•Tutte bugie•

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Minhee's pov

Il mio cuore batteva veloce, troppo veloce. Mi sentivo malissimo, solo a guardarlo mi saliva la nausea. Come poteva uno come lui aver fatto una cosa simile?
Mi guardò come se l'avessi appena picchiato: "Minhee..."
Mi allontanai subito, fulminandolo con lo sguardo. Mi ero fidata di lui, avevo lasciato che il mio cuore si aprisse ad una persona come lui, ma facendo ciò non avevo fatto altro che umiliarmi. Mi aveva tradito: "Lurido bugiardo" ringhiai.
Presi a nuotare come una furia in direzione della piattaforma del parco divertimenti. Sentii altre bracciate dietro di me e aumentati il ritmo. Volevo scappare da lì, ma soprattutto da lui.
Salii a fatica i gradini e mi strinsi nelle spalle, rabbrividendo dal freddo: "Minhee, aspetta!"
Era a pochi metri dal raggiungermi ma io lo guardai in cagnesco e corsi via, lasciandomi dietro solo le impronte bagnate delle mie scarpe.

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Minhee's pov

Arrivai in hotel con il fiatone e chiesi subito di poter avere le chiavi della stanza. La ragazza me le porse gentilmente e io corsi di sopra, sbattendomi la porta alle spalle. Mi accasciai su di essa e scoppiai in lacrime. Pensavo davvero di aver trovato qualcuno con cui confidarmi, con cui potevo essere me stessa, ma no, era stata tutta un'illusione, un maledetto scherzo.
Mi strinsi le ginocchia al petto e cominciai a dondolarmi: "Sono una stupida...una stupida..."
Mi maledissi mentalmente per non essermi accorta prima di cosa stava accadendo. Avevo avuto così tanti indizi eppure avevo cancellato tutto dalla testa, pensando fosse solo una coincidenza!
Questo mi fece stare ancora più male, e altre lacrime scesero.
Improvvisamente la porta ebbe un sussulto: "Aprimi, per favore".
La voce di Jungkook ormai sembrava il più mostruoso e terrificante suono che avessi mai sentito. Mi coprii le orecchie e scossi la testa: "Vattene via!"
"Posso spiegarti!" ribatté lui.
"Non c'è niente da spiegare" sbottai piangendo.
"Sei un bugiardo, solo uno sporco bugiardo pieno di soldi che dato che non aveva niente da fare ha deciso di rovinare la vita ad una povera ragazza!" gridai tremando.
Lo sentii battere i pugni: "Non è come sembra!"
Ringhiai e presi la valigia da sotto il letto, misi dentro tutte le mie cose e poi sbattei la mano contro la porta, facendolo indietreggiare: "Domani mattina io me ne torno a casa e non ho intenzione di dormire nello stesso letto con te prima di allora. Ora vattene, cercati un'altra stanza" sibilai fredda.
Tutta la rabbia che avevo cercato di reprimere alla fine era venuta fuori. Lo sentii andarsene e tirai un lungo sospiro, appoggiando la fronte al muro: "Haneul, che cosa ho fatto di male per meritarmi questo?" sussurrai singhiozzando.

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Jungkook's pov

Non doveva andare così, non doveva fottutamente andare così: "Cazzo!" sbraitai colpendo il muro davanti a me. La piccola stanza che avevo preso ormai era distrutta: cuscini strappati, lenzuola aggrovigliate e mobili smossi.
Era la mia unica possibilità per farle capire il perché di essermi comportato così, di aver inscenato tutto quel casino. Ora invece tutto era andato in malora e stavolta mi avrebbe abbandonato per davvero, senza tanti giri di parole. Sentii gli occhi pizzicare e mi abbandonai lungo la parete, piangendo poco virilmente. Ma chi se ne importava della virilità, Minhee ormai mi odiava, più di qualsiasi altra cosa al mondo.
"È tutta colpa mia...non avrei mai dovuto" singhiozzai.
Avrei dovuto fermarmi dopo che mi aveva raccontato del suo passato e di come aveva sofferto, invece no, avevo voluto andare avanti come un egoista, finendo per farla soffrire ulteriormente.

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La mattina seguente

Minhee's pov

Arrivai in aeroporto dopo essermi fatta rimborsare i soldi dell'hotel. Erano di Hyungmin, o meglio, di Jungkook, ma non mi importava, dovevo tornare a casa e mi servivano.
Salii sul primo aereo diretto per la Corea e mi lasciai sprofondare nel sedile, guardando fuori dal finestrino.
Sembrava tutto così finto, come un brutto sogno. Volevo credere che fosse così, ma purtroppo il ricordo di ieri sera mi tolse ogni dubbio.
Scossi la testa e mi girai verso l'hostess che gentilmente mi offrì la colazione. Mentre mangiavo sentivo la mia mente annebbiarsi, ma mi andava bene così, non pensare a niente di sicuro mi avrebbe fatto bene.
Improvvisamente il telefono squillò e sul display apparve il nome di Seokjin: "Pronto?" risposi pacatamente.
La voce di Jin eccheggiò nelle mie orecchie e per un attimo sembrò quasi l'unica cosa che avrebbe potuto salvarmi, ma un pensiero terribile mi avvolse completamente i pensieri, facendomi sentire estranea e irriconoscibile pure la voce di quel ragazzo tanto gentile. Non ascoltai nemmeno cosa mi aveva detto, dissi semplicemente: "Lo sapevi vero? Tutti voi lo sapevate".
"Che cosa?" Jin cambiò tono, dall'entusiasta al preoccupato: "Eravate tutti d'accordo" sibilai sentendo di nuovo le lacrime minacciare di uscire: "Minhee, sei sicura di stare bene? Hyungmin è lì con te?"
Il mio cuore si spezzò ulteriormente nel sentirlo pronunciare quel maledetto nome. Un nome inesistente, che non aveva mai avuto un significato per nessuno, se non per me, che avevo creduto come un'ingenua che potesse essere la persona di cui avevo veramente bisogno.
"Non esiste nessun Hyungmin" sputai acida.
All'altro capo del telefono sentii solo silenzio, che confermò con dolore i miei sospetti: "Proprio come pensavo, lo sapevate" singhiozzai.
Misi giù di colpo, tirando su con il naso e asciugandomi gli occhi il più in fretta possibile per non far insospettire il mio vicino.
Avrei dovuto saperlo fin dall'inizio, sarei dovuta scappare, rifugiarmi di nuovo nella mia casa, seguire la mia solita routine. Sarebbe stato di gran lunga migliore, se non fosse stato per quel maledetto giorno in cui avevo incontrato Jungkook. Non avrei nemmeno dovuto aiutarlo quando era caduto davanti a me quel giorno in cui Si-Hyuk mi aveva fatto la proposta, avrei dovuto semplicemente lasciarlo lì e andare avanti con la mia vita.
Un'altra vibrazione provenne dal cellulare, risposi riluttante, cercando di moderare il tono di voce: "Pronto?"
"Buongiorno Minhee, Sono Si-Hyuk".
"Buongiorno capo" risposi mesta.
"Volevo sapere come stava andando la tua settimana di promozione, ma dal tuo tono non mi sembri molto soddisfatta".
Sospirai: "È così, infatti sto tornando proprio ora".
"E Hyungmin?" chiese preoccupandosi: "È rimasto a Tokyo".
Silenzio. Poi sentii qualche colpo di tosse: "Lo avviserò subito di tornare, le premiazioni avverranno di qui a pochi giorni e deve essere presente".
Non risposi, mi limitai a mugugnare: "E poi dobbiamo trovare l'abito giusto per te" disse gentile.
"Non credo sia una buona idea signor Si-Hyuk, credo di non voler più partecipare".
Non aspettati risposta e gli chiusi coraggiosamente la chiamata in faccia.

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