo mentre afferra la chiave e, rassegnata, apre la porta per farmi uscire.

Prima di andarmene del tutto, mi fermo per un attimo nel corridoio. Mi giro a guardarla e tiro un lungo respiro – Penso proprio che non verrò a dormire da te stasera.

Mi volto per andare ma non posso non sentire le sue parole di rimando alle mie:

– Allora verrò io.

Continuo a camminare ma sento il mio battito cardiaco aumentare in pochi secondi.

My Mystery {Clizzy}Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang