•Non è finita•

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Minhee's pov

Uscii dalla macchina come se un camion mi fosse appena passato sopra. Avevo un caos di emozioni dentro di me e l'unica che prevaleva era la rabbia. Tutto quello che Si-Hyuk mi aveva detto era stato come una pugnalata, un coltello che aveva iniziato a rigirarsi più e più volte dentro al mio cuore già distrutto.
Non potevo crederci. Era una cosa assurda, all'inizio pensai mi avesse preso in giro. Vedendo i suoi occhi però capii che mi ero sbagliata, e anche tanto.
Fuori tirava un vento fresco e leggero che mi servii per riprendere fiato e consapevolezza di me stessa e di quello che mi stava accadendo.
Si-Hyuk si era accorto del mio disorientamento e appena scese mi prese sottobraccio: "Coraggio, ti accompagno dentro".
Non serviva che mi sorreggesse, ma mi ricredetti subito dopo sentendo le gambe molli come budino al cioccolato. Mi lasciai trascinare dentro e alla rabbia cominciò a mischiarsi l'ansia e l'emozione, un miscuglio terribile: sapere che sta arrivando il tuo momento di gloria nonostante la tua dignità sia stata rovinata.
Entrammo dentro all'edificio attraversando un lungo corridoio che si trovava proprio dietro le quinte del palco. Si-Hyuk mi lasciò in un camerino da sola. Evidentemente aveva capito che cosa stavo passando: "Mancano ancora dieci minuti, puoi rimanere qui prima di entrare nella platea" mi disse gentile.
Uscì e non appena sentii la porta chiudersi, mi accasciai sul divanetto. Trattenni le lacrime per amore di Iseul e Dae che avevano faticato tanto per rendermi presentabile, ma mi sentivo pronta ad esplodere da un momento all'altro.
La conversazione di poco fa mi tornò alla mente con una violenza inaudita: Jungkook che aveva implorato Si-Hyuk di trasferirlo a Incheon, i ragazzi che lo avevano aiutato, il fatto che avesse voluto iscriversi alla mia stessa università, e tutto questo solo per me. Io, una semplice ragazza che non aveva fatto niente per meritarsi quelle attenzioni, che voleva solo vivere la sua vita come una normale ragazza.
Ora invece non sapevo più cosa fare, o cosa pensare. Sapere che aveva fatto tutte quelle cose per me avrebbe dovuto rendermi felice, ma invece sentivo solo rabbia. Mi sentivo usata, come un giocattolo di cui Jungkook si era invaghito e aveva voluto a tutti i costi tenere per sé, non accorgendosi però che facendo così avesse rovinato l'esistenza di una persona.
Strinsi le labbra e mi guardai allo specchio, scacciando via tutti quei brutti pensieri. Dovevo rimanere calma, doveva sembrare che niente di tutto ciò mi avesse toccato minimamente, anche se dopo la scenata a Tokyo nessuno ci avrebbe mai creduto.
Sentii la campanella di avviso e presi un respiro profondo: "È il tuo momento Minhee, pensa solo a divertirti" mi dissi.
Sforzai un sorriso che grazie al trucco sembrò abbastanza sincero. Mi sistemai le pieghe del vestito e aprii la porta del camerino. Mi feci scortare da un ragazzo dello staff fino alle porte della platea, da cui si accedeva alle prime file dell'enorme stadio riservate ai dipendenti delle case discografiche.
Le porte si spalancarono e io mi ritrovai a fissare milioni di posti vuoti che poi sarebbero stati occupati dagli spettatori. La scalinata era proprio davanti a me e sembrava che io fossi l'ultima arrivata, dato che nessuno stava più scendendo. Feci un passo incerto sul primo gradino per testare i tacchi e in un primo momento non caddi.
Poi però lo vidi. Stava attraversando la piccola platea ai piedi della scalinata.
Feci il terribile errore di incrociare lo sguardo con il suo e persi l'equilibrio.
Mi ristabilizzai subito, guardando a terra per evitare ulteriori figuracce.
Jungkook era proprio alla fine delle scale e non accennava a volersene andare.

Jungkook's pov

Ero con i ragazzi. Cercavano di tirarmi su il morale, inutilmente.
"Dai Kook, non ti abbattere" stava dicendo Tae: "Si-Hyuk è andato a prenderla, vedrai che verrà".
"Verrà, certo, ma non vorrà che l'accompagni io" dissi sospirando.
Le avevano provate tutte, ma io ormai ero pessimista riguardo a ogni cosa che mi dicevano. Hoseok ci era rimasto davvero male e sembrava più depresso di me: "Non posso ancora crederci, per uno stupido tuffo in acqua..." diceva scuotendo la testa.

|Black Mask|↭|Jeon Jungkook|Where stories live. Discover now