Leon

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 Mi tiro su, sfregando la schiena sulla corteggia della quercia alla quale sono malamente addossata e d'istinto puntello i talloni per alzarmi in piedi. Ma non ho ancora pienamente fatto i conti con la mia nuova infernale condizione, ed è per questo che mi paralizzo, perché finalmente prendo coscienza di quello che ero e di quello che adesso sono. Una storpia con una mente brillante. Che forse avrà da vivere solo quest'ultima giornata.

 Il sole del mattino invernale è tiepido, ma non basta a scaldarmi, perché accanto a me non c'è Draco ed il mio bambino non sta scalciando tra le coperte, reclamando il bacio del buon giorno. Godric fa che  siano al sicuro!

 Mi tasto la ferita sulla nuca, non ancora completamente rimarginata e sposto la mano sugli occhi, non ancora abituati alla luce del giorno. Metto a fuoco la vista e mi accorgo che un lampo attraversa il cielo e quasi mi viene addosso. 

 Chiudo gli occhi di riflesso, temendo che mi uccida, ma quando dopo pochi secondi li riapro, scorgo accanto a me un bellissimo cervo che si accuccia sul mio ventre. Riconosco all'istante quel fiero patronus e gli accarezzo il muso azzurrino. Non so come abbia fatto a trovarmi, non so cosa pensa di fare con me ormai inutile, ma finalmente mi degna di una spiegazione. Harry compare affannato subito dietro il  suo cervo e si fionda su di me, elettrizzato per la corsa e pietrificato dal mio viso pallido.

-Hermione, devo portarti immediatamente via da qui. I mangiamorte hanno raso al suolo quasi mezzo Wiltshire e devo ancora recuperare tuo figlio.- Non mi piace affatto, anzi proprio per niente il suo  tono allarmato. Mi guardo intorno, rendendomi conto della desolazione e del putrido odore che impregna l'ambiente circostante e mi chiedo se mio figlio sia ancora vivo. Scaccio scottata dalla mia mente  questo pensiero schifoso e annuisco impercettibilmente, sussultando leggermente per lo strappo alla ferita sulla nuca. Devo lottare, devo sfruttare ogni residuo di forza in me per stroncare i nemici e tornare a sperare. Perché Leon è il mio motivo, perché Draco è il mio motivo. DracoDov'è Draco? 

Ecco che i neuroni del mio cervello ricominciano la loro normale attività e che il motivo dell'arrivo di Harry mi fa fermare il cuore, mi strapazza le terminazioni nervose e mi oscura la vista. 

-Harry Potter -balbetto con foga, mista a terrore- dov'è Draco? Perché ci sei tu e non lui qui adesso?- Non ce la fa a reggere il mio sguardo, subito i due bottoni di smeraldo si chinano a fissarsi le mani e il  suo sguardo dimesso mi incita a chiedere di più. Quando lo afferro per la collottola del gilet e gli alito in faccia di dirmi tutto quello che sa, spalanca le iridi e mi guarda con delusione. Non può dirmi quello che sa, non vuole deludere le mie aspettative. Mi trovo a desiderare che mi inventi una menzogna qualsiasi e mi rassicuri con parole costruite. Che mi rivolga un sorriso debole e mi dica "Stanno bene, è tutto a posto", ma sa anche che sono troppo analitica e cognitiva per accettare una bugia.  

Il suo silenzio è più eloquente di qualsiasi parola e mi permette di nutrire il dubbio che siano ancora in vita e di continuare a sperare. All'improvviso non sono più sicura di volere sapere la verità, accetto con accondiscendenza la mancata risposta e mi lascio sollevare da Harry, che senza fatica mi afferra sotto le ginocchia e mi lascia appoggiare al suo petto tonico. Affondo il naso sul suo petto e inspiro il suo odore non del tutto gradevole, sudore misto a terra e fango, ma che è l'unica fragranza di cui in quel momento vorrei bearmi, in assenza del profumo di muschio di Leon e di quello d'amore di Draco.

-Ascoltami Hermione, adesso ti affido al mio cervo. Lui sa dove portarti. Hai bisogno di cure.- Mi accarezza il viso scarno con mani le tremanti, deglutisce più volte a vuoto e mi stringe fino a soffocarmi. Quello slancio di affetto instilla in me una tenerezza inaudita, ed è così che ricambio la stretta, purtroppo debole e insicura, e mi permetto finalmente di piangere tutte le lacrime che ho finora trattenuto, bagnandogli la blusa di sale e dolore. Quando però mi sta per poggiare sulla schiena del suo patronus e questo sta per librarsi nell'aere, il macigno della insicurezza e della mancanza, mi fa esplodere incontenibile.

Do Not Let Me DownWhere stories live. Discover now