Never Again

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Capitolo 5. Never Again

Se qualcuno mi avesse detto che la felicità la si prova quando ritrovi il tuo compagno in fin di vita, coperto più di sangue che di carne, mentre ti nutri dei flebili respiri che emana e delle brevi occhiate languide che ti dedica in quei rari momenti in cui riesce a tenere gli occhi aperti, non ci avrei mai creduto. Ma la vita è così inaspettata, meschina e crudele, quanto è meravigliosa l'aspettativa che di essa puoi avere. Quando mi sono materializzata a Black Manor e ho udito le deplorevoli maledizioni che Draco continuava a sopportare, come se fossero carezze, mi sono sentita così orgogliosa di lui. Non ho provato pena, né commiserazione: lui odia quando lo faccio, detesta destare pietà. Lui non la vuole. Desidera solo che qualcuno lo coccoli e lo culli nella cura del silenzio. Solo io e lui, due amanti, due genitori, due persone che hanno fatto il tutto l'una dell'altra. Oh sì, sono fortunata. Ho visto amiche disperarsi, amici accettare stoicamente di lasciar volare via un potenziale amore. E poi ci sono io che, nonostante le atroci sofferenze subite e la guerra vinta, affilando le unghie e lacerandomi la pelle, mi sono sempre giustamente crogiolata in un presupposto fondamentale, che è l'amore di Draco e l'amore per Draco.

E siamo onesti: nessuno cambia totalmente e radicalmente il proprio essere e la propria personalità, perchè se nasci serpe, non muori coraggioso. Se nasci grifone, non sarai mai un codardo. Ma c'è una nota che stona: quando ami e ami sul serio con tutte le complicazioni del caso, non puoi fare a meno di apprendere da chi ti sta accanto, sia in positivo che in negativo. Perchè Draco è una serpe fatta e finita, ma adesso, mentre lo guardo così abbandonato e privo di quel ghigno arrogante, che è il suo marchio di fabbrica, lo vedo come un uomo, un essere umano che ha lottato strenuamente, che ha sopportato con dignità, che ha vinto, attingendo dalle scorte residue del suo coraggio. E non c'è orgoglio più grande, di chi supera un ostacolo, pur non avendone le potenzialità. Solo fortuna? Non credo affatto che sia così, perchè per riuscire devi volerlo sul serio. E del profondo volere di Draco, ne è testimone la sua pelle squarciata e solcata da queste orrende cicatrici, che per me rappresentano la vittoria più meravigliosamente voluta. In altri tempi e luoghi probabilmente si sarebbe schierato dalla parte peggiore, e, come avrebbe detto Silente, dalla parte più facile da scegliere. Tuttavia ancora una volta il motore delle scelte che decidiamo di compiere è uno ed uno solo: l'amore. Non un grido o un lamento ha esalato appeso a quelle catene, mentre io morivo dentro. Una parte di me è rimasta appesa a quelle catene fredde, implorando una misera e breve tregua, e sperando, sperando come se non ci fosse un domani, che le colpe per le quali sta pagando ingiustamente scomparissero dalle sue membra stanche e lui tornasse a sorridere. Perchè quando sorride, giuro, non c'è niente che non gli sia possibile, non c'è niente che riuscirei a negargli. Caratteristica questa, che Leon ha ben pensato di ereditare dal padre.

Non una parte di Draco, ma una parte di me resterà sempre ancorata a quello scoglio maledetto, a quel muro scarlatto e sudicio, perchè io ho visto, io ho spalancato gli occhi di fronte al terrore, io sono riuscita ad afferrare la bacchetta, puntarla verso quei cardini arrugginiti e guardare il mio compagno scivolare di peso da quella croce ingiusta. Probabilmente Draco si sarà arreso al dolore e avrà pensato di essere vittima di un incubo, uno brutto davvero, ma pur sempre un sogno. Ma io ho visto, quindi so cosa ha patito. (οἶδα). Non solo ho visto la sofferenza squarciare i suoi occhi già spenti, ma l'ho vissuta su di me, nel mio cuore e in quello di mio figlio. Quando ho visto il fiume in piena scorrere dagli occhi di Leon e i singhiozzi lacerargli il respiro alla vista di Draco. Non ha voluto abbandonare il suo capezzale, ha urlato e risposto in malo modo a chiunque lo tentasse con inutili frivolezze di bambino. Ma adesso io ho bisogno di averlo per me, di sentirlo di nuovo vivo per me. E' fisiologico e non riesco a frenarlo quell'impulso carnale. Mi brucia e mi asfissia, fa male, così male che mi accontento di raccogliere le briciole di esso e tenergli la mano candida, mentre dorme un sonno ristoratore. La stretta nella mia mano da debole diventa più forte, un lieve movimento del busto testimonia che Draco si sta risvegliando dal torpore, e finalmente dopo due giorni interi quelle iridi da me tanto agognate tornano a scaldarmi e a rendere il mio mondo da opaco e sciatto a vivido e colorato.

Do Not Let Me DownDonde viven las historias. Descúbrelo ahora