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H A R R Y

Erano trascorse diverse ore da quando aveva avuto inizio l'intervento. Stavo aspettando che qualcuno uscisse dalla sala operatoria per informarmi del fatto che l'operazione era stata un successo e che nulla era andato storto, ma provavo sempre una certa ansia che mi mangiava da dentro mentre riflettevo sulle possibili conseguenze.

Non ero così preoccupato dal fatto che Scarlett potesse perdere i propri ricordi. Certo, non si sarebbe ricordata di tutti i momenti dolceamari che avevamo condiviso, ma non sarebbe stata la fine del mondo. L'aveva detto in prima persona di non essere molto preoccupata dal perdere i ricordi perché era sicura che ne avremmo creati di nuovi. Era come se sotto sotto sapesse che si sarebbe innamorata di me ad un certo punto.

  "Abbi fede, Harry" mormorai a me stesso alzando gli occhi al cielo e rilassando la schiena sulla sedia prima di portarmi le mani al viso.

  "Da quanto tempo è dentro?" domandò Spencer accanto a me prima di sbadigliare a sfregarsi gli occhi con le nocche.

  "Non lo so" mormorai mordendomi l'interno della guancia prima di guardare l'orologio. Erano le undici di sera.

In quel momento le porte della sala operatoria si aprirono e rivelarono Mark, Sullivan e Sami. Le emozioni sul loro volto erano difficili da decifrare, ad ogni modo schizzai in piedi e li raggiunsi. Si stavano sorridendo a vicenda prima di portare l'attenzione su di me, poi Sullivan parlò.

  "L'operazione è andata bene, dal punto di vista medico non le è stato inflitto nessun danno al cervello" iniziò Sullivan, le sue parole mi riempirono di sollievo.

  "E il microchip?" domandai.

  "Beh, Mark si è assicurato che non si muovesse mentre tagliavamo il filo, infatti così è stato. Ma avremo la conferma quando si sveglierà" disse Sami facendomi annuire lentamente.

  "Tra quanto tempo si sveglierà?" domandò Spencer.

  "Da due a cinque giorni, forse meno poiché il vibranio nel suo corpo la fa guarire più velocemente, combinato con l'adamantio" disse Sami prima di serrare le labbra.

  "Voglio stare con lei" dissi deciso guardando Sullivan, il quale annuì in risposta.

  "Certo. Farò allestire un letto per te" disse prima di chiamare un'infermiera che passava di lì per darle indicazioni.

Andai nella stanza in cui veniva tenuta Scarlett, era una delle migliori dell'ospedale dell'Organizzazione. Era grande, ma allo stesso tempo accogliente. Il mio sguardo fu presto su Scarlett, alla quale erano collegati diversi fili che terminavano in alcuni macchinari accanto a lei. Mi avvicinai a lei notando che il suo petto si alzava ed abbassava lentamente mentre riposava tranquillamente. La sua testa era girata sul lato sinistro perché l'operazione era stata effettuata sul destro, ed allo stesso modo le avevano spostato i capelli per rasarne una piccola area dove si trova il microchip. La zona sezionata era ora coperta da una piccola benda bianca.

Presi una sedia nelle vicinanze e la posizionai accanto al suo letto prima di accomodarmi e prendere la sua mano calda nella mia. Le mie labbra si incurvarono in un sorriso quando notai l'anello che stava indossando, ed accarezzai il gioiello prima di posare un bacio delicato sulle sue nocche. Sembrava che stesse bene e che si sarebbe svegliata presto.

Tutto ciò che mi restava da fare era aspettare.

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S C A R L E T T

Mi svegliai da un sonno pesante quando sentii un dolore strano alla testa. Emisi un grugnito delicato quando mossi accidentalmente la testa troppo velocemente facendo intensificare il dolore. Aprii gli occhi ma li richiusi subito poiché la luce era molto forte. Poi li riaprii, la mia vista era appannata, quindi sbattei le palpebre e quest'ultima tornò normale – in tal modo potei riconoscere la persona accanto a me quando mi sorrise.

Run & Hide |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora