I'm Here

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Capitolo 4. I'm Here 

-La lesione non è molto estesa, ma il nervo lombare è praticamente inattivo per un quarto. La gamba destra è assolutamente sana, ma quella sinistra è ferma dal ginocchio in giù.-

-Siamo maghi Ginny, non esiste un modo per riparare il nervo? Dovrò rimanere invalida a vita, ti rendi conto!?-

-Non è esattamente così. La medicina babbana è molto più avanzata della nostra in alcuni settori. Si può tentare di intervenire tramite chirurgia e sperare per il meglio.-

-Come farò con Leon? Come baderò a lui, se non dovesse funzionare?-

-Andrà tutto bene, ma devi essere positiva. Per Leon..-

-E per Draco. Anche per lui! Perchè parlate tutti come se non ci fosse più!? E' vivo e sta bene e tornerà!- Il rumore di una materializzazione arresta le mie urla e mi spinge a correre verso la cucina. Non ce la faccio ancora a camminare da sola, ma avanzo imperterrita, come un'eroina di ritorno dalla guerra, e fiera, sull'unico arto su cui possa fare affidamento. Ho il respiro affannato per lo stress a cui ho sottoposto il mio corpo, ma quando affaccio la testa nella porta e scorgo mio figlio addentare con cupidigia una fetta di toast, il mio mondo ricomincia a girare e il mio sorriso soddisfatto irradia luce e calore, sferzando il buio della stanza. Molly lo ha presto tra le braccia, ha inumidito l'indice con la punta della lingua e sta cancellando le tracce di sporco dal viso pallido di Leon, riportandolo alla sua naturale bellezza. Gli osservo i ricci scomposti ricadere bagnati sulle piccole spalle tese e le manine imbrattate di marmellata. I suoi occhi sono ancora celati alla mia vista, quasi avesse timore di mostrali ancora vivi e spavaldi. In realtà sono io ad atterrire al pensiero che la tempesta che gli anima lo sguardo sia scomparsa e abbia lasciato il posto alla paura. 

 Dov'è Draco?

 Avvicinarmi a lui diventa d'improvviso uno sforzo immane, faccio un passo avanti alla ricerca di una sedia, ma la mia gamba sana non regge più il mio peso e, sopraffatta da emozioni scombussolate, scivolo  sul pavimento, attirando finalmente l'attenzione di Leon. Harry si avvicina a me, mi solleva e mi colloca sul divano vicino al mio bambino.

-Amore della mamma! Mi sei mancato da morire!-

-Mammina!- Si volta di scatto, mi osserva impietrito, ma presto le lacrime di gioia tracciano il loro percorso sulle sue gote rosate. Lo vedo combattere contro le possenti braccia di Molly e gettarsi di peso su di me. Il mio cuore riprende il suo battito, il suo peso mi sembra infinitamente dolce, il suo profumo di bambino misto alla terra, è la mia nuova fragranza preferita. Lo stringo possessivamente e noto con dispiacere che le sue costole sporgono leggermente e mi premono l'addome. Come ha fatto a sopravvivere da solo? Gli asciugo le stille con piccoli baci, gli alzo la maglia, arrotolandola fin sotto le ascelle, e controllo che niente lo abbia scalfito e che la sua purezza sia rimasta tale. 

Un livido violaceo accanto al capezzolo troneggia impavido nella coltre nivea dell'epidermide, lo sfioro leggermente, ottenendo un sussulto da parte di Leon. Sulle mie cosce si è formata una chiazza umida,  probabilmente frutto della vescica di Leon. Lo guardo finalmente negli occhi, cerca di sfuggire il mio sguardo redarguente, ma gli alzo il mento con le dita, impedendo alle sue iridi chiare di vagare per la stanza in cerca di aiuto. 

E' Draco che mi viene in mente, è la malizia tentatrice di quelle pozze d'amore a calamitare i miei pensieri, è la sensazione del percorso rovente delle sua labbra su ogni fibra del mio corpo a farmi vergognare di aver mio figlio sopra legambe. La somiglianza peccatrice con il padre sguinzaglia prepotente la gelosia in me sopita, perchè nessuno si deve permettere di portarmi via mio figlio o di farlo soffrire in qualche modo.

Do Not Let Me DownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora